Sapete che c'è un uccellino che
spazzola i denti del coccodrillo? Così diceva Erodoto e Aristotele
aggiungeva che per evitare di far male all'improvvisato igienista
dentale il coccodrillo scuoteva di tanto in tanto la testa prima che
le fauci si chiudessero, dando così la possibilità all'uccellino di
andarsene in luoghi meno pericolosi.
Il nome dell'uccellino varia, ma oggi
lo si identifica nel “Pluvianus Aegyptius”.
Ovviamente, dalla vignetta (è solo uno
schizzo, perdonate, ma non ho avuto modo di rifinire), potete
facilmente intuire di che cosa voglio parlare.
Parlo del fatto che il capo della Lega
dei Coccodrilli verdi si accinge a divorare l'uccellino delle 5 Stelle di
Orione.
Per ora il dentuto rettile scuote la
testa festoso e desidera ardentemente il servizio di pulizia
odontoiatrica, ma tra breve, quando l'operazione non sarà più
necessaria, potrebbe farne a meno, anche perché c'è un altro
ilare uccellino (ma qualcuno sospetta che sia un Caimano), che,
finita la Piena, è ben contento di soccorrerlo.
La perdita di potere contrattuale
dell'uccellino non è, però, tutta dovuta all'astuzia del
Coccodrillo.
L'uccellino ha promesso molto agli
agricoltori dell'Alto Nilo (reddito di cittadinanza in primis),
concesso molto agli Scribi dell'ex alleato del Coccodrillo,
proponendo la lutulenta e limacciosa flat tax e cavalcato, prima
timidamente, ora meno, l'onda di piena dell'unico tema oggi realmente
sul tavolo di questo governo (al netto delle chiacchiere),
l'immigrazione.
Ma la parola d'ordine, il linguaggio
usato, la tonalità aggressiva insita in questa iniziativa erano e
sono patrimonio della Lega dei Coccodrilli verdi ed è, notate bene,
l'unica azione politica che non ha bisogno di copertura finanziaria.
Anzi, nell'ottica della Lega dei
Coccodrilli verdi ci si guadagna un po' (peccato che i fondi per
gestire la cosiddetta “emergenza sbarchi” siano europei, ma
tant'è! Niente sbarchi, niente soldi!).
La parola funziona alla perfezione
perché l'elettorato di riferimento della Lega dei Coccodrilli e di
parte dei fan delle 5 Stelle di Orione, oltre che appartenere alla
classe operaia in via di dissolvimento, è prevalentemente formato da
quella classe borghese in via di precarizzazione che sta perdendo
punti su punti e che ha una terribile (e ragionevolissima, tra
l'altro) paura non solo di perdere il proprio ruolo sociale e i
propri pochi soldi ma anche il poco potere di influenza sulla propria
vita. E la paura fa prendere lucciole per lanterne.
La forbice che si sta aprendo tra le
vere classi privilegiate e la borghesia sarà evidente nel momento in
cui coloro che hanno rendite finanziarie e detengono gran parte della
ricchezza nazionale cacceranno dal circolo della Feluca quei pezzenti
con la Lacoste col Coccodrillo delle Professioni che un tempo erano
stati accolti per animare un po' il dibattito culturale, perché
parlare solo di soldi, insomma, fino a non tanti anni fa, era
considerato volgare! (...ma il Caimano ormai ha sdoganato tutti gli
argomenti tabù un tempo banditi nei circoli per bene: oggi si può
parlare nei luoghi eletti senza vergogna di soldi, di donnine e di sport
come alla Birreria sotto casa...)
Ovviamente la marginalizzazione della
borghesia non è per nulla legata alla presenza della migrazione, ma
alle politiche liberiste che la Lega del Coccodrillo verde, come i
partiti precedenti sia chiaro, non si è mai sognato di rinnegare.
Cari Pesci del Nilo, datemi retta e
ascoltate la solita mia facile e inascoltata profezia: non
preoccupatevi più di tanto! Fategli mangiare in pace l'uccellino
che, credetemi, è già nell'esofago del Capo della Lega e non gli
darà gran nutrimento.
Con la complicità del Caimano
sudamericano, il Coccodrillo dovrà, però, rivolgervi ancora a voi
pesci del Nilo, che, dopo esservi infatuati brevemente del canto
dell'uccellino che era sì grazioso e bello, ma che zufolava con
tonalità o troppo alte ( “Onestà!Onestà!” Ah! Ah!) o troppo
basse (“Vaffanculo” Uh!Uh! ...con verso di upupa), come usanza
vuole, probabilmente abboccherete, se non mi darete retta, all'amo
con l'esca più appetita tra gli Egizi, il farsi gli affaracci
propri.
Cercate, dunque, di cogliere
l'insegnamento della breve favoletta dell'uccellino spazzolino.
Allearsi con i violenti anche solo a
parole, per un misero pezzo di sanguisuga che penzola loro tra i
denti non vale proprio la pena.
Quel che è importante è possedere un
linguaggio proprio e magari articolarlo un po' meglio senza farlo
diventare una macchinetta da slogan per merli indiani (“E il PD?”,
“Su, sveglia!”, “Pidioti”, “Comunisti”, “Destra e
Sinistra non esistono più” etc...): è l'unico modo per non farsi
sovrastare dal ferale sbattere di fauci di coloro che, non l'avete capito?, quando non
hanno ragioni, fanno ricorso alla forza (e la esercitano senza
alcun pentimento...)
Per cui, cari pesci del Nilo, studiate, studiate
e studiate e createvi un linguaggio raffinato, articolato e coerente.
Lo so che consigliare ai pesci di
imparare un linguaggio è pura follia, ma son profeta, un po' pazzo e
tendenzialmente non violento.
Ma voi siete pesci del Nilo, mica del
Pisciatello ossia del Rubicone!
L'alternativa la sapete benissimo ed è
cruenta: è trasformarvi in piranha che, coalizzati, strazino coi
denti aguzzi le coriacee pelli dei coccodrilli e dei caimani,
tingendo così il Nilo di rosso.
Dopo esservi sbarazzati dei vostri
antagonisti, e aver venduto la pelle degli Alligatoridi a Prada per
farne borse di pregio, però, vi servirà ancora una lingua.
Perché chi ha il potere sulla lingua
detiene il vero potere.
Chi ne possiede una, come disse un
poeta siciliano, non è mai schiavo. E chi la perde, com'è logico, è
perduto.
arz62
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