venerdì 30 novembre 2018

Il "presente remoto"... che brutto tempo!


Purtroppo, il M5S ha qualche problema con i verbi. Una cosa è dire “Sto stampando” e un'altra “Sto per stampare”: si vuol abolire la differenza tra fase progressiva e imminenziale dell'azione. L'errore più grave è stato, però, festeggiare con i visi stralunati sul balconcino la sconfitta della povertà con un passato prossimo: “Abbiamo abolito la povertà” per poi, forse, tra breve, non si sa da chi, ventilare la stampa di una tessera che permetterà di sconfiggere una povertà che dovrebbe risultare già sconfitta.
Ci si lamentava dei congiuntivi, mentre il dramma è questo presente indicativo che sa sempre più di passato, con il ritorno della propaganda più becera da parte del M5S, condita sempre più dalla supponenza (“Questo lo dice lei!”), mascherata da uno stile assertivo farlocco che va però tanto di moda e accompagnata dallo sfoggio muscolare da parte del suo alleato a corroborar tesi tutte da dimostrare.
Stiamo per vivere o stiamo già vivendo un terribile “presente remoto”. Che brutto tempo! ;-)

giovedì 29 novembre 2018

Quale Dio?

Il tema è religioso. Io l'ho illustrato con buona dose di irriverenza, dato l'argomento, per alleggerire tematiche da non prendere alla leggera. Ma neanche troppo alla pesante, eh!

Antonio Signori, Quale Dio?

domenica 25 novembre 2018

Ordine Nuovo. Caos vecchio.

Be', se qualcuno avesse pensato (come era ed è auspicabile, e lo dico senza ironia, ovviamente in un paese "normale" che avesse fatto sul serio i conti sugli orrori del suo passato) all'abolizione dell'articolo XII delle Disposizioni transitorie e finali della Costituzione, ossia la norma che vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista, dovrebbe avere un attimo di ripensamento, osservando il logo che propone il "Centro Studi- Ordine Nuovo".
Ovviamente, non si tratta di una riproposizione della rivista gramsciana.
Quel che mi colpisce è l'imperizia con cui viene disegnato il simbolo. I membri del circolo sono evidentemente talmente sfigati da non potersi permettere un grafico al secondo anno delle scuole professionali.
Un fascio littorio più triste di questo non l'ho mai visto.
Il tutto si presenta come un segnale stradale di divieto con un'ascia bipenne un po' spennata.
Ci sarebbe da ridere, ma quel che temo è che facciano sul serio. Se ridessero un po' anche loro, sarei confortato, ma credo che le mie ingenue osservazioni sarebbero accolte con virile indignazione. Ed è questo il punto.
arz62

mercoledì 21 novembre 2018

Esercizio di stile: "Letteruccia alla Borghesia".


Gentili appartenti alla Borghesia,
anni e anni di felice navigazione a vista con governi di Centro e, per provare l'ebbrezza dei tendini, per un po' d'anni con quelli di Centro-Sinistra, con la Milano da bere, poi il crollo. Da quando il fascino delle veline, delle cubiste e delle olgettine vi ha abbacinato, perché frequentare le dame della buona società comportava sempre più fatica per raggiungere l'amplesso, da quando il fingersi colti partecipando alle prime della Scala non portava nessun utile in prestigio perché in primis vi scassavate gli zebedei e in secundis dovevate leggere qualche libro astruso e visitare qualche mostra astratta, tenedovi tra i denti la considerazione che quel dipinto lo avreste potuto realizzare voi, vi siete persi.
Vi siete buttati, come il popolino, a tifare per la squadra X o Y, a parlar di donne e motori e a inneggiare all' Origine del Mondo al bar come avvinazzati fanti in libera uscita. 
E non ne avevate bisogno.
Anche il passaggio dalla lettura del “Corrierone” a “Libero” e a “Il Giornale” non era dovuto, ma è ormai ovvio che qualche forza di attrazione la semplificazione deve pur averla esercitata su di voi. Non era nemmeno obbligatorio, per non far brutta figura, mandare tutti i figlioli a studiare alla Bocconi e poi a Londra, ché “Carmina non dant panem” e studiare le letterucce non avrebbe aiutato il negozio o l'aziendina.
Insomma, cari Borghesi, da quando avete deciso che le gare di il rutto erano liberatorie e vi siete accodati prima al vostro alter ego di Arcore, poi alla Lega del Nord del Bossi in cannottiera e ora al Salvinucci, a mio modestissimo avviso, avete giocato male le vostre carte.
Perché essere svillaneggiati in Europa con Berlusconi, era già di per sé triste, ma almeno vi riconoscevano la simpatia; ora, però, non essere considerati proprio, se non additati come ospiti indesiderati nei circoli internazionali, danneggerà non solo la vostra immagine e quella della vostra azienda, ma i vostri risparmi e le vostre proprietà.
Che il popolaccio si affidi al primo arrivato non è cosa nuova, vedi il Caio Giulio capo dei populares. Ma il Caio Giulio era un nobilaccio furbissimo e raffinatissimo, tra l'altro gran condottiero, anche se un po' discusso per le sue inclinazioni sessuali.
Il suo emulo, il vostro “Capitano”, a cui vi state affidando mani e piedi, è un guitto di prima forza che non avreste un tempo neppure fatto entrare nel tinello della vostra villa, e che non ha una lontana idea dei danni che vi e si procurerà.
Fluttua bene sull'onda, è vero, come un abile surfista, ma finge di non sapere che è un'onda anomala, da tsumani. Che cos'ha da perdere, lui che non ha niente se non un potere farlocco, atto a bulleggiare il prossimo, non ad acquistarne la stima?
Potrà ora sembrare fichissimo, baciando il rosario, agli adoratori dei padripii, delle medgiugore e di ogni madonninainfilzata, ma, nel caso si schianti sulla scogliera, lo spettacolo, prevedo, non sarà dei migliori e non vi rimarrà altro che invocare la Provvidenza.
Certo molti di voi si sono già portati avanti e hanno oltrepassato il confine di Chiasso.
Avete sufficiente pilla per vivere bene all'estero fino alla fine della vostra vita e di quella dei vostri figli. Dovrete, però, lasciare l'Italia e annoiarvi con lo champagne in mano sul lungolago di Lugano, ma nessuno, statene certi, vi inviterà alle feste, ai vernissage e ubriacarsi da soli è attività più da alcolisti che da viveur.
E poi, insomma, il fatto che assomigliate sempre di più al popolaccio rude e volgare, potrebbe dare l'illusione al “Capitano” di avervi in mano, e vi solleticherà come aperitivo appetitivo con un po' di odio di semi vari, ma senza fornirvi la ciccia di ulteriore ricchezza, e non solo monetaria, quella non sempre facile da ottenere, quella di cui vi vantavate, quella guadagnata sul campo, lavorando come muli nei vostri uffici, e che dava luce ai vostri occhi.

Fermatevi finché potete: ritornate a leggere libri, a frequentare mostre, a dimostrare interesse per la cultura e l'arte, a schifare chi non ha rispetto per la ricchezza che l'Italia ha raccolto più per caso che per merito, grazie allo Stellone. Se dovete essere proprio nazionalisti, siatelo in questo.
Ritornate a diventare protagonisti del vostro successo.
Altrimenti senza l'adrenalina della competizione vi annoierete a morte, al punto da prendere, nel momento della vostra dissoluzione, ancora in mano un libro e da desiderare di ascoltare sulla vostra spiaggetta privata sul triste lago svizzero un po' di Vivaldi con un'indigesta e triste pizza svizzera, ovviamente "Quattro stagioni", sul piatto.
E sarà il vostro 5 maggio: rimpiangere i tempi antichi, quando, eravate rispettati da tutti dal Manzanarre al Reno o anche solo da Busto Arsizio ad Arese. E vi sfuggerà la lacrimuccia, ripensando a quando andavate all'estero e vi facevano l'occhiolino: “Ah, come sapete vivere voi italiani!”, mentre già al vostro  passaggio a Chiasso, in questi giorni, or non è molto, il primo pensiero dei doganieri svizzeri è stato, di voi ricchi, di voi ex classe dirigente: “Ah, 'sti mafiosi di italiani, ci portano i loro soldi, anche tanti, ma pezzenti sono e sempre lo saranno!”
Vi saluto, augurandovi tante cose belle e vi auguro Buon Natale.  Stefano

Profezie agostane

Ego scripsi: 

 [...]    "Ecco l'accelerazione nelle provocazioni di Salvini per rompere ogni alleanza.
A fine anno c'è la Finanziaria e il redde rationem sui risparmi di tutti si avvicina. Nessuno in Europa compra Btp. Il debito italiano non gode della fiducia dei mercati europei e la buona borghesia appoggia gli estremisti solo quando non mette a repentaglio i suoi risparmi.
Salvini sa di raccogliere qualcosa hic et nunc, dopo aver fatto molti proclami e non aver nei fatti combinato granché.
Se si sfilerà dal giudizio europeo per tempo, si salverà.
Gonfia la pelle a dismisura e mette paura agli oppositori che sembrano annichiliti.
Rimane, però, una rana, verde e con la pelle velenosa. E puzza forte di forza e di vecchie mutande".

Era agosto di quest'anno. I casi sono due: o le azioni salviniane sono prevedibili tanto da farsi sgamare da un ingenuotto come me o ho doti profetiche; nel secondo caso, accetto assegni e contanti (per la fatturazione elettronica c'è ancora da aspettare).;-) 






domenica 18 novembre 2018

La sedia accanto e la sedia in testa (disegno "amotivazionale" ;-))

Questa vignetta del 2015 prendeva  per i fondelli le maestre (bonariamente, sia chiaro: voglio loro un sacco di bene).
Allora si parlava di sedia accanto.
Ora volano in testa ad una professoressa (precisamente sulla spalla, secondo il referto medico).



Non è giusto! I Lanciatori di sedie sono favoriti: mirano a una che ha il posto fisso!

L'articolo di cronaca è questo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/16/news/vimercate_quindici_giorni_di_sospensione_allo_studente_che_lancio_una_sedia_alla_professoressa-211863378/



Orbene, ordunque: un bulletto lancia una sedia all'indirizzo della propria professoressa. E' evidente che non la ama e non l'apprezza. Tutti tacciono in classe, finché il colpevole, messo alle strette, scrive una letterina con le tante scuse di prammatica.
L'allievo viene punito con il massimo della pena prevista dai regolamenti scolastici: 15 giorni di sospensione con obbligo di frequenza. 
Lasciamo perdere l'entità della pena, perché non è questo che mi turba.
Mi sconvolge il fatto che il ragazzo, scontata la pena, rientrerà nella stessa classe con la stessa professoressa.
La vittima dovrà, dunque, tenersi una serpe in seno fino alla fine dell'anno scolastico.
Che ne dite? Tutto bene?
Davvero nessuno pensa che una simile situazione sia del tutto abnorme dal punto di vista psicologico? Chi sarà punito alla fine della fiera? Il prode lanciatore di sedie o la professoressa destinata all'intossicazione da benzodiazepine?

P.S. Leggete bene l'articolo e valutate bene la reazione dei genitori per la mancata partecipazione della docente al Consiglio di Classe. Vi si aprirà un mondo. Intelligenti pauca.

sabato 17 novembre 2018

Deliri dal sottoscala del vecchio docente rimbesuito e forse leggermente reazionario per età anagrafica.


Basta leggere in giro tra la cyberspazzatura e tra gli scambi di molti docenti e genitori, nel contenitore variegato dei messaggi motivazionali, ed è tutto un proliferare dei “come”: non insegnare a tuo figlio (o al tuo alunno) qualcosa, perdinci, quanto sei arretrato!, ma insegnagli “come” arrivarci.
Non è solo un difetto degli educatori, sia chiaro.
Anche i politici non scherzano: è certamente meglio non mandare pesce ai paesi poveri, eh!, non si sa mai che si abbuffino e se ne stiano sull'amaca a schiacciarsi un pisolino per smaltire il bolo, 'sti fannulloni!, ma insegniamo loro prima e soprattutto come pescare.
Insomma, è la vittoria del “come” sul “qualcosa”.
L'effetto finale è sotto gli occhi di tutti: persi nel metodo, nell'apprendere il “come”, si perde di vista il pesce; l'addestramento sull'uso della canna da pesca si scontra col fatto o che la canna da pesca non arriva a destinazione o che pescare con le mani, pur con le attrezzature teoriche del metodo, è difficile quando il lago con i pesci è scomparso.
E il pesce, ovviamente. non glielo inviamo per principio, perché costa.
In termini educativi, scusate l'eccesso polemico (e lo è: conosco maestre che, a ragione, perché non lo fanno, mi sputerebbero in un occhio o in entrambi) tutto questo si traduce in: non ti insegno l'ortografia, le aste e il corsivo, ma ti parlo di Jacobson, ovviamente nel primo anno della primaria.
Sia chiaro: il “come” è democraticissimo (in apparenza): nessuno ti impone nulla, non ti obbliga ad essere un contenitore passivo di un qualcosa che non ti appartiene.
Educare, lo sappiamo tutti, è un tirare fuori. Rendere chi non ha mezzi, o meglio sembra non averne, erogatore di contenuti, insegnandogli il “come”, è sicuramente più bello. Anche esteticamente.
L'effetto è che i bimbetti di fronte al foglio bianco sanno forse come fare (anche se francamente, per esperienza diretta, ne dubito), ma non hanno materiale da mettere nero su bianco.
Insomma, pretendere opere di architetti, senza laurea, e di operai generici, senza muratori, malta e mattoni, ai bimbi è un bell'esercizio, ma il culo al caldo di un edificio costruito con tutti i sacri crismi dell'arte edilizia non riusciremo mai a mettercelo.
Ah, non fraintendete! So benissimo che ciò che dico si presta alla solita tiritera che il saper fare è meglio del sapere. Niente affatto.
Chi sa è fichissimo, a mio modesto parere, ma prima di arrivare al “come” bisogna passare attraverso le forche caudine del “qualcosa”.
Si impara il “come” solo per imitatio e aemulatio.
Ad esempio, prima di riuscire vergare le lettere in gotico bisogna essere esperti nel tracciare le aste, prima di disegnare in prospettiva è utile che i bimbi sappiano tirare le righe dritte con il righello, e le mie son banalità (sì?).
E' inutile insegnare ai bimbetti le funzioni di Propp alle primarie , quando non sono in grado di comprendere e produrre un testo semplicissimo ed è inutile spiegare il predicativo del soggetto nelle scuole medie quando l'analisi del verbo dei preadolescenti non sa discriminare né i modi né i tempi.
Il rischio di anticipare il “qualcosa”, e peggio ancora il “come” complesso senza che il “qualcosa” si sia solidificato, può essere spiegato con un esempio facile facile e polposetto per l'immaginario collettivo: pretendere che i bambini apprendano un approccio adeguato alle tematiche sessuali senza passare dall'ape e il fiore (il “qualcosa”) e avvicinarli precocemente alle tematiche sessuali espondendoli a immagine di Pornhub è un'idiozia, no? Riempirgli, inoltre, la testa di come sia bella relazione tra uomo e donna attraverso delle slide sul concetto di rispetto reciproco, tutti sanno che è fallimentare, perché ad una certa età simili questioncelle non possono essere comprese, vero?
Insomma, tirando le somme del mio delirio di fine settimana: prima i principi fondamentali senza fretta e a passo di formica, poi qualche contenuto memorizzato anche a pappagallo (esercitare la memoria, santiddio!, che male c'è?) e poi, solamente poi, il metodo.
Passo passo, lentamente lentamente.
Avete capito: il mio è un elogio alla lentezza, temperato dalla fretta di non costringere quelli svelti di comprendonio a ripetere le stesse cose.
Festina lente:  il delfino attorcigliato all'ancora.


lunedì 12 novembre 2018

Fantapolitica


Io, docente di Lettere delle Scuole Medie di ruolo, vengo nominato, non si sa per quali meriti, Senatore. Mantengo il mio ruolo e mi prendo un bel po' di soldi come Senatore.
Decido di punto in bianco di scrivere un Decreto Legge: 
“ Per ottenere e mantenere la Cittadinanza Italiana è necessario dimostrare di avere una conoscenza della lingua a livello B1 ( per l'attuale governo 81, perché la B e l'otto si scrivono all'incirca nello stesso modo). L'esame è obbligatorio e coinvolge tutti gli Italiani maggiorenni e coloro che richiedono la Cittadinanza italiana. Il pagamento per ogni esame della durata di due ore è di 3000 euro per ogni candidato. Perché l'esame sia valido è necessaria la presenza di un docente di Lettere delle Scuole Medie di ruolo".
Già mi immagino gli improperi e gli sputazzi: “Fantubista da due soldi, ti vuoi far pagare un sacco di soldi? Bastardo! Testa di cazzo! Chi sei tu per decidere chi è italiano o no? Chi credi di essere? Qualsiasi persona può fare il tuo mestiere! Non c'è mica bisogno della Laurea! Vuoi difendere la categoria dei tuoi colleghi fancazzisti, vero? Sei una merda!” (Mi scuso per il linguaggio che non è il mio, ma il fine è mimetico ossia quello di dare un'idea del linguaggio degli indignati in simili occasioni).
Pillon fa la stessa cosa con l'affido condiviso, imponendo la mediazione familiare. A pagamento.
E tutti applaudono. 
Anch'io: però, alla loro idiozia al cubo.
arz62

La campagna di odio infinita. Consigli gratis al governo in carica. (Non adatto a un pubblico sensibile)


POST SGRADEVOLE. NON ADATTO PER I DEBOLI DI STOMACO E IN BILICO PER QUANTO RIGUARDA IL “POLITICALLY CORRECT”. 

ASTENERSI MINORENNI E CATEGORIE MINORITARIE.


Consiglio al Governo in carica. Gratis.
Pigliarsela con alcune categorie minoritarie va sempre bene in termini di consenso. In ispecie, se si tratta di categorie che non hanno mai goduto di grande stima da parte del popolino: ebrei e zingari, in primis.
Sia gli uni sia gli altri stanno sulle balle a molti a prescindere.
Sugli zingari poi non si sbaglia mai, e non c'è Destra o Sinistra che tenga. Colpiteli per qualche loro marachella (che sia grave e falsa, come il rituale rapimento dei bambini, o che sia reale e vera, ma legata alla loro condizione marginale, come l'accattonaggio e la tendenza al furto nei confronti dei non Rom, non ha alcuna importanza) e i vostri fan andranno in delirio: gireranno per le città con corda e sapone per appenderli al primo albero.
A breve distanza ci sono coloro che soffrono di qualche malattia reale o presunta: lebbrosi, impestati e untorelli, omosessuali e giù a scendere fino ai bimbi con la Sindrome di Down.
Dite che vi vanno schifo come i ragni e troverete vasto consenso.
Ci si vergognerà un poco, ma solo davanti alle telecamere.
Certo, se qualche giovane Down o qualche genitore di ragazzi Down vi trovasse e vi cavasse gli occhi, come sarebbe giusto, non potreste lamentarvi, perché non potereste poi scagliarvi contro l'Associazione nazionale ciechi.
Colpire poi altre tipologie umane deboli porterà altra acqua al vostro mulino: il vostro primo cavallo di battaglia, i Meridionali (ma non quando chiedete loro il voto) è bolso e i paciosi Romani di Roma Ladrona (ma non quando occuperete in pianta stabile lo scranno parlamentare) vi sono troppo simpatici perché vi assomigliano tanto.
Poiché chi appartiene ad altra cultura può fare meno danni al vostro consenso di coloro che rivendicano per aver la vostra stessa Carta d'Identità la vostra nazionalità, prendetevela prima con gli Albanesi e poi con i Rumeni.
Questi, essendo di pelle bianca e parlando una lingua italiana spesso migliore della vostra, vi creeranno qualche grattacapo.
Andate sul sicuro, si può passare ad altro: ci sono gli imperscrutabili Cinesi che non muoiono mai, gli Islamici con la scimitarra in mano, e, ovviamente, gli uomini neri che spaventano tutti perché nel buio non si riconoscono e non si sa mai che li investiate con le vostre automobili e dobbiate subire un processo per colpa di una Magistratura collusa con Soros.
Create l'immaginario collettivo dell'invasione e della sostituzione etnica. 
E le masse vi appoggeranno plaudenti e vi faranno andare al governo.
Ventilate il pericolo del Complotto internazionale per farvi fuori ora che siete al potere.
Aggredite dunque i nemici interni, gli sporchi, spocchiosi e inutili intellettuali, i giornalisti puttane e le giornaliste troie e i pensatori prezzolati dai poteri forti.
Schedate gli oppositori quando manifesteranno contro di voi e fateli sentire minoritari virtualmente, occupando i social con le vostre cazzate.

Scusate il climax drammatico, ma arrivo al punto: prima o poi, sappiate che ogni italiano ormai ha a che fare, e ne condivide la sofferenza, con almeno una di queste categorie oggetto di questa vostra campagna di odio senza termine.
La constatazione che solo sei passaggi ci possono portare a qualsiasi essere umano grazie a Facebook potrebbe, dunque, rivelarsi un boomerang a vostro sfavore.
Pensateci e fermatevi. 
Anche i social possono remarvi contro.
Incominciate a dispensare baci. Non solo ai propri figli e ai rosiconi, eh!
Il conto Paypal per il consiglio gratuito è a fianco. N.B. Per la Guardia di Finanza: trattasi di donazione non di pagamento ;-)



sabato 10 novembre 2018

Piccole tecniche persuasive di sicura efficacia. Come essere Barbari ed essere votati dai Romani.


La Lega sta facendo il botto. E ci si domanda il motivo: ha una classe politica mediocre e una prospettiva politica che vede fino alla punta del suo naso. Però, ha gran fiuto.
Prendete l'uomo medio, quello che si deve arrabattare da mattina a sera per mantenere una stabilità economica della famiglia ed accumula frustrazioni su frustrazioni (reali).
Diamogli l'offa di poter fare quello che vuole.
Vuoi un'arma perché hai paura? Eccotela.
Vuoi andare a 150 Km/h sull'Autostrada? Ecco il provvedimento ad hoc. Puoi sfrecciare sull'Autostrada con la tua BMW.
Sei uomo e vuoi divorziare, ma non vuoi finire sul lastrico per le richieste di una moglie che non ti vuole più vedere e che magari non vuole farti vedere i tuoi bambini? Eccoti il decreto Pillon.
E' ovvio che l'uomo medio (e mi ci metto anch'io), inizialmente, se ne compiace: che c'è di male?
Chi non sogna in cuor suo di prendere un'arma e di stendere il rapinatore che attenta alla tua vita e ai tuoi beni?
Chi non ha mai superato i limiti di velocità e ha pensato che tutti questi limiti di velocità non siano altro che un'invenzione per tormentare il povero cittadino e farlo arrivare in ritardo al lavoro o a casa dopo una lunga giornata di fatica?
Chi non soffre nel vedere che a causa di un divorzio la vita di un uomo passa dalle stelle alle stalle?
L'uomo comune, in quanto tale, può non vedere certe sfumature e talvolta fatica a cogliere i nessi di causa e effetto. Gode comunque come un matto per il fatto che qualcuno accarezzi questi sogni.

Accontentare tutti gli istinti primordiali (quelli che gonfiano l'ego di ognuno di noi) ha, però, delle conseguenze: dal vecchietto che ammazza il perito del Tribunale a colpi di arma da fuoco perché teme il pignormento, al pazzo che a 150 Km/h falcia la felice famigliola che se ne sta andando tranquillamente in vacanza e , infine, inorridite, perché di fatto avverrà questo, al padre, violento e magari abusante, che potrà passare il 50% del tempo dell'affido con il figlio con tutti i crismi della legge.

L'uomo comune può essere miope, ma l'uomo politico no.
La logica vorrebbe che quando i nodi verranno al pettine i promotori di queste iniziative pagheranno uno scotto in termini di consenso. Sbagliato.
All'ennesimo morto ammazzato con Beretta di ordinanza da parte del comune cittadino scenderà il silenzio. Non dell'imbarazzo (perché il senso di colpa certi politici non sanno neanche come si scrive), ma dell'indifferenza. 
Scrollatina di spalle, e, a seguire: “E' stato un errore di valutazione di quell'uomo stolto, ma voi ben sapete che ci sono i delinquenti in giro che vogliono penetrare nottetempo nelle vostre villette!”.
L'errore di valutazione sarà solo del singolo cittadino, non della legge e di chi l'ha proposta.

Per la famigliola falcidiata si prospetteranno ergastoli per gli automobilisti incapaci di controllare i loro bolidi e si proporranno alla popolazione tutta corsi di aggiornamento di guida sportiva all'Autodromo di Monza.

Per l'ennesimo abuso in famiglia, si procederà a screditare le madri, dipinte come avide approfittatrici, e i bimbi abusati, perché, si sa, raccontano una montagna di bugie e, signora mia, queste cose (a fronte di dati statistici inoppugnabili) non succedono in famiglia.
Il buon papà non abusa dei figli. E,  anche nel caso disgraziato che lo cogliessero in flagrante, state pure certi che i promotori di un decreto che riporta indietro le lancette della storia di cinquant'anni proporranno sui loro giornali di riferimento il ripristino della pena di morte che porterà ulteriore consenso al loro movimento politico. O la castrazione chimica o qualsiasi armamentario medievale e barbarico che plachi l'inesauribile desiderio di sangue del popolino. 

Insomma, il circolo sarà vizioso, viziosissimo, per la società che si imbarbarirà e perderà di vista diritti che sono costati lacrime e sangue, ma altamente virtuoso dal punto di vista elettorale per chi di questi diritti vuole fare strame. 

Et voilà! I barbari, quelli che l'hanno appellata "ladrona", hanno conquistato Roma e si fanno i selfie alla Fontana di Trevi. E, tirchi come sono, non lanciano nella vasca denaro loro, ma quello di Roma "capta".
Applaudite. In fin dei conti, sono dei geni!
arz62

giovedì 8 novembre 2018

Renzie e Verdini, storia di un amore finito male.

Verdini è stato condannato a 4 anni e 4 mesi per bancarotta. Sta collezionando condanne su condanne e ben si sapeva la pasta dell'uomo nel 2015 a cui si affidò il PD,  quando scrissi questa parodia poetica.
Solo qualcuno non se ne era accorto: Renzi, quello che ancor oggi ammorba l'opposizione che si potrebbe costruire all'attuale governo.


RENZIE, L'ALBATRO AZZOPPATO

Sovente, per diletto, i marinai1 catturano dei Renzie, grandi
bischeri marini che seguono, indolenti2 compagni di viaggio, il
carrozzone politico scivolante sopra gli abissi amari3 della corruzione.

Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro forzista4, goffi
e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi la grande ala verdiniana quasi fosse un remo5.

Come è intrigato e incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco
addietro così bello, com'è brutto e ridicolo! Qualcuno irrita il
suo becco con un voto contrario6, mentre il Renzie, zoppicando, mima
l'infermo7 che prima volava!

E il Renzie, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere della minoranza8, è veramente un principe decaduto delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non puo'senza la sua Ala9 di gigante avanzare di un passo.
arz

  1. Nella metafora l'Autore rappresentare l'opinione pubblica che esercita il suo diritto di critica.
  2. L'aggettivo mette in evidenza la perplessità del Poeta verso il Renzie che non si opporrebbe come dovrebbe al malcostume politico.
  3. L'aggettivo , inconsueto quando riferito agli abissi, attraverso la sinestesia esprime l'amarezza del popolo democratico per la timida opposizione alla corruzione dimostrata dal partito.
  4. L'Autore mette in evidenza la provenienza del Renzie, più vicina al mondo del Popolo della Libertà che al rosso sbiadito del PD.
  5. L'autore non allude al fratello di Romolo, ma al remo della barca del folle volo renziano. Tutti sanno che il fratello di Romolo si chiama Remolo.
  6. Si allude alla timida opposizione all'interno del PD.
  7. Si fa riferimento al “Bergolo Berlusconensis”, piccolo uccello ( absit iniuria verbis!) a cui il Renzie si ispira, modello inarrivabile, ma caduto in disgrazia temporaneamente.
  8. Il Renzie dimostra sprezzo per le minoranze quando può contare sull'appoggio dell'azzurro; ora , in difficoltà, si deve accontentare del remo verdiniano.
  9. Alleanza liberlpopolare per le autonomie.

lunedì 5 novembre 2018

Lo spirito dei tempi (1)

Lo spirito dei tempi. 
Ci si scalda con la legna che si ha e nessuno, dunque, si commuove alla vista della piccola fiammiferaia destinata all'assideramento 

venerdì 2 novembre 2018

Auschwitzland e "Humor nero". Del diritto di Satira.


Breve e mesta notazione: non tutti hanno lo stesso rapporto con la morte.
Nel piccolo mondo dei disegnatori il dibattito è stato aspro in questi anni: a fronte di episodi tragici (terremoti, stragi anche di disegnatori, cadute di ponti, morte di personaggi controversi et similia) la Satira non si è tirata indietro. “Humor nero”, si difendono coloro che si sono cimentati; più frequentemente si appellano al diritto di satira, che, dicono, non dovrebbe avere vincoli, dovrebbe essere “assoluto”, non temendo nessun tabu (Religione, Morte e Sesso).
Ed è facile che chi è del mestiere, a fronte di una vignetta che è spesso in bilico tra un diritto legittimo e il cattivo gusto (ridere dei morti viola l'antica prescrizione del “parce sepulto”) si risenta assai se i colleghi alzano il sopracciglio: conosceva i rischi dell'impresa, ma soppesando costi e ricavi aveva pensato che il profitto fosse evidente e la perplessità di chi dovrebbe apprezzarlo lo amareggia. Si può ben immaginare la reazione se la critica poi viene da chi di satira non si occupa!
Il terreno del riso ;-) come quello del pianto attinge all'humus comune della nostra umanità; i terreni del riso e del pianto sono vicini, ma lo steccato è assai basso e, oplà, ti trovi facilmente dall'altra parte (e la staccionata che separa la vita e la morte, lo sapete tutti, è ancor più eterea).
Perché questo lungo sproloquio neanche troppo divertente?
Pochi giorni fa una ragazzotta si è presentata con la maglietta “Auschwitzland” e si è difesa con lo scudo di cartone del diritto di poter fare “humor nero”.
Ecco chi fa Satira gioca con la morte perché sa che sta parlando di sé, oltre che degli altri, perché sa che la sorte comune della morte è uno dei collanti dell'umanità. Se si ride della morte, lo si fa per non piangere. Ed è perfettamente umano che si rida o si pianga insieme.
Il riso sguaiato della ragazzotta diceva altro: diceva che la morte degli altri non era poi così importante e che non la riguardava.
"Loro sono morti ad Auschwitz, e ben gli sta, perché non ho nulla a che spartire con loro, neanche il minimo comun denominatore dell'umanità, e io, vivissima, col sorriso in bocca e col braccio teso, sono a Predappio a bermi in allegria una bella birretta con i camerati".

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