lunedì 28 dicembre 2020

Osservazioni scioccherelle 3

Tik Tok a Napoli da La Repubblica on line

In questo ultimo scampolo di 2020, un'altra notazione scioccherella. I fatti: un gruppo di minorenni si fanno riprendere mentre prendono a calci una statua a Napoli.

E' inutile osservare che la statua non c'entra nulla: poteva essere un busto bronzeo di Vittorio Emanuele II o un'opera iconoclasta di polistirolo alla Cattelan. 

C'entra, in parte, McLuhan insegna, il mezzo utilizzato ossia “Tik Tok”. 

C'entra, di sicuro e tanto, l'ostentazione della propria idiozia come elemento di attrazione del pubblico internettiano.

Purtroppo, i giovincelli hanno imparato da altri e più in alto e non solo dall'osculatore di salamelle. 

Chi scrive un tweet per spararla grossa, chi augura morte violenta a chi gli sta sugli zebedei e chi, come me, invece di osservare con la mandibola dislocata il magnifico spettacolo della neve che imbianca la mia città dopo anni di assenza, commenta una notiziola di taglio basso e di infima pagina con il ditino molareggiante non si sottrae alla “vetrinizzazione” dei propri pensieri e delle proprie azioni che è tipica di questi tempi. 

Che il 2021 ci porti un po' di riservatezza e di silenzio. E tanta tanta serietà.


domenica 6 dicembre 2020

Osservazioni scioccherelle- 2

 Un'altra osservazione scioccherella: nel mondo di Internet e di Facebook in particolare è facile interloquire con persone che non la pensano come te.

Il che, in linea di principio, è cosa buona e giusta.

Orbene, ordunque: non sempre è, però, utile discutere quando non si è d'accordo su alcuni principi fondamentali.

Ricorrerò ad exempla, ma capirete lo stesso.

Se vedo al telegiornale in un filmato un uomo con la pistola fumante e davanti a lui un cadavere, penserò, dai dati che percepisco, che sia avvenuto un omicidio.

Ovviamente se assisto alla stessa scena all'interno di un telefilm poliziesco, sarò propenso a credere che l'omicidio sia simulato, ma utile ai fini della storia narrata.

Un tempo si rideva del telespettatore troppo sensibile che davanti a una rappresentazione inorridiva come se la scena fosse reale e non fittizia.

Oggi, purtroppo, avviene esattamente il contrario: davanti a una narrazione reale non scatta nessun raccapriccio poiché qualche telespettatore la crederà fittizia.

La discussione con questi ultimi sarà del tutto inutile.

Vediamo perché.

Contesteranno per prima cosa l'autorevolezza della fonte: “Vuoi che quel telegiornale dica la verità?” Nel momento stesso che porterai altri filmati di altri telegiornali che riporteranno la stessa scena da inquatrature diverse, la risposta pavloviana sarà: “Si sono messi tutti d'accordo per ingannare il popolo bue. E' il grande complotto dell'informazione!”

Passati un po' di giorni, quando l'avvenimento sarà considerato reale dai più, l'incredulo, ormai costretto ad utilizzare altre armi, partirà con la disamina di ogni particolare del video.

E scoprirà l'innaturalezza della posizione del cadavere e le anomalie nelle inquadrature. Discuterà con la competenza del balistico sulla traiettoria del colpo e con quella dell'armaiolo sul modello della pistola.

Quando si controbatterà (e sarà difficile convincerlo del contrario perché la realtà è complessa e non sempre c'è un filmato che ci permetta di definire con chiarezza ciò che è accaduto nel passato), chi non vorrà convincersi troverà mille questioni irrisolte che, anche con la perizia degli esperti, non riuscirete mai a smontare. 

Perché di esperti se ne trovano millanta e tra i millanta ce n'è sempre qualcuno che ama far il bastian contrario.

Ed il dialogo sarà impossibile e del tutto inutile. Anzi sarà anche dannoso: perché uno degli obiettivi di molti interlocutori di tal fatta è proprio farvi dubitare non solo di ciò che hanno visto gli altri, ma anche di quello che avete percepito voi stessi, "personalmente di persona" (gas lighting).

Non ci sarà mai un punto fisso su cui concentrarsi nel discorso ed il frullatore* delle ipotesi alternative renderà la realtà una poltiglia assolutamente indistinguibile dal caos primigenio.

L'unica soluzione sarà utilizzare le sue armi: negare l'esistenza di chi pervicacemente non si vuole arrendere alla concretezza del reale per cedere alla scivolosità della fantasia (che si trasforma, ahimé, spesso, in una qualche forma di psicosi collettiva).

“Non esisti. Perché vuoi parlare con me, ectoplasma? Dimostrami la tua esistenza! ”

*Copyright: Corrado Augias.

Osservazioni scioccherelle -1

 Osservazione scioccherella: nel mondo di Internet e di Facebook in particolare, tutti pretendono un diritto di ascolto, in quanto utenti e, più in generale, in quanto uomini degni di essere ascoltati. 

Orbene, ordunque: bisogna fare un distinguo.

Per accedere a qualsiasi attività, compresa la discussione con qualcun altro, si dovrebbero avere alcuni prerequisiti.

Per fare un esempio scolastico, per affrontare il Latino, diciamo nella sua versione di insegnamento più tradizionale, un'infarinatura di Analisi logica sarebbe utile e opportuna.

La si studia (maluccio) nelle scuole medie.

Qualcuno, nel mondo dell'etere cibernetico, pretende di avere a che fare con te in qualsiasi caso.

Non è raro vedere alcuni che prima ti insultano direttamente oppure ti inseriscono nel novero dei bischeri, e poi richiedono il tuo ascolto e la tua comprensione.

Costoro mancano, come avrete tutti certo capito, di un semplice requisito: il rispetto dell'interlocutore. Cercare un qualsiasi contraddittorio con chi si disprezza è un segno di una grave patologia: o la sottovalutazione dell'interlocutore è fittizia e non si vede allora la ragione di premetterla o è reale ed allora non è logico che ci si misuri con chi si ritiene a tutti gli effetti inferiore sul piano dialettico o antropologico.

In sintesi: prima rispetta colui con chi vuoi discutere, poi incomincia a dire la tua.

L'avete capita o siete tutti scemi? ;-)

mercoledì 2 dicembre 2020

La (Mezza) notte santa.



 - Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?

Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

                                                                                                     (Guido Gozzano, La notte Santa)

Be', c'è la storia del Sol Invictus per la data del mese della festa della Rinascita. 

Poi c'è Dionigi il Piccolo che, insomma, non ha fatto bene i conti con la morte di Erode e insomma non si sa se l'anno zero è proprio zero o se l'Exiguus ha sbagliato di 4 o 6 anni. 

Inoltre, il calendario era un po' ballerino e per lunga pezza non si sapeva bene quando iniziasse l'anno se il 25 dicembre, l'1 gennaio o l'1 settembre o il 21 marzo.

 Si tirava a freccette sul calendario e poi ci si scannava per stabilire la Pasqua che è una festa mobile che sfuggiva ai calcoli. 

Si spaccava il capello in quattro per la correzione dell'indizione.

Ora, però, mi raccomando la Mezzanotte è la Mezzanotte. 

E se il bambino viene  al Mondo in anticipo non vale: i Magi arrivano in ritardo il Primo Magio, la Stella Cometa va a farfalle per l'Universo e gli Svizzeri devono ritarare tutti i cucù. 



domenica 22 novembre 2020

Pissi pissi bao bao (post per docenti): "La verifica".

Visto che è Domenica e non posso uscire (avete notato quante magnifiche giornate novembrine si inanellano l'una all'altra in pieno lockdown? Ci sarà un disegno divino?), dopo avere lavorato mezza mattinata sulle solite scartoffie scolastiche che ci impongono e, talvolta, ci autoimponiamo, mi sembra giusto dedicare una dramma di riflessione umoristica su quel che succede con la DAD in merito alle verifiche on line.

Dopo il mio post precedente che ha bacchettato (inutilmente) l'insegnante intrusivo e controllante, mi vorrei soffermare su un altro aspetto divertentissimo della DAD (a me, come si dice adesso, fa “riderissimo”): la fine del culto della verifica (e nessuno sghignazzi maliziosamente togliendo il “veri”: non siete alle scuole Medie!)

Orbene, ordunque: tanto tempo fa, quando c'era la didattica in presenza, tra il pre-azzolinano inferiore e quello superiore, tutte le Presidenze intimavano al Corpo Docente (scusate l'abuso della Maiuscola, ma ha fini espressivi: serve per dar l'idea dell'aspetto religioso della questione) di preservare la “sacra” verifica scritta.

Tuonavano: “E' un Documento, è un Testimone! Quando ci sarà il Giudizio Ultimo e Universale ossia il ricorso al TAR, la Sacra Reliquia testimonierà della vostra purezza e della vostra integrità morale e professionale!”

Sì, quello straccetto di carta, talvolta stropicciata e sbiascicata dopo la consegna a casa dalla bava del cane o del gatto, dove voi avete vergato (di fretta e annoiandovi a morte) con l'apposita Bic rossa (la matita bicolor no, ché sta andando in pensione, per ragioni legal-burocratiche: si può cancellare...) l'errore marchiano del vostro allievo, sarà usata, davanti al Tribunale Supremo, per sancire in Cassazione la meritata bocciatura (nomata ora, in ottemperanza al tabù imposto dal Dogma del Successo Formativo, “Non ammissione alla classe successiva”).

Nella temperie della DAD e della DDI, le carte si sono scompaginate: l'allievo può barare facilmente e alla grande.

Durante le interrogazioni può simulare un malore tecnologico della telecamera, può visionare di nascosto appunti fitti fitti, può con un auricolare ricevere messaggi dalla SPECTRE di classe utili a minare le certezze del povero insegnante che sbraiterà invano: “Accendi la telecamera!”, “Guarda in alto!”, “Come mai ora non ti sento? Eppur muovi le labbra!” and so on.

Non parliamo delle verifiche con Google Moduli o con altri strumenti on line.

Puoi scramblare (neologismo di mio conio. Me ne assumo la responsabilità. L'Accademia della Crusca mi fucilerà alle spalle!) le domande, imporre tempi strettissimi per le risposte, insomma, puoi tentare tutti i barbatrucchi per rendere le verifiche e i test i più oggettivi possibili.

Poi ci penseranno la perizia o l'imperizia (o la falsa imperizia) degli allievi per mandare all'aria le tue mezze giornate di lavoro, spese per evitare gli imbrogli e per personalizzare i test onde evitare scopiazzamenti impropri. Se qualche avvocaticchio volesse contestare la validità della valutazione, non incontrerebbe nessun problema. A mani basse vi obbligherebbe a mangiarvi la lingua.

Per considerarla ancora valida, bisognerebbe ritornare ai tempi antichi, quando il docente, a capocchia, senza alcuna griglia , strabattendosene della soggettività o dell'oggettività, in base solo al mandato a lui riconosciuto per aver passato un pubblico concorso, poteva, senza che nessuno potesse contestarlo, dare un 1 o un 10 allo stesso compito, tranne che intervenisse dal Supremo Ministero il temutissimo Ispettore che, però, si scomodava solo a fronte di torture con spargimento di sangue (quelle psicologiche non erano contemplate) nei confronti dell'allievo o di pazzia manifesta.

Ed ecco, per ritornare al tema centrale, che la Sacra Reliquia, la VERIFICA, ritorna ad essere quello che è sempre stata: un falso in atto pubblico atto alla valutazione solo nel nome della sospensione del giudizio. Amen.


giovedì 19 novembre 2020

Pissi pissi bao bao (post per docenti): Il Panopticon scolastico.

 


Cari colleghi insegnanti, non vorrei irritarvi: già avete i nervi a fior di pelle. 

Devo, però, fare una piccola considerazione antipatica: la Didattica a Distanza, talvolta, tira fuori il peggio di voi.

Lo so che non è il massimo in termini didattici, ma ricordatevi sempre che state entrando in casa altrui e state svolgendo un servizio.

È del tutto inutile che vi lamentiate che gli allievi spengano la telecamera, freezerino la loro immagine, si mettano gli occhialini o roteino nello schermo.

L'importante è che voi riusciate a fare la vostra lezione.

Chi vorrà sentire sentirà, chi ha le orecchie e il cervello foderati di prosciutto si darà alla norcineria. Esattamente come in classe.

La DAD non è il nuovo Panopticon di Bentham ossia un carcere dove voi fate la parte dei secondini. Non siete poliziotti o, peggio, psico-poliziotti.

Siete solo insegnanti e, se riuscirete a dire la vostra senza che vi interrompano (evviva il microfono spento!), avrete già fatto tanto. 

De hoc satis. 

Adesso che vi ho detto questo, potete liberamente disturbare tutti i Santi per la qualità della vostra connessione.

mercoledì 11 novembre 2020

Bonifica. Come sdoganare il linguaggio del IV Reich.

 Come sapete, il sito "Graffi di gesso" nasce dall'indignazione per gli abusi linguistici. Non per gli errori ortografici degli analfabeti di andata e di ritorno per cui bisogna avere pietà e comprensione, ma per l'uso strumentale della lingua, in particolare quando comporta cambiamenti talvolta fatali nei paradigmi mentali. 

Ecco ora la Raggi, come ha già fatto Bossi e Salvini, utilizzare alla leggera il termine "bonifica" per descrivere lo sgombero di un campo-nomadi. 



Non ci vuole un linguista esperto per vedere quale campo semantico sia stato scomodato dal termine bonifica. Si va dal Mussoliniano impegno per l'Agro Pontino alla eliminazione delle fastidiosissime zanzare che infestano le aree paludose. 

Ecco, mi meraviglia che il linguaggio da IV Reich, attraverso il limaccioso putridume intellettuale del leghismo nostrano, passi impercettibilmente nel linguaggio dell'avvocatessa dei Cinque Stelle senza alcun rossore. 

Sarò didattico: i Rom o zingari, come vi piace chiamarli, cari Pentastellati, possono legittimamente non piacervi e nessuno vi obbliga a baciarli in bocca, ma definirli zanzare, insetti molesti a tal punto da pensare che ci sia bisogno di una bonifica per liberarsene vi porta dritti dritti nei paraggi del Partito nazionalsocialista che agli zingari, così per rammentare la questione, hanno fatto la festa "bonificandoli" con lo Zyclon B nelle camere a gas e i camini di Auschwitz.

domenica 8 novembre 2020

La morte delle Competenze nel Mondo delle Competenze. (Post volgaretto. Sconsigliato alle persone sensibili)

 


Oggi ci sarebbe da scompisciarsi dal ridere. In Italia un ex Carabiniere diventato Commissario straordinario per la Sanità in Calabria si fa rimbrottare dalla Segretaria: “Devi arrivare preparato!” Un giornalista gli chiede conto dei posti di terapia intensiva in Calabria e del Piano straordinario che avrebbe dovuto predisporre. Lui non ne sa nulla e va a caccia di farfalle nel tentativo di non fare la figura del coglione. Non ci riesce e fa quasi tenerezza quando dice che il giorno dopo non sarà più lì perché lo solleveranno dal suo incarico. Evidentemente non era il suo mestiere oppure sì, avrebbe potuto anche metterci mano, leggendosi le carte, ma non fare nulla in terra di 'ndrangheta è sempre consigliabile.

Il secondo episodio è ancor più divertente: lo staff di Trump deve prenotare una location per Giuliani che a nome di Trump urla che il voto per Biden è stato drogato e che ci sono brogli evidenti in Pennsylvania.

Qualcuno dello staff, presumo pagato lautamente, prenota il “Four Seasons”. O meglio: pensa di prenotare la sala conferenze di un Grand Hotel supermegalusso. E invece prenota il retro di un'altra quattro stagioni, una ditta sgarrupatella di fondali paesaggistici, vicino a un forno crematorio e a un negozio per la vendita di prodotti per adulti.

Un luogo squallidissimo che, scusate l'espressione, rappresenta perfettamente il “buco del culo del Mondo”.

Ci sarebbe da ridere, ma temo che ci sia da piangere.

Perché l'idea che gli incompetenti o semicompetenti possano lavorare come i competenti ha fatto breccia.

Per cui , quando in Veneto, su mandato di Zaia (che passa per essere quello intelligente del gruppo leghista), un veterinario vi farà un tampone rino-faringeo, non meravigliatevi che lo inserisca dalla parte sbagliata là dove non batte il sole.

E non si arrabbino i veterinari, lo so che non sbaglierebbero orifizio, ma io, di contro, non affiderei la mia gatta neanche al migliore cardiochirurgo del mondo. Vorrei un veterinario veterinario, non un medico appassionato degli animali.

Eppure la cultura popolare dovrebbe aiutare: “Ofelè, Ofelè, fa il to mesté”, ma, per i fighetti come noi, c'è anche la cultura classica, eh!, “Sutor, non ultra crepidam”! Ma tanto con la cultura non si mangia, mentre senza cultura...Attenti al tampone!

sabato 7 novembre 2020

Trump e i limiti della libertà di parola.

 Riprendo considerazioni già fatte in altre occasioni, dopo che (finalmente) i giornalisti statunitensi hanno interrotto il discorso di Trump che riproponeva a bella posta delle “Fake News” per non ammettere la sua sconfitta.

Nessuno, neppure il Presidente dello Stato più influente del Mondo (che è ancora annoverato nelle Democrazie), deve essere autorizzato a dire quello che vuole.

Nessuna libertà, men che meno la libertà di parola, deve fare a pugni con la realtà.

Sappiamo che il relativismo che vale a Destra e a Sinistra come antidoto agli autoritarismi di ogni risma depone a favore dei fautori delle parole in libertà. 

“Chi gestisce la verità?”, dicono. “Chi sono i custodi della verità? Chi li controlla?”

Purtroppo, da un bel po' di tempo il pannicello del relativismo che in sé e per sé ha un valore positivo  ha permesso a molti, ingenui e meno ingenui (diciamo furbastri), di affermare tutto e il contrario di tutto: l'uomo non è sbarcato sulla Luna, la Terra è piatta alla faccia di Eratostene, il Covidde non esiste, il Nero è bianco, il Bianco e nero visto che  Trump ha difeso i neri meglio di Lincoln and so on.

Nessuno impedisce agli ubriaconi dell'irrealtà di sbraitare a casuccia loro il proprio delirio.

La società civile, però, ha tutto il diritto di fermare queste derive, in particolare quando sono pubbliche.

E se si sbraita nella pubblica piazza, ci si aspetti da chi non è d'accordo ogni tipo reazione.

Non auspico le manganellate che pur si meriterebbero, ma l'isolamento sì, una versione laica di Scomunica: chi delira si confronti solo coi deliranti, nel manicomio delle loro paranoie.

Non pretendano i fautori delle idiozie tanto al pezzo di confrontarsi civilmente con il resto del Mondo, perché chi non rispetta le regole della logica e del gioco sociale non merita di partecipare alla partita.

Giochino con il loro pallone sgonfissimo nel loro campetto.

E gridino pure che l'arbitro è cornuto, anche quando non c'è.

lunedì 2 novembre 2020

Maltusiani sgangherati in tempo di penuria

 Va be', i versi non son perfetti...mancano sempre di qualcosa (o hanno qualcosa in più), ma accontentatevi.


L'AUTONOMIA REGIONALE 

L'autonomia regionale è quella cosa

che tutti voglion quando c'è grana.

Se non ci sono soldi e c'è qualche grana,

tocca allo Stato occuparsene, però.


L'autonomia insomma è quella cosa

che flette i muscoli ai vari Fontana,

davanti allo schermo e a chiara fontana,

per render bello quello che bello non è.


Se il morbo infuria e il pan ci manca,

corron tutti ad invocar lo Stato

quello che è sporco, lurido e ingrato,

ma con le tette piene di finanziamenti UE.



martedì 27 ottobre 2020

Come redistribuire il reddito. Vecchi strumenti non arrugginiti: le tasse.

 Non datemi retta. Io ormai parlo solo a me stesso e non mi capisco neanche troppo bene. In particolare quando parlo di economia.

Io che ho studiato un po' di anni fa avevo insegnanti che ripetevano grosso modo: "Per redistribuire il reddito ci sono le tasse. La nostra Costituzione la pensa così: per evitare che i ricchi siano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, bisogna far sì che si dreni il denaro  in eccesso  degli uni nelle tasche degli altri. Almeno un po'. Quanto basta".

Così dicevano.

Ora sono in difficoltà le partite IVA e gli imprenditori della ristorazione e del turismo.

Soluzione? Si drenino i soldini pubblici (magari comprando qualche caccia in meno, visto che di guerre dei Mondi non se ne vedono) e gli aiuti che stanno arrivando dall'Europa verso chi è in difficoltà.

Qualcuno avrebbe qualcosa da dire? Il principio solidaristico vuole proprio che si faccia così.

E invece no: in Italia bisogna far di tutto per aizzare gli uni contro gli altri per far sì che i ricchi , i veri ricchi, se la possano spassare meglio, vedendo poverazzi e neopoverazzi che si beccano a vicenda come i capponi di Renzo.

Alcuni esimi "Vicago in testa boys" hanno altre proposte: obblighiamo i garantiti (quelli a poco più di 1000-1500 euro al mese, sia chiaro) ad aiutare chi ora è sul lastrico.

Perché dire “abbassiamo gli stipendi” suona male, chiamiamolo pomposamente “ contributo di solidarietà”. Bella trufferia di parole, visto che si tratterebbe di un contributo forzoso.

Le paroline dei Bocchiniani Confindustriali Bonomiani sortiscono molteplici effetti strabilianti: 

1-aizzare i poveri all'eterna guerra con i più poveri; 

2- abolire definitivamente il concetto di lavoro come diritto (perché agli occhi loro è sol privilegio elargito dalle classi dominanti); 

3- additare i “garantiti” come usurpatori;

4- gettare fango sul concetto di solidarietà che ha nobili natali (socialisti: è il Mutuo soccorso) e che non merita di essere citato da chi ne ha fatto strame per principio.

Ritorno all'inizio del discorso.

Ci sono le tasse per redistribuire la ricchezza: siano usate anche a favore di chi fino all'altroieri a sentire parlare di aiuto di Stato o di reddito di cittadinanza alzava alti lai di disapprovazione.

Ora ne hanno bisogno.

Tassate chi di dovere (anche i garantiti, ma seguendo il concetto della progressività della tassazione), ma evitate innanzi tutto di rendere ancor più precaria la vita di tutti.

Il neoliberismo ha già dato i suoi frutti.

Le mosche coprofaghe ne sanno qualcosa.

sabato 24 ottobre 2020

Vedi Napoli e poi...

 O, pur sapendo che il morbo infuria, decidi di affrontarlo perché la morte per fame ti fa più paura e chiedi a gran voce che non si chiuda tutto e, in subordine, nel caso qualcuno optasse per la chiusura, pretendi legittimamente e con forza che si sostengano le categorie che non sono protette, allargando il cordone della borsa e attingendo all'annona, o neghi pervicacemente che il virus esista per cui è un dato di fatto il grande complotto planetario per limitare la libertà del cittadino e, di conseguenza, si scende, avanti o popolo, in piazza e si rompe tutto. 

Tertium non datur.

Nella seconda ipotesi, quella dello sfasciamo tutto e del complotto mondiale contro le libertà individuali, però, e Dio non voglia, se hai sbagliato i calcoli e le tue considerazioni, nel caso il morbo per puro caso ci fosse e facesse strage, si avvererebbe, pur con diversa sciagura naturale, e favorito dai napoletani veraci, il sogno dei protoleghisti: “Forza Vesuvio!”. E, ottenuto l'obiettivo di tenere tutto aperto col solo risultato di vedere i cadaveri in piazza, non ci si potrà più lamentare, perché, dopo aver fottuto, chiagnere non servirà. 

Perché o siamo Uomini o Caporali. 

Con la disgiuntiva.

venerdì 23 ottobre 2020

Consigli interessatissimi (non so se interessantissimi) alla Destra.

 

Il mio conto Paypal è a zero. E io ho profuso consigli (non disinteressati) alla Destra in più occasioni. Hanno preferito Morisi. 

Bene. 

Si schianti pure.

Voi Destrorsi avete puntato sul cavallo negazionista? Avete puntato sul ronzino brocco. Se vince il brocco, diventate miliardari, ma il brocco, ahivoi, quand'è brocco, non arriva neanche alla fine della competizione.

La Destra ha puntato convinta sul cosiddetto “negazionismo” (anch'io non amo l'utilizzo del termine e lo metto tra virgolette), sui No-mask, sui No-Vax, sui No-Brain. 

Uno può anche gridare in piazza che il “Covidde non esiste”, ma gli daranno corda solo i dementi che gli stanno intorno. I nuovi Freaks.

Un'altra cosa sarebbe stata puntare sulla linea della salvaguardia dell'economia, sul malcontento giustificatissimo di chi ha difficoltà a reggere il peso di un nuovo lockdown. Solo su quella, però.

E invece si sono imbarcati sulla navicella traballante dell'opposizione  i terrapiattisti e i fautori della cura omeopatica della peste.

Ah, siete ancora in tempo: il mio conto paypal è qui di fianco. Su, dai, datemi retta una buona volta!

lunedì 19 ottobre 2020

Pissi pissi bao bao (post vietato ai non addetti alla Scuola): Le scarpe e le teste di cartone bagnato.

 Ovviamente la Storia si ripete.

Da sotto gli scudi (“Gli insegnanti diserteranno le lezioni. Codardoni!” , “Gli insegnanti fragili sono 400000! Manderanno tutti il certificato medico!”) a sopra gli scudi ( il ministeriale “Toh! La scuola è ripartita. Grazie a tutti voi!” ), come la capra sotto e sopra la panca (vediamo se crepa), si ritorna al classico: “Di chi lavora nelle scuole poco ci importa; hanno lo stipendio fisso, facciano silenzio e pedalino” ossia al tipico atteggiamento dell'Italietta di sempre, che di scuola, di istruzione e di innovazione si disinteressa, che bada solo alla produzione del tondino e che dell'effetto domino che la chiusura della scuola ha comportato a livello economico non ha capito una cippa.

Non vado oltre, perché rischio di annoiare il lettore e non solo: di annoiare me stesso al suono delle mie stesse parole.

La questioncella che mi interessa ora riguarda la tutela della salute nelle scuole.

Benché i dati siano relativamente confortanti, la scuola comporta per molti motivi qualche rischio.

Convivere in pochi metri quadri con gli alunni non è facile e, nonostante i protocolli di sicurezza, il rischio può essere solo ridotto, non eliminato.

Orbene, ordunque, domanda da 100 milioni: quale categoria non parteciperà alla campagna vaccinale antinfluenzale per diritto?

I docenti delle scuole.

Non ho detto gratis, eh! Ho detto per diritto: perché lavorano per lo Stato in un ambiente potenzialmente pericoloso (i soliti noti che tireranno fuori la questione che anche altri lavoratori rischiano, tacciano, per cortesia, perché il benaltrismo ha scocciato assai: per chi non l'avesse capito, ma gli zucconi sono tanti, non si sta negando affatto la tutela di tanti altri lavoratori del settore privato nei servizi a cui va tutta la nostra riconoscenza: si vuole solo rivendicare il legittimo diritto di tutela di lavoratori come gli insegnanti che svolgono un servizio pubblico essenziale. Chi non capisce la questione può a mio avviso allegramente andarsene a quel paese perché ha le pigne in testa e non ci arriva).

Discriminare rapidamente il Covid-19 dalla banale influenza è vitale, non solo per i docenti, ma in particolare per gli allievi che stanno loro intorno (anche se a 2 metri di distanza).

Nell'articolo riportato si va oltre.

https://www.tecnicadellascuola.it/insegnanti-con-le-scarpe-di-cartone?fbclid=IwAR2EhN1u7I3rPsQQMdVkZJNScR66Y1wvLtxKb1c_A1f4uOgL8JzEDahgCjE

Quando un allievo è infettato, le autorità sanitarie possono imporre la quarantena alla classe, ma l'insegnante titolare non ha diritto nemmeno di sapere se è stato infettato o meno. Niente tampone e niente quarantena.

Peggio: dovrà dichiarare di aver seguito le norme Anti-Covid, come a dire che se l'infezione è avvenuta è per colpa sua, sollevando (?) i DS da ogni responsabilità.

Chi non coglie l'umiliazione sistematica imposta ai docenti da simili comportamenti?

Certo, il paragone con i soldati dell'ARMIR nella campagna di Russia è eccessivo: le scarpe di cartone no, ma le pezze al culo sì, in abbondanza.

Mi scuso per il linguaggio scurrile, ma la diplomazia va utilizzata con le persone intelligenti, ma spesso, purtroppo, alla parola “scuola” si risvegliano i mal di pancia di una frotta di teste di cartone bagnato, molti dei quali laureati (non parlo delle analfacapre funzionali), che vogliono dire, senza che nessuno glielo abbia richiesto, la loro. Tacciano.

Sì, in simili occasioni, non sono democratico. Lo so.

sabato 10 ottobre 2020

Mafia gentile. Per capi delicati.

 

Le scoppole non solo nei sondaggi, ma direttamente nelle elezioni, stanno spingendo Capitan Findus a un ripensamento della propria politica.

Poiché sono zucconi, i leghisti ci arrivano solo ora, ma io, disinteressatamente o meglio per un piccolo obolo su Paypal, li avevo avvertiti a tempo debito: raccogliere la bava degli arrabbiati va benissimo per avere un momentaneo successo elettorale fintanto che fa la schiuma, ma, se si vuole mantenere il potere, si deve sempre considerare la tendenza al percolamento della saliva dei movimenti “apolitici” e “anticasta” e, in tal caso, si rimane a secco.

Insomma, chi ha serie intenzioni di governo deve fare i conti con un elettorato, quello italiano, che a parole spargerebbe sangue a destra e a manca dei nemici reali e immaginari, ma che, in realtà, nei fatti, ama fare quello che ha sempre fatto: occuparsi dei fatti propri senza che qualcuno rompa troppo le scatole.

I due errori di Capitan Findus sono sempre gli stessi: accarezzare il micio del neofascismo, dar croccantini al popolo dei bavosi giustizialisti con la Colt in mano e, non ultimo, ma ben più pericoloso, costituire corpo spongioso per le infiltrazioni della malavita al Nord e al Sud d'Italia. E se una sua esponente, improvvidamente, è andata strologando di una “mafia sensibile”, non è per caso: vuol dire che si è sentita autorizzata, pur di raccatar voti, e nell'ottica regionalistica della sua prolusione, dall'atteggiamento ambiguo del suo partito. 

Su, il conto Pay Pal è aperto. Bastano pochi euro e poi potete sempre attingere dai 49 milioni! . ;-)


sabato 3 ottobre 2020

Buon gusto vs Cattivo gusto.

 I nemici del “politically correct” che amano dar del “frocio” all'omosessuale e del “mongoloide” a chi soffre di Sindrome di Down, perché altrimenti si sentono dimidiati della loro libertà di “penziero” da un bel po' di tempo in qua incominciano ad accusare i loro avversari di essere troppo truci e di mancare di buon gusto e di pietas.

Se qualche personaggio politico influente che attivamente se n'è strasbattuto dei protocolli di sicurezza antiCovid, portando il numero dei morti nel proprio Paese a cifre stratosferiche, si ammala del morbo che cinque minuti prima, a suo dire, non era esistito o era facilmente debellabile con l'Idrolitina ;-), i feroci saladini del anti-politically correct ora impongono il silenzio e il “parce sepulto" (che sepolto ancora non è).

Non è, a parer loro, di buon gusto sorridere per le malattie altrui.

Peccato, che i protagonisti della più grande topica  del nuovo Millenio abbiano irriso chi ha sempre predicato la pericolosità del virus e abbiano montato come la panna, con l'aiuto attivo dei loro amichetti giornalisti, il partito dei no-mask e no-vax.

Sono convinto, si parva licet componere magnis, che nel 1962, costoro avrebbero ritenuto di cattivo gusto non dispiacersi per l'impiccagione di Eichmann.

 Alla faccia dei sei milioni volatilizzati nei camini.

Dove sia poi il “buon gusto” nel sottovalutare un virus che fa strage dei tuoi compatrioti è un mistero e dove sia la logica di costoro nel considerarsi fieri “sovranisti” dopo aver contribuito, con la loro boriosa dabbenaggine e superficialità da no-brain, a falcidiare il popolo che ha permesso loro di sedersi sugli alti scranni lo sa solo Dio.

venerdì 18 settembre 2020

I giornali e i fragili meccanismi della scuola.

 Prima i giornaloni che dovrebbero rappresentare il faro della buona borghesia: perepepè, 400 mila insegnanti marcheranno visita, fingendo malattie e dichiarandosi “lavoratori fragili”!

A rimorchio i giornali spazzatura della Destra becera quella che ha garrotato la scuola a suo tempo e che si interessa alle questioni educative solo per dare addosso all'Azzolina.
Poi le cifre calano: i lavoratori fragili saranno 250 mila.
Ora un centinaio.
Se gli insegnanti mancano, zucconi, non è dovuto ai docenti codardoni, ma al fatto che nessuno oggi, se non per ripiego o per vera vocazione (Dio li abbia in gloria!), vuole fare l'insegnante.
Le quintalate di letame costantemente buttate col ventilatore e a spruzzo in vent'anni e più in modo bipartisan su quella che a parole dovrebbe costituire la categoria che dovrebbe curare la formazione della gioventù per la creazione di una società ricca e efficiente stanno dando i loro frutti: non i diamanti auspicati da De Andrè, ma i 150 mila supplenti che tapperanno a fatica il buco nel personale (e bisognerà pensare anche ai non laureati, sorry) e i pochissimi insegnanti di sostegno specializzati (l'equivalente dello sparare alla Croce Rossa).
L'attenzione nei confronti della scuola è simile a quella che molti adulti riservano ai bambini: a parole si commuovono alle lacrime pensando che essi saranno il futuro della società, ma, se rompono troppo, se ne dovranno tornare in silenzio in cameretta a giocare con l'I-Pad, ché i grandi devono scolarsi il contenuto del piano bar.

martedì 15 settembre 2020

Una ragione per il “No”. Facite ammuina.

 

Girano in rete migliaia di messaggi di questo tipo: si prende un politico particolarmente controverso e spaccamaroni, si calcolano le sue assenze in Parlamento e si appone il seguente slogan: “Cacciamo dal Parlamento i parassiti”.

Lasciamo perdere la metafora entomologica che non mi piace (parassiti, zecche, pidocchi et similia: riportano tutti al linguaggio del Terzo Reich), ma siamo sicuri che la riforma eliminerebbe questi personaggi dall'agone politico?

Prendiamo un esempio a caso: Vittorio Sgarbi.

Vittorio Sgarbi ha collezionato il 75% delle assenze nella sua attività parlamentare.

Ovviamente ha le sue buone ragioni: oltre allo stipendio e il vitalizio garantito, può accedere a più lauti guadagni in comparsate televisive che in nuce consistono nel grido “Capra! Capra! Capra!” rivolto ai suoi interlocutori e in attività in qualità di critico dell'Arte alla page in giro per l'Italia, invitato da amministrazioni comunali compiacenti, sorelline che lavorano nel campo dell'Arte e da un pubblico che pende dalle sue labbra, perché si sa, a Destra, chi parla bene ha un certo credito, basta che non sia di Sinistra.

Orbene, ordunque. Qualcuno pensa sul serio che uno come Sgarbi sarà estromesso dal nuovo parlamento liofilizzato? Ingenuotto, pollo, vincenzo chi ci crede!

Sgarbi è un personaggio pubblico di successo: calamita l'attenzione di una vasta platea e porta voti al partito che lo candida.

E' ovvio che i politici estromessi dalla nuovo riforma saranno quelli con minor copertura mediatica e, in particolare, televisiva.

Prepariamoci, ordunque, fautori del “Sì”, non solo ad avere un parlamento anoressico, controllato da un'oligarchia partitica che deciderà nel retrobottega, ma anche ad un'assemblea rappresentativa sempre più simile alle trasmissioni trash dei canali Mediaset., piena di personaggini che si agiteranno come pazzi, spinti dal loro narcisismo, e che occuperanno le prime pagine dei giornali... Non combineranno nulla di buono e faranno “ammuina”* per far sì che le Alte Autorià del Regno (ora Repubblica) ossia gli elettori pensino che sulla nave che affonda ci si agiti molto per la salvezza di tutti, mentre, come tutti sanno, sì, ci si agita molto, ma per la salvezza e il sostentamento dei soliti noti.


*Per chi non conosce l'espressione rimando alla descrizioni di Wikipedia e trascrivo qui la versione vulgata del (falso) regolamento:

«All'ordineFacite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa
e chilli che stann' a poppa vann' a prora:
chilli che stann' a dritta vann' a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann' bascio
passann' tutti p'o stesso pertuso:
chi nun tene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'll à".
N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno.»





venerdì 4 settembre 2020

Negazionismo, altruismo e egoismo.

 

Domani i negazionisti della pandemia si ritroveranno in piazza a Roma. Ci andranno senza mascherina e si contageranno l'uno con l'altro.

Prima che si accorgano della cazzata, passeranno giorni. Contageranno parenti e amici. E i loro parenti e amici contageranno noi tutti.

Ecco il motivo per cui auguro ogni bene a loro e auspico che il virus si prenda una vacanza.

Dovrei augurar loro di schiattare con un tubo in bocca, ma non lo faccio, perché i buonisti un po' cinici come me sanno benissimo che l'altruismo è la faccia presentabile e lungimirante dell'egoismo.

La Zangrilleide, poema eroicomico

 Da "virus clinicamente morto" alla constatazione che l'espressione è un po' stonata.

Zangrillo preferisce, come i generali del tempo che fu, chiamare ritirate strategiche le Caporetto in cui qualche volta fatalmente si incorre.
Eppure si può sbagliare, senza perdere lustro, da professionisti. Così, al contrario, resuscitando il virus e mettendo in pericolo il paziente, ci fa la figura del popone con una granata tra le mani dopo aver tolto la spoletta di sicurezza. Bùm!

venerdì 28 agosto 2020

PISSI PISSI BAO BAO (post sconsigliato a chi non insegna e ai minori di 18 anni. Altamente sconsigliato ai genitori, ai lettori del Corriere e ai leoni da tastiera di Facebook e Twitter) : Il lato B della Tragedia.

 


Mi scuso per l'abbondanza di materiale pubblicato riguardante l'inizio della scuola in questo periodo.

In genere preferisco parlare d'altro, ma troppo ghiotta è l'occasione per l'Umorista che è in me di osservare come alcuni meccanismi che la vedono protagonista siano sempre gli stessi di anno in anno e come, anche in questo momento tragico, si ripropongano tali e quali.


Come al solito, vestirò anche i panni della Cassandra inascoltata.

Ecco la successione degli atti passati, attuali e futuri della pandemia in questa tragicommedia.


PROLOGO-

Esternazione del Ministro contro i Sindacati: se la scuola non riapre è per colpa loro. Ci mettono i bastoni tra le rotelle dei banchi!


Borbottio di sottofondo del Coro social e asocial: “Ah, questi insegnanti che, dopo tre mesi di vacanza che sono poi diventati sei si fanno proteggere dai Sindacati che sono d'intralcio a una sana Dittatura delle élite come diceva quel buon uomo di Licio Gelli! Ah, i bei tempi quando non c'era l'Euro e c'era la P2!”.


ATTO PRIMO-

Diffusione della Fake news sui rapimenti dei bambini nelle scuole sui social: i bambini con la febbre verranno condotti forzatamente e all'insaputa dei genitori allo 'spedale e, se i tamponi saranno negativi, verranno loro riconsegnati solo dietro riscatto.


Borbottio indignato di sottofondo del Coro social e asocial: “Insegnanti, non avrete i nostri figli! Mai e poi mai! Bibbianisti Satanisti! Non siamo mica a Sparta!”


ATTO SECONDO-

Articolone sul Corriere: gli insegnanti non si sottopongono al test sierologico.

Chi si occupa dei titoli per amor di sintesi dimentica che il test è per scelta del Governo “volontario” e che lo screening è iniziato da pochi giorni con alcuni medici di base che non si sono resi disponibili e con prenotazioni nelle Aziende Sanitarie rese difficili dall'eccesso di richiesta .

I medici di base che partecipano allo screening stanno accendendo il cero sull'altare di Asclepio perché il Dio interceda in modo tale che gli insegnanti non si presentino tutti.


Borbottio di sottofondo del Coro social e asocial: “Maledetti insegnanti, non hanno senso civico! Rischiano di infettare i nostri bambini! Cattivi maestri, cattive maestre. E cattivo anche il DS!Non parliamo dell'Azzolina!”


ATTO TERZO-

Nuovo articolone sul Corriere: gli insegnanti non vogliono andare a scuola.

Chi si occupa dei titoli per amor di sintesi si dimentica di dire che chiede l'esenzione per il rientro chi ha qualche patologia certificata che va dal tumore a problematiche immunitarie di vario genere.

Borbottio insofferente di sottofondo del Coro social e asocial: “Maledetti insegnanti, dovrebbero licenziarli tutti! Ah, se fossero nel privato! Noi quelli che hanno le patologie tumorali li finiamo con un colpo e il proiettile lo facciamo pagare alla famiglia! Non siamo mica in Cina qui, eh!”

ATTO QUARTO-Aumento della contagiosità dopo i primi giorni di apertura delle scuole. Il quadro futuro è “imprevedibile” a parere degli esperti, il che significa che le leggi deterministiche della scienza vanno a pallino e la Dea Fortuna , Bona o Mala che sia, ci metterà lo zampino.

Gli insegnanti chiederanno di essere forniti di mascherina con lo “smile” stampato. Sconsigliabile fornirli di mascherina trasparente per far trasparire il loro stato d'animo.


Borbottio insofferente di sottofondo del Coro social e asocial:

Ipotesi 1:“Oh, cazzo! Si vede che gli insegnanti non sono stati attenti! Chiameremo i nostri avvocati”

Ipotesi 2: “Vedi questi insegnanti? Volevano stare a casa e allora hanno permesso che il virus si diffondesse per fare i loro porci comodi! Monatti! (in Veneto “Mona”)”




ATTO QUINTO - Qualche docente su di età schiatterà.

Borbottio preoccupato di sottofondo del Coro social e asocial: “Chiudere la scuola? Ma siamo pazzi? Si ferma tutto! L'economia andrà a rotoli! E come lo tengo a casa il bambino? Ci sono tanti docenti giovani! Sì! Sì! Rottamazione! Cambio generazionale!”



ESODO- Qualche bambino schiatterà.


Breve pianto del Coro se il figlio non è dei coreuti.

Distribuzione di fazzolettini “Tempo al tempo”.

Articolo del Corrierone: “Ma ci sono anche bambini che muoiono di leucemia, eh! Zangrillo docet!”


Mesto borbottio di sottofondo del Coro social e asocial: “Io, comunque, mio figlio a scuola non lo mando! Lo preferisco ignorante, ma vivo!”.


Sì, come molti italiani che, in questi tristi frangenti, sono vivi ma senza mostrar segno di avere una qualsivoglia attività cerebrale.

Il cuore, però, batte. Forte. E a destra.




mercoledì 26 agosto 2020

Gaslighting professionale

 Orbene, ordunque. 

1-Al Billionaire ci sono un sacco di positivi e uno dei dipendenti si trova in terapia intensiva. Briatore non si sa se ha il Covid o la prostatite ed è ricoverato al San Raffaele di Zangrillo &C.. 

2-Se ha il Covid e non muore, secondo Sgarbi, vuol dire che il Coronavirus è una semplice influenza. Se ha la prostatite, secondo la Santanchè, vuol dire che si è montato un gran polverone per nulla (non per Briatore), cedendo al canto da Sirena di una Fake News .

Ritornate all'inizio del post: al Billionaire, che evidentemente è diventato un focolaio di diffusione del virus, ci sono stati un sacco di positivi e un dipendente è in terapia intensiva.

Questa è la notizia. 

Il resto è gaslighting e, se siete confusi, vuol dire che chi l'ha provocato ha ottenuto il suo scopo.

martedì 25 agosto 2020

Briatore, la Satira e il Karma.

 

Lo so, l'occasione è troppo ghiotta: vedere un negazionista cadere in una trappola da lui tenacemente negata sembra una materializzazione (momentanea e illusoria, ché, altrimenti, colpirebbe anche altri della combriccola) del Karma o un segno dall'alto della presenza di un Dio (minore o maggiore che sia).

Non condannerò, dunque, chi prenderà la palla al balzo per creare una vignetta salace su una tragedia in atto. La Satira, si sa, non è mai troppo rispettosa e ama lo humor nero.

Però, dal mio modesto punto di vista, l'uomo potente va preso per i fondelli quando è in sella e quando può rispondere colpo su colpo: prendersela con chi è a terra (o con un tubo in gola) non è da cavalieri molto coraggiosi.

Se se la caverà, come mi auguro (sono un buonista, è ovvio), poi lo massacreremo di prese per il culo perché se ne vada in giro con il sacchetto di cartone sulla testa come Charlie Brown per il resto della sua vita.

mercoledì 19 agosto 2020

Influencer, Gaia Bianchi, scuola, Draghi e altro. Macedonia di fine estate.

 

Ovviamente, fino all'altro giorno, non sapevo assolutamente chi fosse Gaia Bianchi. Ora lo so. Gaia Bianchi è un' “influencer” che su Tic Toc ottiene un certo successo in Rete e che da questo successo trae vantaggi e guadagni.

La ragazza ha detto, ed è questa la pietra dello scandalo, che non sarebbe tornata a scuola se avessero chiuso le discoteche per il Coronavirus.

So di scandalizzare qualcuno, ma penso che faccia bene: la ragazza, con questa dichiarazione, guadagnerà in popolarità e si arricchirà alla faccia dei benpensanti.

E i benpensanti fanno malissimo a prendersela con gli o le influencer: la Ferranti, a mio modesto avviso, ad esempio, è un genio del marketing.

Avrà pur venduto l'anima al diavolo, ma l'ha venduta con qualche vantaggio che è sotto gli occhi di tutti.

A me, francamente, non preoccupano gli effetti di un capitalismo che premia i primi che si spendono in attività che, pur non canoniche, producono un utile non disprezzabile.

La pagnotta si guadagna in tanti modi, ma la si addenta sempre allo stesso modo purché ci sia.

A me, preoccupano, e tanto, gli effetti di tali successi improvvisi sui fragili, sui deboli con bassa autostima e spesso con un titolo di studio basso.

Sarò didascalico: per ogni velina di successo ci sono 100000 ragazzine che non ci arrivano, per ogni calciatore di serie A ben pagato ci sono 100000 ragazzi che sgambetteranno a vuoto nei campi delle serie minori e per ogni influencer di successo ci saranno 100000 influencer di 25 lettori (come il sottoscritto ;-)) che dalla loro attività non ricaveranno nessun utile.

Draghi, oggi, ha puntato proprio su questo e ha dato un consiglio paterno: ragazzi, la scuola è in difficoltà (non solo) per il Coronavirus, ma la vostra unica fonte di riscatto, sempre che lo desideriate, sarà una preparazione seria nell'istruzione.

Perdere i colpi oggi (vista la situazione di crisi generale) significa nel vostro futuro essere meno competitivi. Poi, se vi va di culo, diventerete veline, calciatori e influencer, ma i 100000  esclusi dal banchetto, alla fine del giro della ruota, dovranno ammettere, rinunciando all'istruzione, di aver puntato sul cavallo sbagliato, suggestionati dalle sirene del denaro facile che si può ottenere senza alcuna competenza: la logica conseguenza sarà sbattere il cranio contro il muro della dabbenaggine.

Il codicillo, scritto in piccolo in calce, è che si arrivi prima degli altri e che si esca dal gioco quando il castello di carte del sistema piramidale vacilla visibilmente. Non l'avete letto? Peggio per voi.

martedì 18 agosto 2020

Pissi pissi bao bao (post per addetti ai lavori. Se non siete insegnanti o genitori illuminati, passate oltre): I nuovi protocolli dei Savi di Sion.

 

Semplifico: maestri e professori desiderano continuare a svolgere il loro lavoro a scuola. Poiché , come è successo a tanti altri (infermieri, edicolanti, commessi, addetti alle consegne etc...), saranno in prima fila, hanno il legittimo timore che la situazione già di per sé problematica e difficilmente prevedibile possa sfuggire al controllo delle autorità sanitarie.

Ora un giornale di spargitori di cacca a 360° nei ventilatori , prendendo spunto da un provvedimento di un DS dettato da questioni di sicurezza sanitaria (basato sulle indicazioni di un decreto che è stato rivisto, tra l'altro), stanno disegnando gli insegnanti come potenziali sequestratori di persona, peggio: di bambini. 

L'effetto devastante dell'articolo, secondo una modalità ben conosciuta, si è moltiplicato a catena su Facebook con tanto di giuramento sulle pagine di FB (la Bibbia non è più di moda) da parte dei genitori che si opporranno a questo sopruso.

Non solo quindi i docenti dovranno, senza alcun riconoscimento anche in caso di decesso, buttarsi nel mezzo di una situazione confusa e pericolosa, ma saranno costretti a sopportare gli sguardi sospettosi di alcuni (pochi, ma sempre più rumorosi) genitori alimentati da una campagna giornalistica vergognosa e irresponsabile.




venerdì 14 agosto 2020

Lisander e il Gaslighting.

 A proposito dei potenti e della loro capacità di rivoltar le frittate, spiazzando i loro interlocutori:

" Le sue parole, io l’ho sentite, e non te le saprei ripetere. Le parole dell’iniquo che è forte, penetrano e sfuggono. Può adirarsi che tu mostri sospetto di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire che quello di che tu sospetti è certo: può insultare e chiamarsi offeso, schernire e chieder ragione, atterrire e lagnarsi, essere sfacciato e irreprensibile".

Alessandro Manzoni, cap.VII de "I Promessi Sposi"

mercoledì 12 agosto 2020

I piccoli spigolatori: "Eran 600..."

 La cifra è irrisoria (ma sempre se non si è nelle pegole: anche le briciole nutrono se si è uccellini caduti dal nido) e non è confrontabile con altre, ad esempio, quelle che si aggirano intorno ai 49 milioni.

Non ci sarebbe molto da dire: il vezzo/vizio di approfittare dell'occasione è caratteristica molto italiana e l'occasione era ghiotta, anche se il boccone era piccolo.

Perché meravigliarsene? Il neoliberismo alle vongole di casa nostra (e non solo) grida al “libbero” mercato quando c'è da privatizzare il profitto, ma, quando le cose si mettono male, per socializzare le perdite, ci si attacca volentieri e con voluttà alla mammella dello Stato (vituperato e odioso in re prospera perché si arroga il diritto di farti pagare le tasse, invocato e amato per la sua dabbenaggine in re adversa perché dispensatore di fondi per non far affondare la barca di tutti).

Insomma, la questione è banale e di poco conto, mentre più irritante è l'atteggiamento di chi, preso con le mani nella marmellata, si comporta come (a mio modesto avviso, peggio) un allievo delle scuole medie, il che mette in evidenza un problema reale e gravissimo: la presenza di una classe politica che è uguale e non migliore del suo elettorato (e, tirando le corde del ragionamento fino ad impiccarsi, la dabbenaggine di un elettorato che gradisce essere rappresentato da personale politico che gli assomiglia come una goccia d'acqua).

Traduco in linguaggio scolastico solo a scopo satirico atteggiamenti e parole dei nostri rappresentanti in questo frangente:

1-“E' stato il mio compagno di banco!” traduzione del “Lo ha richiesto il mio commercialista”.

2- “Io non c'entro!” , quando avete sorpreso il reprobo a scrivere sullo schienale della seggiola, sporcandosi le mani con il pennarello indelebile, che la compagnuccia è di facili costumi (ovviamente perché la pulzella non gli si concede), traduzione del “Non ho responsabilità rispetto a una legge scritta male e che ha permesso l'abuso”.

3-”Io non lo sapevo (che falsificare la firma del genitore non si fa, che spingere il compagno sulle scale può portare a qualche incidente grave, che bullizzare il compagno può creare danni psicologici permanenti et similia)!” , traduzione del “Non sapevo che la normativa, il codice deontologico, il buon senso lo impedivano!”

4-”Ho rubato l'astuccio di Piero perché Piero ha rubato la penna a Roberto e gliela volevo restituire!”, traduzione del ridicolissimo “Ho preso i soldi per darli in beneficenza”, scusa da piccoli “Rubin Hood” che rubano a tutti solo per fare una bella figura: di merda.

lunedì 10 agosto 2020

Fasi di decongelamento delle idee di Capitan Findus.

 


Fase 1- Si scopre che qualche deputato ha usufruito dei 600 euro in aiuto per le partite IVA in difficoltà.

Mossa del Capitano: - Vogliamo l'espulsione immediata dal Parlamento e la pubblica gogna.


Fase 2- Trapela la notizia che vi sia invischiato qualche Leghista.

Mossa del Capitano: -Ci sarà Processo interno e la sospensione dal Partito.


Fase 3- Si dice che su cinque tre sono Leghisti.

Mossa del Capitano: La legge è scritta male ed è colpa del Governo.


Gli uomini dalle idee solide si riconoscono nelle difficoltà, quelli dalle idee stolide dipendenti dalla temperatura del ventre del Paese in ogni occasione.

mercoledì 5 agosto 2020

No. No. No.

La ricetta è semplice: si lasci che un'Istituzione pubblica si degradi piano piano, le si tolgano potere e forza e, alla fine del processo di disgregazione, si convinca l'opinione pubblica che quest'ultima non solo è inutile, ma eccessivamente costosa. E il principio economicistico avrà la meglio.

La ricettina ha cotto benissimo la scuola (alcuni stanno incominciando a pensare di smontare il baraccone complice l'emergenza pandemia), ma sta funzionando alla grande anche con il Parlamento.

Qualcuno (su, dai che ci arrivate!) ha fatto sì che in Parlamento entrassero personaggi improbabili (Razzi), ha trasformato le aule parlamentari nel peggiore dei Talk-show (Sgarbi), ha obbligato Senatori e Deputati a forche caudine umilianti (la nipotina i Mubarak) e ora, puntuale come un orologio svizzero e in perfetta linea con il Piano rinascita di Licio Gelli (il finanziatore della P2 della Strage di Bologna),  propone la riduzione dei Parlamentari, perché, si sa, non fanno un cazzo da mane a sera e costano assai. Meglio privatizzare il potere in ristrette oligarchie che sanno perfettamente quello che vogliono (sodomizzare il popolo bue, ma non andatelo a dire in giro).

Eppure, fino al momento che i Parlamentari erano migliori (anche arraffoni, d'accordo, ma con strumenti culturali in grado di indirizzare una Nazione) del popolino, l'Italia ha fatto anche belle cose: è uscita da un Dopoguerra devastante e ha scritto una Costituzione che, al di là della retorica, funziona ancora bene come baluardo ai tentativi di disgregazione della nostra fragile democrazia (ed è il motivo per cui a Destra e a Sinistra o pseudotale, la Costituzione dà un gran fastidio).

Invece di ridurre i Parlamentari, scegliamoli tra i migliori, tra i più competenti e in grado di gestire le emergenze.

Se poi l'elettorato preferirà il Circo Barnum piduista, è pregato di tirarsi una martellata negli zebedei quando ne vedrà gli effetti finali, ma non incolpi la classe politica e non accusi, innanzi tutto, la Costituzione per errori che non possono esserle attribuiti.


domenica 2 agosto 2020

Fotografia e realtà.

A margine delle osservazioni su fotografia e realtà e su interpretazione e iperinterpretazione. Quino è un grande artista (ossia chi usa le mani, ma anche la testa) e con un solo disegno è in grado di rendere chiaro (anche ai piccini) concetti che richiedebbero moltissime parole. 

Tra il godimento delle disgrazie altrui e il senso di vergogna per le malefatte del nostro prossimo.

L'articolo da cui prendo spunto si trova qui: Bufale.net.

Ottimo articolo che non toglie, comunque, il dato incontrovertibile che la situazione sia da "codice rosso". 

L'emergenza culturale che ha fatto tabula rasa della nostra memoria collettiva è il frutto di un trentennio di politica che ha privilegiato il fare sul pensare, tagliando sistematicamente la percentuale di PIL del nostro Paese destinato alla scuola, all'Università e all'innovazione e che si basa sull'assunto di un Ministro che ha affermato senza alcun rossore che con la cultura non si mangiava (affermazione ossimorica, visto che chi l'ha proferita, non ne era privo). 

Rimane la vergogna per le scelte politiche di una classe politica che è rimasta schiacciata dallo stesso meccanismo che ha messo in moto e che ha dato origine a una classe dirigente indegna del proprio nome (faccio riferimento, andando a casaccio, ad un Antonio Razzi con la pentola in testa, alle sceneggiate seriali di Vittorio Sgarbi, ai brindisi sui balconi per la sconfitta della Povertà di Di Maio e, pietra di paragone e punto di inizio e di non ritorno, il voto dei Parlamentari del 2011 sulla nipotina di Mubarak). 

Insomma, non godo per la Schadenfreude, ma non rinuncerei alla Fremdschämen nei confronti degli ignoranti e dei consiglieri fraudolenti 


lunedì 27 luglio 2020

Non dovete credere ai vostri occhi! Gaslighting: esempi pratici (2)


La prenderò da lontano. Da molti anni fotografi, semiologi, sociologi , psicologi etc...si sono occupati di analizzare l'immagine fotografica, mettendo in evidenza che una foto, che sembrerebbe ai più ingenuamente un modo di rappresentazione tra i più oggettivi della realtà, nasconde sempre una parte di soggettività come capita per tutte le testimonianze oculari (e qui è naturale citare Marc Bloch che su questo tema è stato illuminante).
Una fotografia, per molti ma non per tutti è una banalità, è sempre una rappresentazione parziale del mondo, anche solo per il fatto che non lo può rappresentare nella sua interezza, ma solo in parte, attraverso l'inquadratura.
Un esempio di come l'inquadratura possa distorcere la nostra capacità di valutare la realtà è questo:


A seconda del taglio dell'immagine, otteniamo interpretazioni non solo diverse, ma opposte.
Ovviamente, ogni studioso o semplicemente curioso del mondo dovrebbe prestare attenzione alle manipolazioni delle immagini.
E' sempre bene chiedersi chi scatta la fotografia, con quale intenzione comunicativa, se la realtà rappresentata è colta nella sua naturalezza o è artefatta (si impone, come spesso succede, al soggetto, ad esempio, di mettersi in posa) e farsi altre mille domande.
Non voglio tediare nessuno e non vado oltre. 
Vengo al punto.
L'interpretazione critica è buona cosa, ma l'eccesso di interpretazione o iperinterpretazione può essere pericolosissimo. 
Se di fronte alle immagini delle vittime di un delitto, si mette in dubbio la morte del soggetto, perché (e faccio solo un esempio) la posizione del corpo è anomala o il sangue per terra si spande sul terreno in maniera innaturale, si eccede nell'iperinterpretazione, quando altre testimonianze ci dicono che la morte è avvenuta realmente.
Agisce con lo stesso meccanismo mentale il negazionismo che si appella alla mancanza di tracce di Zyclon B nelle camere a gas per negare l'olocausto, trascurando tonnellate di documentazione che ha dimostrato che “quello è stato” e, per arrivare più vicino a noi, le teorie antiallunaggio che presuppongono la partecipazione di registi famosi per la messa in scena di un inganno trompe l'oeil a livello mondiale.
Il rasoio di Occam dovrebbe essere sempre affilato, altrimenti dobbiamo presupporre una realtà che è solo finzione o al massimo ombra di realtà di cui ci sfugge con precisione il contorno sensoriale.
Torniamo all'oggi.
C'è una fotografia di un uomo sanguinante. C'è una macchia per terra che ha tutta la parvenza di sangue. C'è un uomo alle sue spalle in piedi.

L'avvocato difensore del Carabiniere accusato di violenza se non di tortura afferma, sfidando il ridicolo, che l'uomo è caduto.
La logica ci dice: perché scattare una fotografia? Per testimoniare una caduta? Non ha ovviamente senso. Mentre assume significato alla luce delle intercettazioni una foto che, a mo' di trofeo di caccia grossa, testimonia la riuscita dell'impresa.
Non è il luogo per fare processi, ma il lettore critico usi il rasoio di Occam, perché l'avvocato sta probabilmente utilizzando la solita tecnica del gaslighting ossia quella tecnica manipolatoria che, a fronte di una realtà spiacevole, tende ad ingannare la fiducia di base di chi deve interpretare il documento per sconvolgerne la memoria e il giudizio di realtà.
L'atto manipolatorio del legale è lecito, sia chiaro, ma è vòlto solo a instillare incertezza nell'opinione pubblica che non sempre ha strumenti per difendersi; difficilmente ingannerà un giudice, ma non dovrebbe ingannare nemmeno chi non si accontenta ingenuamente della parola di chi oggettivo non può esserlo di fatto, essendo per statuto un difensore di parte. De hoc satis.

domenica 26 luglio 2020

Consigli non richiesti di un Umorista alla Lega- Link. Repost del 13 giugno 2018.


Ogni anno d'estate ripubblico questo post.
E' sempre attuale. Purtroppo.

Cliccate qui:
http://graffidigesso.blogspot.com/2018/06/consigli-non-richiesti-di-un-umorista.html

Gaslighting. Esempi pratici.(1)





Fontana afferma di non averne saputo e di non essere intervenuto in nessun modo. Intanto, cerca di far pervenire un bonifico di 250 mila euro al cognato come risarcimento per il mancato affare.
Non c'è logica? No: se non ne sai niente, non movimenti un euro dal conto in Svizzera cointestato con la mamma (tra parentesi stranamente pingue: 5,3 milioni di euro, mica noccioline).
Titolo di Libero, il giornale per pochi infimi: " Fontana nel tritacarne”. 
Sommario:”E' accusato di aver pilotato un appalto a favore del cognato. Ma in realtà ha costretto il famigliare a trasformare l'affare in una donazione alla Regione a costo di smenarci 250 mia euro di tasca sua”. 
Allora: se l'affare fosse stato lecito, perché risarcire il cognato? Dobbiamo presupporre che Fontana si sia sentito in colpa per aver malconsigliato il proprio parente stretto? Come si concilia tutto questo con la versione di Fontana di non essersi occupato della questione? Che c'entra il gaslighting del titolo del post?
Vi do la definizione della Treccani (pagina FB): 
Il termine "gaslighting" indica una serie di comportamenti manipolatori – come fornire false informazioni o negare ciò che si è appena affermato – volontariamente attivati per minare la fiducia di base della vittima, la cui memoria e giudizi di realtà saranno sconvolti con grave pregiudizio per l’equilibrio mentale.
Insomma, mi avete capito: nel tritacarne non c'è Fontana, ma il cervello dei lettori di “Libero”.


giovedì 23 luglio 2020

Pissi pissi bao bao (post severamente vietato a chi non si occupa di scuola): Ahi, si prevedono investimenti sotto banco!


Figuriamoci se mi metto di traverso ai banchi monoposto con le rotelle! Basta guardare gli arredi delle scuole (sto facendo un discorso generale,eh!) e lo stato pietoso di molte aule scolastiche per vedere come la situazione sia drammatica da anni.
Sia chiaro che sono anche d'accordo con la banale constatazione che le scuole belle, ben arredate, con ambienti didattici adeguati “funzionano” meglio.
Temo, però, il cortocircuito con relativa fiamma puzzolente quando l'attenzione cade più sugli ambienti che sulle persone. 
L'investimento nella scuola non passa solo attraverso le ditte che si occupano di imbiancare, ristrutturare, arredare adeguatamente la scuola (ditte che spesso quando si tratta di lavoro pubblico lavorano male e a prezzi non sempre di mercato).
Ovvio che su questi denari ci sono tanti appetiti.
Gli appetiti più scarsi sono quelli riguardanti l'investimento sulle persone, perché portano sì grasso, ma grasso che non cola.
Fare del mestiere di insegnante un lavoro dignitoso, ben pagato, non cedendo alla tentazione di controbilanciare lo stipendio basso con garanzie tali da attrarre solo i mediocri, è molto più costoso, non tanto in termini monetari, ma in termini di investimento sociale, politico e, direi, psicologico. 
Un corpo docenti formato da persone motivate e riconosciute nel loro ruolo sociale avrebbe ovvie ricadute sulla qualità dell'insegnamento: ne conseguirebbero una riduzione delle devianze, una maggiore attenzione per la costruzione di personalità solide  e uno stimolo verso l'innovazione e la creatività nei discenti più dotati. 
 Tali risultati sono notoriamente frutti il cui sapore, però, si può apprezzare solo a lungo termine, quando son ben bene maturati: è vero, hanno la consistenza di carta velina in termini di visibilità e di spendibilità immediata per una politica dal fiato corto e dalla miopia patologica, ma darebbero un succo nutriente per la costruzione di società ricche e equilibrate. Amen.

sabato 18 luglio 2020

La fotocopia di una classe politica.

Borghezio, esponente di spicco della Lega, è stato preso con le mani nella marmellata: ha sottratto dei documenti all'Archivio storico di Torino, a suo dire per fare delle fotocopie direttamente a casa. Ma è interessantissima (tranne che le sue parole siano state travisate dal giornalista) la sua giustificazione che dice molto di come ragionino le camicie verdi:
“Non mi sono mai tenuto nemmeno un francobollo. Può essere che io li abbia restituiti infilandoli nel faldone sbagliato. In ogni caso sono pronto a dare le mie fotocopie all’archivio. Non mi piace il possesso, preferisco la ricerca, trovare le cose. Di più, a casa ho una preziosa collezione di documenti storici, anche di pergamene".
Traduco: se non ritroverete i documenti, non vi preoccupate: vi do le fotocopie. Poi io non amo il possesso, tant'è vero che ho una "preziosa" collezione di documenti a casa che nascondo nel cassetto dopo averli consultati.
Insomma, quando qualcuno vi sottrarrà la Ferrari, alle vostre legittime rimostranze, vi potrete accontentare della sua riproduzione su "Quattroruote" e, se nel garage del malandrino troverete altre auto di valore, quest'ultimo vi rassicurerà dicendovi: "Mica le guido, suvvia: le faccio solo vedere alle ragazze che mi piacciono per fare colpo! Non posso?"

venerdì 10 luglio 2020

La Satira e la Bestia

La vignetta di Antonio Cabras ripresa e commentata sul sito del leader della Lega:
 


Intendiamoci. Il Capitano non è obbligato a farsi grasse risate davanti a una vignetta satirica sgradita: può non condividerne lo spirito, trovarla di cattivo gusto e persino trovarla ingiusta e esteticamente brutta.
Da quando esiste, però, la Satira ha connaturato il gusto della provocazione: il piattone da cui deriva il termine “satira” indica un piatto pieno, ricco di primizie, destinato agli dei più che agli uomini.
E in un piatto misto c'è di tutto: la dorata cipolla, la croccante mela cotogna, il puzzolente cavolo nero e l'odiosa carotina. Difficile accontentare tutti.
Per questo motivo, non intendo spiegare la vignetta di Antonio Cabras che ha tanto indignato Salvini.
Le vignette non si spiegano: o si capiscono o non si capiscono.
Se non si capiscono, si passa ad altro, magari incolpando l'autore per la sua oscurità e la sua incapacità comunicativa, se si capiscono e si approvano, si ride più o meno di gusto, attivando un po' le sinapsi, se si capiscono e non si approvano, si sopporta stoicamente l'umiliazione, la punzecchiatura e il fastidio, confidando sul fatto che la puntura di un tafano fa male, ma difficilmente è mortale.
Ricordiamoci sempre che chi si occupa di satira è armato solo di una matita, l'uomo politico ha potere e può smuovere mari e monti.
Insomma, la lotta, e dovrebbe essere evidente per tutti, è impari e, pur godendo di notevole libertà d'espressione, il disegnatore satirico combatte da solo (e spesso senza nessun vantaggio economico) contro i propri personalissimi mulini a vento che spesso hanno la consistenza della carta velina.
Scatenare i propri sostenitori e fan contro un disegnatore satirico è un eccesso di difesa (per nulla legittima) che non promette bene da parte di chi detiene anche una dracma di potere: gli uomini politici che utilizzano la propria influenza contro i disegnatori sgraditi non sono mancati e non mancano, ma sono nella migliore delle ipotesi degli autocrati, nella peggiore dei dittatori a tutti gli effetti. 
In una democrazia, anche imperfetta, chi si occupa di satira dovrebbe godere della sacrosantitas attribuita ai tribuni della plebe dell'antica Roma. Violarla comporta qualche rischio: i plebei che sono le membra dello Stato potrebbero ritirarsi su qualche Aventino e la classe politica, il vorace stomaco perennemente affamato, sarebbe costretto a sopportare le rane nella pancia e, quel che è peggio, a guardarsi le spalle perché per magia , come ci insegna la Storia recente, capita spesso che l'innocuo e morbido lapis si trasformi in resistente travertino o in ramata monetina ammonitrice.

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