giovedì 31 ottobre 2019

A chi non stringere le mani nel prossimo futuro.


Per stabilire se stringere la mano o meno a qualcuno, certi atti hanno una notevole importanza.
Non alzarsi in Senato per omaggiare Liliana Segre che ha proposto l'istituzione di una commissione per il contrasto all'odio, al razzismo e all'antisemitismo non è stato, non è e non sarà un comportamento senza conseguenze. 
Si poteva anche non essere d'accordo e astenersi, e, probabilmente, lo si è fatto per mille e una ragione, ma non onorare la persona, per quel che ha vissuto e per quel che rappresenta, è stato uno sfregio alla nostra storia e alle nostre istituzioni. Anche se la sua iniziativa poteva non piacere.
Ovviamente chi non si è alzato non si vergogna né si vergognerà.
Ma per chi non ha la memoria del criceto o del pesce rosso questo atto ha un significato.
Ne siano consapevoli, anche quando andranno al potere.
Non si offendano, dunque, quando, al momento opportuno, qualcuno si rifiuterà di partecipare ad alcune loro manifestazioni, anche istituzionali: non sarà spocchia radical chic non stringere le loro mani.
Oggi hanno sputato negli occhi della nostra Storia e c'è chi non se ne dimenticherà.

venerdì 25 ottobre 2019

Le Prigioni dorate del Capitalismo. Saggio di letteratura fantastica realista.


Il Capitalismo ha promesso più ricchezza per tutti. Fintanto che c'era qualche nemico, ha distribuito il denaro per non scontentare i più, evitando, come diceva Bacone che paragonava il denaro al letame, di cumularlo troppo per evitare che puzzasse tanto: lo ha, per un certo periodo e in piccola parte, distribuito per fertilizzare il terreno dei meno fortunati e creare consenso per convincere i riottosi che il sistema funzionava bene.
Ora che il nemico è morto, il Capitalismo promette ricchezza a pochi e precarietà e povertà a chi non è in grado di entrare nell'esclusivo club dei ricchi.
Gioca col fuoco, però: basta un Garibaldi/Joker qualunque perché salti il tappo e le plebi, compresa la borghesia proletarizzata, scenda in piazza e invada i palazzi. 
E magari massacri qualcuno: il ricco, il campiere, il prete e il figlio del notaio.
Certo, ci sarà sempre a disposizione un Nino Bixio, con la Forza al suo fianco e la Giustizia al seguito, per neutralizzare il pericolo. 
Basta osservare quel che sta succedendo in Cile che da sempre è stata la nave scuola delle Dittature per conto terzi.
Ma agire così non è molto piacevole: il fumo dei fumogeni darà fastidio ai privilegiati, quando vorranno godersi il cocktail in pieno centro. 
Potranno, è vero, sempre nascondersi nelle loro belle villone fuori mano, ma, a pensarci bene, saranno costretti a vivere in prigioni dorate, difese da guardie armate e dotate di mezzi blindati per poter far loro raggiungere in sicurezza altre prigioni degli amici. 
Varrà la pena di vivere così come qualsiasi Pablo Escobar?
E poi puzzeranno tanto.
Tanto da rendere la loro presenza insopportabile anche a chi un tempo li avrebbe ammirati per la loro fortuna e per la loro vita da sogno. 
Saranno merdacce, da evitare perché è evidente che non porteranno alcuna fortuna. 
Anzi: la loro Fortuna costituirà la condanna definitiva alla Povertà degli altri che non vedranno l'ora di levarsi di torno il Prodotto Interno Lordo che è finito sotto le loro scarpe.

lunedì 21 ottobre 2019

Pissi pissi bao bao: considerazioni sulla scuola. (Vietato ai non addetti ai lavori).

Credo che Ernesto (qui, per misteriosi percorsi della mente, nominato "Eugenio", come  mio suocero ;-(; ma io propendo per il retropensiero che mi dice "E' un genio") non si offenderà se riproporrò qui il breve scambio di idee sulla scuola italiana.
Chi non vive il mondo della scuola si astenga dalla lettura: so per certo che interpreterà male quello che qui si propone.

"Domande che pongo a tutti, e principalmente ai miei colleghi e amici insegnanti.
Come mai, se siamo consapevoli che la scuola è da anni sotto attacco e che soprattutto è sotto attacco la categoria degli insegnanti (al pari di quella dei giornalisti), da vent'anni abbiamo smesso di reagire e, se protestiamo, lo facciamo sempre e solo a titolo personale, contenti più di dare testimonianza che di produrre una reale azione di cambiamento, politico?
Forse perché non riusciamo a fidarci più uno dell'altro? o perché per primi non abbiamo fiducia nella categoria, ma solo nel singolo docente? o perché aspettiamo che il sindacato faccia qualcosa, e nel frattempo ci accontentiamo che ci fornisca un po' di servizio di consulenza per le pratiche amministrative? o anche perché in fondo in fondo non crediamo nella democrazia, ma nell'uomo forte, dirigente o ministro che sia, fino a quando non ci rompe troppo le scatole?
Tutte queste domande mi ronzano in testa, mentre penso alla scuola che avevo e a quella verso cui volevo andare, così diversa da questa attuale che corre in direzione opposta alla mia idea di libertà, di ragione e di cultura.
Se vi va, colleghi, parliamone".

Risposta:
" Caro Eugenio, accolgo l'invito a parlarne, sapendo benissimo di mettermi nelle grane.
Parlerò, apertis verbis, con il rischio di offendere molti.
In primis, c'è un dato storicamente oggettivo: dopo un primo momento di investimento nella scuola pubbli
ca, culminato nella scuola media unificata del 1962 e agli investimenti tra gli anni '60 e '70 nell'edilizia scolastica, la spinta verso l'istruzione come strumento di mobilità sociale si è spenta, complice, se non sicario, il liberismo che ha identificato nell'istruzione pubblica un pericolo, esattamente come nell'Ottocento la Destra Storica ha visto nell'istruzione elementare obbligatoria il pertugio per la diffusione del Socialismo tra il proletariato .
Per quasi quarant'anni in Italia, dopo gli anni Settanta, l'investimento nella scuola è stato visto come improduttivo o, nella migliore delle ipotesi, come refugium peccatorum di chi, laureato, non si era inserito, per motivi di varia natura, nel mondo produttivo o di donne che hanno visto nell'insegnamento la possibilità di conciliare capre e cavoli ossia lavoro e famiglia. Non gliene faccio una colpa perché le donne da sempre svolgono un doppio lavoro, uno dei quali da sempre non retribuito.
Non sto parlando male neppure di coloro che, uomini e donne senza distinzione, per scelta hanno investito energie e professionalità nel pubblico (sacrificando tra l'altro spesso la famiglia), ma di chi nel pubblico ha visto, ed è inutile negarlo, l'anello flessibile per le proprie convenienze personali.
Insomma, nel pubblico, hanno convissuto da sempre martiri e opportunisti.
La situazione non è cambiata di molto, se non nel fatto che il carico di lavoro è aumentato e gli aspetti burocratici hanno riempito quegli spazi di libertà fino a un tempo preservati: per i martiri, per l'aggiornamento personale e professionale e per svolgere al meglio il loro lavoro, per gli opportunisti per farsi serenamente i cazzi loro.
Questi tempi si stanno a mano a mano chiudendo. I martiri ne soffrono, perché per predisposizione personale, sono portati a svolgere bene il loro lavoro anche quando si impegnano in lavori inutili (e questo è un motivo di notevolissima frustrazione che comporta depressione e “Burn out”), per gli opportunisti non c'è alcun problema: li svolgono male (e perché condannarli se sono spesso inutili?), contando sul fatto che il controllo è pressocché nullo.
Ecco il motivo per cui ormai si fugge dall'insegnamento, in particolare se c'è un investimento personale nel proprio lavoro. Ecco i germi per una decadenza programmata: premiare chi non ha vocazione e deprimere chi ancora nel proprio lavoro crede.
Pensare a un comune sentire in simili occorrenze è illusorio. Come insegniamo ai nostri bimbi, parlando ndella schiavitù nel mondo antico, gli schiavi privilegiati non desiderano avere molto a che fare con gli schiavi che lavorano nelle miniere.
Divide e impera. Funziona sempre, ma poi arriva il 476 d.C".

sabato 19 ottobre 2019

I Nuovi Patrioti, suvvia, non sono contro le Tasse! Sono solo contrari a pagarle loro!



Oggi scende in Piazza la Destra. E' un bene che succeda perché fa chiarezza. Forse chi ha fornito candidamente l'elemento di unione di questo blocco metamorfico è stato Vittorio Sgarbi. 
Il minimo comune denominatore è rappresentato dal sentirsi Patrioti, ovviamente nella logica del critico d'arte: Patrioti sono coloro che amano la Patria, però, evitando di pagare le Tasse.
Perché uno Stato, nell'ottica della Destra, funziona con le tasse sul macinato che pagano i poverazzi, mentre i ricchi, magari approfittando di cariche pubbliche pagate sempre dai sunnominati poverazzi, brindano a caviale e champagne senza naturalmente sentirsi in colpa, perché la manina di Adam Smith li ha investiti della ricchezza, probabilmente per volere divino.
Nulla di nuovo sotto il sole, sia chiaro, tranne un aspetto, molto sottovalutato dai Nuovi Patrioti : il legame sempre più stretto con l'estrema Destra nazista e neofascista, quel gruppo sparuto, ma pericolosissimo che dello Stato Liberale e Liberista se n'è fatto e se ne fa un baffo, quando ha il sopravvento.
Insomma, chi si vanta di aver sdoganato i Fascisti si guardi bene da cani da guardia troppo aggressivi: gli toccherà finanziarli abbondantemente per tenerli buoni con offe sempre più saporite. 
Ci è abituato, ma i costi salgono. 

giovedì 17 ottobre 2019

Fortnite: come indurre alla dipendenza i minorenni senza pagare pegno.



Lo sapete: nella mia attività su Internet sono al servizio dell'Educazione civica dal Basso.
Rompo assai, ma per poco tempo: il tempo della lettura di un post.
Sono venuto a sapere con raccapriccio che molti preadolescenti e adolescenti per giocare a Fortnite spendono dai 60 ai 1200 euro (e oltre).
Qualche pargolo si fa pagare dalla nonna il balletto più figo e l'armamentario di rito. Per la Comunione. Per la Cresima. I cartolai venditori di penne stilografiche piangono.
Confesso di non avere il gioco e quindi “relata refero”. Prendete tutto con le molle.
Sembra assodato, comunque, che il gioco induca alla compulsività e che spinga i minorenni a spendere quantità di denaro non indifferenti. Tutto ciò dovrebbe preoccupare. 
E preoccupa. I genitori più accorti cercano di allontanare il momento dell'installazione del gioco, ma, come ben si può vedere, ormai si parla di questo videogioco come una droga vera e propria: è desiderato ardentemente dalle fasce più giovani, che lo preferiscono ad ogni altra attività, costa assai, anche se inizialmente è del tutto gratuito, e crea una maledettissima dipendenza, spinta non solo dal meccanismo stesso del gioco, ma anche dallo spirito del gregge degli adepti.
Io sono ormai un vecchio babbione, tendenzialmente avviato al conservatorismo da chiusura aterosclerotica, ma temo che lamentarsi della ludopatia degli anziani che si mangiano mezza pensione, quando va bene, per giocare ai Gratta e vinci e al Bingo e non preoccuparsi per un'intera generazione, la più giovane e indifesa, che si sta avviando a una forma di dipendenza subdola, perché crea meno allarme sociale della cocaina e dell'eroina, sia un po' contraddittorio.
E' vero che l'arco delle dipendenze abbraccia quasi tutti gli esseri umani, ma insufflare nei piccini, per un meccanismo che è prettamente commerciale, il desiderio spasmodico dell'acquisto per un bene immateriale, gettando, com'è logico che sia, le premesse di quantità di sofferenza psichica non indifferente, senza che non ci sia una qualsiasi reazione da parte della società e del mondo politico, è ripugnante; tale tolleranza alle tossine di un mercato malato indica che Bauman ha forse ben individuato la liquidità della nostra società, ma non ne ha ben soppesato la consistenza dissenterica. Parlo alato, ma di cose basse, se non bassissime.

mercoledì 9 ottobre 2019

La riduzione dei parlamentari e la Rinascita dello Stato.




Certo, in un parlamento con la p minuscola, un bel taglio di parlamentari alla Razzi sembrerebbe una gran bella cosa. Il fatto è che da un trentennio ci siamo abituati alle mezze tacche, ai politici da baraccone e ai politici della politica spettacolo. Inutile dire chi sia il colpevole del degrado.

Poi, si va a vedere la tessera del bel tomo (n.1816) e la Loggia (deviata) a cui apparteneva. 
La P2, Loggia massonica Propaganda 2 per esteso, aveva steso il “Piano Rinascita”, un programmino niente male.
Tale piano prevedeva, tra le altre cose già realizzate o messe in cantiere, l'eliminazione delle Province, l'indebolimento della forza dei sindacati, l'indebolimento della RAI a favore delle TV private e, non ultima, la riduzione dei parlamentari.
Ecco se ci fosse ancora qualche membro occulto della P2 in vita, ora potrebbe mettere un segno di spunta: fatto, fatto, fatto, fatto e fatto. E mi hanno riferito che un partito nato dall'intraprendenza del tesserato n.1816 abbia votato a favore a quest'ultima epocale riforma di un organismo fondamentale per il funzionamento dello Stato.
Ci son ancora tante belle cosucce da realizzare, eh!, e benché il Venerabile Gelli sia sottoterra, a riposare probabilmente senza materassi, non è detto che si riesca ad ottenerle, confidando sulla scarsa memoria degli italiani.
Su, un piccolo sforzo: rileggiamoci il Piano Rinascita.
Lo so, è spoiler allo stato puro, ma, quando ci vuole, ci vuole!




Tagli o Lobotomie?


lunedì 7 ottobre 2019

Dallo zucchero per incrementare gli stipendi, alla riffa di Stato per incentivare l'uso delle carte elettroniche. Fuochi d'artificio dell'intelligenza o petardi della semplificazione?

Dopo un titolo del genere vi sarà già venuto il latte alle ginocchia. E solo i coraggiosi procederanno, ma lo faccio apposta, sappiatelo!
Intendiamoci: non critico il fatto che si cerchi il modo di raccattare denaro per pagare di più gli insegnanti e di far pagare di più le tasse agli evasori. 
Il principio è sacrosanto e, per una volta, si può dire, senza arrossire, che il principio non è di Destra né di Sinistra.
Ho, però, notevoli perplessità sul metodo e sull'aspetto comunicativo: associare l'aumento stipendiale dei docenti alle merendine e alle bibite gasate (e non ad un indistinto drenaggio fiscale) ha un retrogusto dolciastro di presa per i fondelli e ora l'idea di incentivare l'utilizzo della carta elettronica attraverso una riffa nazionale sa di festa paesana e di Palo della Cuccagna.
“Insomma,” dirà qualcuno “ Arz, su, non fare lo spaccacapelli in quattro (vulgo, il rompiballe)! Quel che conta è avere i soldi!”
Siamo, però, reduci dal Trentennio di chi predicava, apertis verbis, che l'elettorato fosse composto da undicenni neanche troppo svegli. 
Probabilmente è vero, visto chi hanno votato fino ad oggi, ma una buona politica (sempre che si voglia farla) vuole che l'elettorato vada preso sul serio e trattato da adulto.
Solo le dittature e le simildemocrazie lo trattano male: nella peggiore delle ipotesi come un minus habens, nella migliore come un soggetto indifeso e soggetto a tutela da parte di chi se ne intende.
Insomma, dopo l'ubriacatura della politica spettacolo e della propaganda tanto al pezzo, se si vuole risalire la china, è necessario ritornare all'ABC della politica: convincere e non intortare il popolo.
 Le mosse ad effetto di tal fatta possono piacere per la loro estemporaneità, ma risultano spesso semplici petardi che si spacciano per fuochi d'artificio spettacolari. Alla fine deludono anche i palati grossolani. 

martedì 1 ottobre 2019

Modesta proposta per i fautori della campagna "Pro Vita".


Uno cerca di essere tollerante: sa che cedere all'aggressività è uno sbaglio e che l'obiettivo di molti provocatori è quello di farti perdere le staffe perché tu sbrocchi.
Predichi lo Zen, il Tao, il Maramao e l'empatia nei confronti di tutti gli esseri viventi, compresi gli organismi unicellulari e unineuronali.
E poi, maledetti loro, ti trovi di fronte un manifesto come questo che lavora subdolamente sui falsi sillogismi per smontare l'avversario, confidando sulla buona fede dei semplici che di sillogismi non si intendono troppo. L'obiettivo è chiaro a tutti: turlupinarli, abusando della loro credulità.
E allora, sì, sei tentato di pensare che l'eutanasia debba essere un diritto per te e per quelli come te, ma che per loro ci vorrebbe, senza possibilità di pentimento tardivo, una malamorte senza morfina e con il dessert di una Madre Teresa di Calcutta che appaia loro in agonia sussurando nell'orecchio, mentre scainano come suini al macello: “Con la sofferenza raggiungerai più facilmente Dio!”.
Poiché sono buonista nel profondo, però, auguro a questi bei tomi solo un dentista sadico che, senza anestesia, estragga i denti di un giudizio che hanno perso.
Ah, consiglio all'odontoiatra di portare a termine l'operazione con tenaglie da fabbro arruginite, irridendo i lamenti dei loro pazienti per farsi quattro risate con le assistenti di sedia. 
Perché questa crudeltà, seppur in fa minore?
Perché questo manifesto irride chi soffre, chi muore nelle sofferenze, irride le donne tradite e non, irride, infine, l'intelligenza, il bene più prezioso dell'Uomo. 
Non si può difendere una Vita priva di Intelligenza e Sensibilità, perché sarebbe idolatria delle pietre e delle cose morte.

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