Uno cerca di essere tollerante: sa che
cedere all'aggressività è uno sbaglio e che l'obiettivo di molti
provocatori è quello di farti perdere le staffe perché tu sbrocchi.
Predichi lo Zen, il Tao, il Maramao e
l'empatia nei confronti di tutti gli esseri viventi, compresi gli
organismi unicellulari e unineuronali.
E poi, maledetti loro, ti trovi di
fronte un manifesto come questo che lavora subdolamente sui falsi
sillogismi per smontare l'avversario, confidando sulla buona fede dei
semplici che di sillogismi non si intendono troppo. L'obiettivo è
chiaro a tutti: turlupinarli, abusando della loro credulità.
E allora, sì, sei tentato di pensare
che l'eutanasia debba essere un diritto per te e per quelli come te,
ma che per loro ci vorrebbe, senza possibilità di pentimento
tardivo, una malamorte senza morfina e con il dessert di una Madre Teresa
di Calcutta che appaia loro in agonia sussurando nell'orecchio, mentre
scainano come suini al macello: “Con la sofferenza raggiungerai più
facilmente Dio!”.
Poiché sono buonista nel profondo,
però, auguro a questi bei tomi solo un dentista sadico che, senza
anestesia, estragga i denti di un giudizio che hanno perso.
Ah, consiglio all'odontoiatra di
portare a termine l'operazione con tenaglie da fabbro arruginite,
irridendo i lamenti dei loro pazienti per farsi quattro risate con le
assistenti di sedia.
Perché questa crudeltà, seppur in fa minore?
Perché questo manifesto irride chi
soffre, chi muore nelle sofferenze, irride le donne tradite e non, irride, infine,
l'intelligenza, il bene più prezioso dell'Uomo.
Non si può difendere una Vita priva di Intelligenza e Sensibilità, perché sarebbe idolatria delle pietre e delle cose morte.
Nessun commento:
Posta un commento