domenica 26 luglio 2020

Gaslighting. Esempi pratici.(1)





Fontana afferma di non averne saputo e di non essere intervenuto in nessun modo. Intanto, cerca di far pervenire un bonifico di 250 mila euro al cognato come risarcimento per il mancato affare.
Non c'è logica? No: se non ne sai niente, non movimenti un euro dal conto in Svizzera cointestato con la mamma (tra parentesi stranamente pingue: 5,3 milioni di euro, mica noccioline).
Titolo di Libero, il giornale per pochi infimi: " Fontana nel tritacarne”. 
Sommario:”E' accusato di aver pilotato un appalto a favore del cognato. Ma in realtà ha costretto il famigliare a trasformare l'affare in una donazione alla Regione a costo di smenarci 250 mia euro di tasca sua”. 
Allora: se l'affare fosse stato lecito, perché risarcire il cognato? Dobbiamo presupporre che Fontana si sia sentito in colpa per aver malconsigliato il proprio parente stretto? Come si concilia tutto questo con la versione di Fontana di non essersi occupato della questione? Che c'entra il gaslighting del titolo del post?
Vi do la definizione della Treccani (pagina FB): 
Il termine "gaslighting" indica una serie di comportamenti manipolatori – come fornire false informazioni o negare ciò che si è appena affermato – volontariamente attivati per minare la fiducia di base della vittima, la cui memoria e giudizi di realtà saranno sconvolti con grave pregiudizio per l’equilibrio mentale.
Insomma, mi avete capito: nel tritacarne non c'è Fontana, ma il cervello dei lettori di “Libero”.


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