Un mio piccolo contributo per illustrare la nostra Costituzione. Mi sono occupato dell'articolo 18. Un grazie a Luisa Marchini che si è sobbarcata un lavoro mastodontico per raccogliere a coorte schiere di disegnatori di ogni sorte e risma.
Potete scaricare gratuitamente l'ebook a questo indirizzo:
Gufi, rosiconi e Costituzione
Gli aspetti del reale che stridono, la rivolta degli oggetti , delle cose e della lingua... Tutto ciò che dà quell'irritante sensazione di fastidio provocata dal gesso non spezzato sulla superficie nera della lavagna della nostra esistenza. Questo blog è una costola di http://improntedichina.blogspot.com/ Il sito è presente anche su Facebook: http://www.facebook.com/ImpronteDiChinaEGraffiDiGesso.Per il microfinanziamento dell'opera: https://paypal.me/arz62
domenica 27 novembre 2016
Decalogo dell'imbecille in Rete (repost)
Ripubblico il Decalogo che ho pubblicato l'anno scorso in merito agli imbecilli in Rete. Per non dimenticare.
Decalogo dell'imbecille in Rete
di Arz
1- L'imbecille non sa di essere un imbecille. Anche se discuterà con cento persone che gli danno dell'imbecille, egli avrà sempre la ferma convinzione che gli imbecilli siano gli altri.
2- L'imbecille ha granitiche certezze. La prima delle certezze inscalfibili dell'imbecille è quella di non essere un imbecille.
3-L'imbecille è particolarmente aggressivo. Il suo stile è assertivo e il discorso dell'imbecille rifugge l'argomentazione, anche se ha la parvenza di un discorso argomentato.
Messo in difficoltà, egli risponde alzando il tono della provocazione e accusando il suo interlocutore di essere un imbecille.
4- L'imbecille non ha mai torto, non conosce né il “forse”, né il modo condizionale; ha una certa predisposizione per l'imperativo alla fine di ogni discussione, invitando chi lo controbatte con le armi della razionalità a recarsi in un paese che non è segnato in nessuna cartina geografica ( "Vaffanculo”).
5- Raramente l'imbecille , come gli animali, perdente sul piano della discussione intellettuale e chiuso in un angolo, si fingerà morto, sparendo dalla discussione. Mai si darà alla fuga. La capacità di chiedere scusa per la violenza verbale riversata sui loro poveri interlocutori non rientra nelle caratteristiche di base del vero imbecille.
5- L'imbecille in Rete è più verboso dell'imbecille nella realtà quotidiana e, esercitando la sua imbecillità quasi quotidianamente attraverso la parola , farà sempre meno errori di grammatica e di ortografia tanto da non distinguersi, dal punto di vista formale, da una persona intelligente che scrive in Rete. La natura camaleontica dell'imbecille è nota e pericolosissima, perché qualche volta si rischia di confondere la persona intelligente con un imbecille e un imbecille con una persona intelligente.
6-L'imbecille rifugge la mitezza e la moderazione; ha una visione virile della discussione. La misura della sua virilità è data dal restar fermo sulle proprie posizioni, anche quando sono palesemente insostenibili, dal tono sempre sopra le righe e, per i meno astuti tra gli imbecilli, dalla volgarità del linguaggio.
Il “forte sentire”, accompagnato dal “forte urlare” ( che in Rete si rende con l'utilizzo delle maiuscole e con la proliferazione incontrollata dei punti di esclamazione), rafforza nell'imbecille l'idea che quello che sta dicendo è vero e sacrosanto.
7- L'imbecille non riconosce altra autorità che se stesso. L'idea che qualcun altro sia più competente di lui non lo sfiora.
L'etimologia della parola “imbecille” indica colui che è debole e avrebbe bisogno di un bastone.
Se l'imbecille utilizzasse il bastone dell'intelligenza potrebbe anche essere convincente.
Il bastone preferisce, però, darlo sulla testa dei suoi interlocutori, mentre dovrebbe utilizzarlo, come logica vorrebbe, nella migliore delle ipotesi, per sostenersi nel difficile cammino della vita intellettuale e , nella peggiore, per darselo in testa per punirsi per la propria pocaggine.
8- Discutere con un imbecille è inutile. Gli aforismi a riguardo si sprecano.
9- L'imbecille e lo stupido possono confondersi, ma secondo la definizione di C.M. Cipolla lo stupido reca, nel contempo, un danno a sé e agli altri. L'imbecille, a mio modestissimo avviso, è più simile al bandito. Egli crea sì un danno agli altri, ma riesce ad ottenere un vantaggio personale: quello di rafforzare l' idea di essere intelligente, insufflando linfa velenosa nella pianta sana del ragionamento altrui.
L'imbecille è un avvelenatore di pozzi ed è fiero di sé come le Arpie dopo aver insozzato con le loro feci le mense imbandite dove si serve il pan degli angeli .
10- L'autore del seguente decalogo è un imbecille, in primo luogo perché non sa di essere un imbecille come afferma la prima legge del decalogo, in secondo luogo perché ingenuamente pensa che un imbecille, leggendo il decalogo, riconosca se stesso.
In realtà, questi confermerà una sua certezza: gli imbecilli sono gli altri e riderà di loro, di gusto.
Va anche detto che, forse, anche alcune persone intelligenti apprezzeranno il decalogo, perché, consapevoli che lampi di imbecillità appaiono anche nel cielo sereno di chi usa correttamente la propria testa, rideranno un poco di se stesse.
La Boldrini, il Webetismo e il Fascioleghismo.
Come sapete, Laura Boldrini non piace a
molti. E' stata oggetto di critica per il suo impegno per i Rifugiati
, non è un mostro di simpatia ( durante un suo intervento alla TV,
tempo fa mi è sembrato che un collaboratore le avesse consigliato a
bassa voce di sorridere...evidentemente non le viene naturale!) ed è
un bersaglio esplicito del fascioleghismo nostrano (il cui punto più
basso è stata la tristissima sceneggiata della bambola gonfiabile di
Salvini).
Su Facebook la Presidente della camera
dei Deputati è inondata da messaggi non solo sessisti, ma da insulti
a ruota libera e da minacce esplicite.
Intendiamoci: la Boldrini può essere
criticata da chiunque e a nessuno si può negare la possibilità di
non condividere le sue posizioni politiche e/o istituzionali.
Qui, però, si parla d'altro. I Webeti
scrivono con nome e cognome, si macchiano di una serie di reati non
da poco ( calunnia, oltraggio , apologia di reato et similia) che non
hanno nulla a che fare con la libertà di opinione ( credo che in
cuor loro pensino che sia una libertà illimitata e “absoluta”).
Il responsabile morale di questa deriva
, sia chiaro, è un europarlamentare ( gonfiandosi il petto e
protendendo la mascella, credo persino che se ne vanti), ma la
responsabilità penale è individuale.
Bene ha fatto la Boldrini a pubblicare
un sunto delle offese al suo indirizzo e, se volete farvi un'idea
della tipologia delle persone che si dedicano a questi esercizi di
rutto libero, non avete che da recarvi nei loro profili Facebook.
Molti sono stati cancellati, altri sono
ancora attivi, purgati dai post incriminati.
Male farebbe la Boldrini a non
denunciarli e a non chiedere risarcimenti milionari.
Temo che non lo farà, pur godendo
della condizione di privilegio di non doversi preoccupare più di
tanto delle spese legali.
La via legale, quella che punisce i
signoli abusi, è, a mio modesto avviso, l'unico modo corretto per
far rispettare le regole di convivenza su Internet (anche se ho la
sgradevolissima sensazione che prima o poi si sceglierà una via
normativa che restringerà la libertà di espressione su Internet,
così come sta avvenendo nelle grandi autocrazie mondiali,v. Putin e
Erdogan su tutti).
Le leggi ci sono, basterebbe solo
applicarle ( anche se non “sufficit”, viste le caratteristiche
dell'Italiano medio; ci vorrebbe più scuola e più cultura, ma, in
merito, abbiamo calato le braghe da un bel trentennio).
Insomma, tanto per metterla sul piano
generale e magari buttarla in caciara in vista del Referendum: è
inutile ritoccare Costituzioni e Leggi, quando quest'ultime non
vengono applicate o per l'estensione del fenomeno o per le difficoltà
di controllo.
Le riforme di legge o costituzionali
che nascono dalla mancata applicazione di leggi e della Costituzione
vigenti costituiranno solo il classico tappetino che tenta di
nascondere pietosamente la polvere: quella di uno Stato deboluccio e
del peggiore dei popolacci che purtroppo non riesce, anche a fronte
di una legislazione punitiva , a modificare e a vergognarsi dei
propri pessimi costumi ( cito solo Leopardi...non sparate sul
pianista! Rileggetevi in calce gli stralci de “Il discorso sopra lo
stato presente dei costumi degl'Italiani”, e mi capirete meglio).
arz62
“ Il
vincolo e il freno delle leggi e della forza pubblica, che sembra ora
essere l’unico che rimanga alla società, è cosa da gran tempo
riconosciuta per insufficientissima a ritenere dal male e molto più
a stimolare al bene. Tutti sanno con Orazio, che le leggi senza i
costumi non bastano, e da altra parte che i costumi dipendono e sono
determinati e fondati principalmente e garantiti dalle opinioni”
[…] “Primieramente dell’opinione pubblica gl’italiani in
generale, e parlando massimamente a proporzione degli altri popoli,
non ne fanno alcun conto. Corrono e si ripetono tutto giorno cento
proverbi in Italia che affermano che non s’ha da por mente a quello
che il mondo dice o dirà di te, che s’ha da procedere a modo suo
non curandosi del giudizio degli altri, e cose tali”.
[…] “Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte
le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più
cinico di tutti i popolacci. Quelli che credono superiore a tutte per
cinismo la nazione francese, s’ingannano. Niuna vince né uguaglia
in ciò l’italiana. Essa unisce la vivacità naturale (maggiore
assai di quella de’ francesi) all’indifferenza acquisita verso
ogni cosa e al poco riguardo verso gli altri cagionato dalla mancanza
di società, che non li fa curar gran fatto della stima e de’
riguardi altrui ...”
domenica 13 novembre 2016
Renzi ovvero della persuasione debole. Fletto i muscoli...e sono nel vuoto!
Come al solito, parto dalla fonte della
mia irritazione: c'è una foto in cui Renzi, mentre parla da Palazzo
Chigi, ha alle sue spalle una sfilza di bandiere italiane. La
bandiera europea, che lo aveva accompagnato nei suoi discorsi
precedenti dalla sede del Governo, è scomparsa.
Il diavolo si nasconde nei dettagli, lo
sappiamo, basta saperlo scovare.
Abbiamo assistito negli ultimi tempi al
tentativo del buon Matteo di smarcarsi ( direi fuori tempo massimo) dall'Europa dell'austerità e Renzi,
che deve molto all'Europa, prova ora a risalire la china, sentendo
puzza di bruciato sugli esiti del Referendum.
Nulla di male: oggi prevale il pensiero
binario con la casta/establishment o contro la casta ( da leggersi con attenzione l'intervento di Gilioli a riguardo:Schema binario).
Matteo, che ha un buon olfatto per
l'aria che tira, flette i muscoli e intima all'Europa:”Fuori dal
patto di stabilità! Terremoto e emergenza dell'edilizia scolastica
si affrontano senza il vostro bollino blu!”.
( "Abbasso la Chiquita! Viva la Libera Repubblica delle Banane!" ;-))
Bene. Benissimo. E' sua facoltà farlo.
Qualche spin doctor e qualche esperto
della comunicazione ben prezzolato ( forse troppo ben prezzolato
rispetto alle ideuzze offerte) devono avergli fatto capire che alle
parole minacciose devono seguire i fatti.
E i fatti, in effetti, scusate il bisticcio, gli unici evidenti, ci sono: sono
scomparse le bandiere europee a Palazzo Chigi.
Ecco, credere che l'elettorato sia così
ingenuo da non cogliere questi espedienti da quattro soldi, questa forma ingenua di persuasione subliminale, è, a mio modesto avviso, un
errore fatale.
Insomma, quando un espediente persuasivo
è nuovo, tutti ci cascano ( tranne i pochi che lo conoscono o che l'hanno ideato), ma quando
l'espediente è abusato o troppo evidente, non solo perdi di credibilità e nessuno ti fila,
ma crei disastrosi effetti controproducenti a catena.
Negli anni Settanta , se non sbaglio,
qualche adepto degli Hare Krishna utilizzava un trucchetto ingenuo,
ma efficacissimo: ti metteva in mano un oggettino accompagnando il gesto con un affabile sorriso a trentadue denti: “E' un regalo!”.
Tu, imbambolato, te ne restavi lì un
po' perplesso ( quando mai qualcuno ti regala qualcosa?) e poi
l'abile intortatore ti estorceva senza troppa fatica un po' di denaro. Come avresti potuto deludere una persona che ti regala qualcosa?
Ora a più di quarant'anni di distanza, per strada, capita di assistere a scenette piuttosto divertenti: sedicenti rappresentanti di ogni categoria svantaggiata (e,spesso, sono truffatori della peggior specie, perché minano nel profondo ogni rapporto di solidarietà...) cercano di piazzare
nelle mani dei passanti un qualche amenicolo, ma , essendo la tecnica
nota ai più, molti di loro si contorcono qual serpenti nelle Malebolge pur di
evitare il contatto. Solo i più inesperti (i più giovani) cascano
di nuovo nella trappola arrugginita.
Gli ottanta o i cinquecento euro
piazzati nelle mani degli italiani sicuramente non cadranno per
terra, ma qualche spin doctor o qualche esperto nella comunicazione
dovrebbe avvertire Matteo che il giochino è logoro. Togliere la
bandiera europea per raffigurarsi come difensore dell'italianità
dura e pura gli porterà molti più guai di quanto pensi.
Perché il
popolo, e il nostro in particolare, ama farsi sedurre, è vero, ma
quando capisce di essere stato ingannato, abitualmente reagisce in
malo modo.
E non ci sarà nessuna Celere a poter difendere Matteo,
anche perché, diciamocela tutti, alla Celere il Renzino, nonostante
il pietoso tentativo di rappresentarsi come il Mascelluto del Ventennio contro le demoplutocrazie europee, sta particolarmente
sugli zebedei.
E flettere i muscoli, come Ratman ci insegna, in
ispecie quando il muscolo è flaccidino, è il primo passo per cadere
nel vuoto.
arz62
lunedì 7 novembre 2016
Il Berlusconismo, malattia infantile (e mortale) del Renzismo.
Leggo
spesso tra gli scritti di coloro che plaudono all'era Renzi, e parlano sul serio, che Renzi costituisce nei fatti una discontinuità
rispetto al berlusconismo.
Mi
intristisco un poco perché da un po' di anni sto raccogliendo gli
indizi, direi le prove, che il berlusconismo non è morto affatto e
sopravvive, come Alien nei corpi dei poco avveduti astronauti, nella
lingua, nelle movenze e, ahimè, nei pensieri di chi dovrebbe
rappresentare il “nuovo” e l'inedito, rispetto al tristissimo
ventennio berlusconiano.
Parto,
more solito, dall'ambito linguistico.
Alla
Leopolda Renzi dice ( la sintesi è giornalistica, ma il filmato lo
potete reperire facilmente in Rete): "Con
il referendum costituzionale, siamo ad un bivio : è il derby tra
passato e futuro, tra cinismo e speranza, tra rabbia e proposta, tra
nostalgia e domani" .
Non
ci vuole un linguista di professione per capire che il campo
semantico in cui si muove Renzi è lo stesso di Berlusconi, quello
calcistico marezzato qua e là da qualche pennellata gramsciana e
vagamente di sinistra. Si parte dallo "scendere il campo” e si arriva al
“derby” dicotomico tra “odio”dell'universo mondo verso
l'”amore” renziano ( qui siamo nel berlusconismo distillato), tra
il cinismo della ragione e la speranza della volontà , tra la rabbia
e la speranza del sol dell'avvenir ( solo qui effettivamente,
nell'accenno al sol, non alla rabbia, sia chiaro, si respira aria un
po' gramsciana e vagamente di sinistra), sino alla chiusura tra la
nostalgia del passato e la promessa del domani che non diverge di molto dalle
nostalgie mussoliniane di “Giovinezza giovinezza, primavera di
bellezza”.
Ma
il berlusconismo prevale nella chiusa del discorso:
"In
un mondo nel quale si vive la dimensione della contestazione che
diventa odio ( ripetuto tre volte e la triplice replicatio è , ahinoi, uno stilema mussoliniano, mentre la contrapposizione tra due termini opposti, di cui uno già connotato negativamente, è più vicino all'armamentario retorico berlusconiano) abbiamo un'unica opportunità:
recuperare la politica andando casa per casa, andando incontro alla
gente. L'italia è a un bivio: deve scegliere se essere la patria del
gattopardo o dell'innovazione. Dell'ennesima occasione perduta o
laboratorio del futuro".
Il
nuovo contro il vecchio, Guelfi versus Ghibellini, è un vero peccato che sia un “nuovo” che puzza
tremendamente di vecchio.
Faccio
il mio solito vaticinio ( ne ho azzeccati alcuni, purtroppo!)
“Sento
puzza di forza e di vecchie mutande” ( Ricky Gianco), sento puzza
di “grande coalizione” con Berlusconi dopo gli esiti del
Referendum.
Scommettiamo? ;-)
arz62
Iscriviti a:
Post (Atom)