Ovviamente il momento è eccezionale e
formidabile (nel senso etimologico: fa una paura boia).
Le misure di contenimento sono state
decise dagli esperti e il cittadino è tenuto ad attenersi alle
indicazioni fornite dallo Stato scrupolosamente.
Non è neppure il momento di far
eccessiva polemica, ma, per le future decisioni, è meglio valutare
meglio le modalità di comunicazione utilizzate per dar pubblicità alle iniziative restrittive del Governo: la fuga di notizie relative alla bozza del Decreto (prontamente ripresa
dai giornali che hanno, more solito, le loro responsabilità nell'ingenerare inquietudine inutilmente) ha creato già qualche effetto perverso: in
primis, lo spostamento rapido e disordinato di molti meridionali
residenti in Lombardia in altre regioni italiane.
Si intendeva impedire il movimento
della popolazione, ma si è ottenuto l'effetto contrario. E questo è
il primo evidente fallimento.
In secondo luogo, l'opacità di alcune disposizioni restrittive non aiuta: si dice da un lato di limitare i movimenti che
sono ammessi solo per motivi inderogabili anche all'interno del territorio
e poi dall'altra si lasciano aperti i ristoranti.
Si blinda la Lombardia, ma si
garantiscono i trasporti (altrimenti niente pappa per tutti).
Ovviamente un provvedimento del genere
non può prevedere effetti e controeffetti che sono difficilissimi da controllare.
Sicuramente la mancanza di chiarezza
condurrà probabilmente a un altro fallimento: lunedì forse ci sarà un
nuovo assalto ai supermercati.
Perché quando c'è nebbia, è facile,
senza fari, andare a sbattere.
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