domenica 8 marzo 2020

Note a margine del Decreto.


Ovviamente il momento è eccezionale e formidabile (nel senso etimologico: fa una paura boia).
Le misure di contenimento sono state decise dagli esperti e il cittadino è tenuto ad attenersi alle indicazioni fornite dallo Stato scrupolosamente.
Non è neppure il momento di far eccessiva polemica, ma, per le future decisioni, è meglio valutare meglio le modalità di comunicazione utilizzate per dar pubblicità alle iniziative restrittive del Governo: la fuga di notizie relative alla bozza del Decreto (prontamente ripresa dai giornali che hanno, more solito, le loro responsabilità nell'ingenerare inquietudine inutilmente) ha creato già qualche effetto perverso: in primis, lo spostamento rapido e disordinato di molti meridionali residenti in Lombardia in altre regioni italiane.
Si intendeva impedire il movimento della popolazione, ma si è ottenuto l'effetto contrario. E questo è il primo evidente fallimento.
In secondo luogo, l'opacità di alcune disposizioni restrittive non aiuta: si dice  da un lato di limitare i movimenti che sono ammessi solo per motivi inderogabili anche all'interno del territorio e poi dall'altra si lasciano aperti i ristoranti.
Si blinda la Lombardia, ma si garantiscono i trasporti (altrimenti niente pappa per tutti).
Ovviamente un provvedimento del genere non può prevedere effetti e controeffetti che sono difficilissimi da controllare.
Sicuramente la mancanza di chiarezza condurrà probabilmente a un altro fallimento: lunedì forse ci sarà un nuovo assalto ai supermercati.
Perché quando c'è nebbia, è facile, senza fari, andare a sbattere.

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