Trump instilla il dubbio che il
settantacinquenne spinto dalla polizia di Buffalo sia un
mistificatore.
Insomma, il sangue dalla testa è per
lui pomodoro, l'anziano signore è un terrorista (se uno più uno fa
due nella sua ottica “antifa” e “terrorista” sono sinonimi) e
le immagini trasmesse sono il prodotto manipolato e con effetti speciali di un set di Hollywood.
Purtroppo, quella che è nei fatti una
distorsione psicotica della realtà non sta colpendo il Presidente,
che sa benissimo quello che sta facendo, ma il suo elettorato.
Trump sta utilizzando una tecnica
psicologica: si chima “gaslighting”.
Prelevo la definizione in inglese da
Wikipedia (sono pigro):
“Gaslighting
is
a form of psychological
manipulation
in
which a person or a group covertly sows seeds of doubt in a targeted
individual, making them question their own memory, perception, or
judgment, often evoking in them cognitive
dissonance
and
other changes including lowself-esteem.
Using denial,
misdirection, contradiction, and misinformation,
gaslighting involves attempts to destabilize
the
victim and delegitimize the victim's beliefs. Instances can range
from the denial by an abuser
that
previous abusive incidents occurred, to the staging of bizarre events
by the abuser with the intention of disorienting the victim”.
In parole povere, Trump crea
un elettorato con bassa autostima, disorientandolo e mettendolo nelle
condizioni di non credere ai propri occhi.
Per chi lo vuol capire, il
complottismo, il dubbio sistematico e immotivato nei confronti delle
“auctoritas”, lo smantellamento di ogni sicurezza che è lo scopo
delle “Fake News” ha un unico obiettivo: minare le certezze
personali e creare belanti greggi pronte a seguire qualsiasi pastore.
Non quello buono che le riporterà all'ovile, ma quello che le
condurrà verso il baratro.
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