giovedì 13 giugno 2019

Sui leoni da tastiera.



Si esercita la violenza in molti modi. Certo, molti pensano, una parola è una parola, un pugno sul naso è un pugno sul naso. Ma le parole sono pietre: fanno male e talvolta uccidono.
Vale per chi è di Destra e per chi è di Sinistra. 
Augurare la morte e/o lo stupro (melius abundare quam deficere, in particolare quando la vittima è donna) a chicchessia è un reato.
Che il destinatario sia Salvini o la Murgia. A Salvini, comunque, ed è dovere di cronaca, lo stupro non glielo augurano.
La Magistratura intervenga e faccia piazza pulita. Subito. Niente galera, sia chiaro, i tempi di risoluzione delle questioni giuridiche sono troppo lunghi: risarcimenti congrui. Rito abbreviato.
Toccate il portafoglio agli Italiani e li spingerete alla Virtù. O bloccategli Facebook se siete Zuckerberg.
Una piccola notazione facile facile: minacciare faccia a faccia perlomeno mette chi proferisce una minaccia a rischio di vendetta, nascondersi dietro il monitor è da vigliacchetti di quarta categoria. Non voglio fare esempi dei gradassi che poi sono diventati capponi nel giro di 24 ore. Capponiamoli, anche se è un'operazione inutile. Già capponi sono.

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