Si esercita la violenza in molti modi.
Certo, molti pensano, una parola è una parola, un pugno sul naso è
un pugno sul naso. Ma le parole sono pietre: fanno male e talvolta
uccidono.
Vale per chi è di Destra e per chi è
di Sinistra.
Augurare la morte e/o lo stupro (melius abundare quam deficere, in particolare quando la vittima è donna) a chicchessia è un reato.
Che il destinatario sia Salvini o la Murgia. A Salvini, comunque, ed è dovere di cronaca, lo stupro non glielo augurano.
Che il destinatario sia Salvini o la Murgia. A Salvini, comunque, ed è dovere di cronaca, lo stupro non glielo augurano.
La Magistratura intervenga e faccia
piazza pulita. Subito. Niente galera, sia chiaro, i tempi di risoluzione delle questioni giuridiche sono troppo lunghi: risarcimenti
congrui. Rito abbreviato.
Toccate il portafoglio agli Italiani e li spingerete alla
Virtù. O bloccategli Facebook se siete Zuckerberg.
Una piccola notazione facile facile:
minacciare faccia a faccia perlomeno mette chi proferisce una
minaccia a rischio di vendetta, nascondersi dietro il monitor è
da vigliacchetti di quarta categoria. Non voglio fare esempi dei
gradassi che poi sono diventati capponi nel giro di 24 ore. Capponiamoli, anche se è un'operazione inutile. Già capponi sono.
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