E' una vecchia regola della logistica:
quando si produce una merce, non bisogna lasciarla troppo in magazzino
non solo perché rischia di deperire, ma anche per far posto a nuovi
prodotti che da qualche parte pur devono essere collocati.
Liberare i magazzini è, dunque, una
buona norma.
Non fa eccezione lo stoccaggio delle
armi; se ne producono prima un bel po' e poi si usano, togliendole
dai magazzini che saranno riempiti da armi sempre più
tecnologicamente avanzate.
Le armi, in qualsiasi caso, come si è
già scritto per le merci in generale, non si possono lasciare a lungo nei magazzini perché
sono soggette all'obsolescenza, al deperimento e costituiscono un
grande problema per lo smaltimento; quindi, giocoforza che si trovi un' area calda del
pianeta e si liberino d'un tratto i magazzini perché un'arma che non
fa “boom” è come un letto o una carbonara senza guanciale.
Ovviamente eserciti disarmati di
buonisti piangeranno, come loro solito, per gli effetti collaterali:
i morti tra militari e civili, i bambini colpiti, i feriti e i
mutilati, le città straziate e il patrimonio artistico e culturale in fumo.
E siccome la guerra non è un prodotto che gode di buona
pubblicità, anche se se ne fa spesso uso, bisogna far sì che i
buonisti piagnoni siano ridicolizzati.
Perché il sistema funzioni, i
produttori di armi spingono perché un maschio alpha vada al potere,
un uomo rude che non ami i fastidiosi lacci e lacciuoli della coscienza, e che
abbia una certa predisposizione verbale verso l'aggressività e
l'assertività, atteggiamenti da cui sono spesso affascinate le masse ovine.
Insomma, per farla breve, il burattino
tutto di un pezzo (ma, scusatemi l'immagine rozza, con la mano nel
culo dell'industria bellica) militarista, fascisteggiante è
perfetto.
Se poi si ammanta di qualche velame
mistico, gridando che “Dio è con lui”, è meglio, perché così il pacco profuma un po' di incenso, nascondendo altri odori meno piacevoli.
Insomma, per finire il discorsino
didattico e un po' banalotto da buonista sul divano nell'attico di New York, se a scuola si insegna che fare la pace
è bello, se la nostra Costituzione ci dice che ripudiare la guerra è
giusto, se gli uomini si scambiano il segno della pace durante la
Messa, a chi si occupa di armi può anche far piacere. Tra una guerra
e un'altra, però, e solo perché un po' di pace ci vuole per trasferire le
armi dal magazzino ad un hangar.
Quando gli hangar sono pieni, non c'è verso: che Guerra sia in saecula saeculorum!
Che comandi un burattino, al momento opportuno, prima di
dare il via ai botti necesse est.
Che abbia il ciuffo, i baffetti o la
mandibola protrusa è un accidente. L'essenza, che fete assai, è quella
che conta.
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