Vedo molti esultare alla sconfitta di
Salvini in Emilia-Romagna.
Giusto. Come in ogni racconto popolare che
si deve, la sconfitta e la punizione dell'antagonista devono
procurare piacere al lettore.
Non si infierisca, però, e si eviti
l'esposizione del dito medio, perché, se è stato sconfitto, il
risultato è stato ottenuto dalla tattica volutamente Zen delle
Sardine.
Le provocazioni di Capitan Findus erano
sempre più forti, ma spesso chi ha capito il giochetto del Truce ha
reagito con compostezza e ha evitato la simmetria di chi sfida
costantemente l'avversario a chi ce l'ha più lungo.
Chi ha una certa età sa benissimo che
cosa sia la “provocazione”: i truci ti si avvicinavano coi
tirapugni, le cinture e le catene e ti porgevano il volantino. Erano
lì per menare, ma mica ti menavano subito (se non quando
incontravano i militanti della parte avversa preventivamente armati
per lo scontro). Aspettavano la tua reazione per poter giustificare
la loro violenza (nella loro ottica, l'esercizio dell'aggressività a fronte di una TUA forma di violenza: non aver accettato il loro volantino).
Non aver accettato la sfida, quando la
sfida è stata solo provocazione, è stato il valore aggiunto della
tattica delle Sardine. E l'aggressività dell'avversario giocoforza ha preso i
caratteri della superbia e l'assertività le sembianze della sopraffazione.
Il fascino di chi è aggressivo può
colpire, statisticamente e storicamente, i senzapalle che le vogliono
acquisire per procura, ma non va mai oltre il 35% del consenso popolare.
Se poi l'aggressività diventa
protervia e i lacci e i lacciuoli dello Stato di Diritto rimangono
saldi, i consensi dei provocatori seriali inesorabilmente calano.
Lezione numero 1 che ci hanno dato le
Sardine: Chi chiede poteri assoluti va sempre contrastato: con il
taglia-unghie della Costituzione e con l'intelligenza della ragione che
quando è affilata taglia lo stesso senza alzar la voce e senza brandirla come una
draghinassa.
Lezione numero 2: All'aggressività
verbale si risponde con l'ironia e/o con il ricorso alla Giustizia,
quando diventa calunnia e/o minaccia.
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