domenica 12 gennaio 2020

Navigare in mezzo alle isole di plastica e di cacca. Meglio avere un po' di raffreddore.

Ho la testa ovattata, ma ho il raffreddore, per cui non è consigliabile uno shampoo come indicato da Gaber.
Ho la capacità di concentrazione di un pesce rosso lobotomizzato, quindi sono nella condizione ideale per scorrere le notizie di Facebook e Twitter.
Dopo aver letto alcune notizie simpatiche e belle provenenti da amici, cado, com'è logico, subito nella pattumiera informativa.
E mi vengono spontanee le seguenti osservazioni:
"Si naviga. E quindi, se la metafora è valida, Internet è un mare. Ma il mare di Internet è pulito e limpido come quello delle mete esotiche o ha la consistenza delle isole di plastica o di materia fecale che si muovono qua e là spinte dalle correnti marine?
Dipende.
Assioma: Chi condivide in modo compulsivo materiale rinvenuto in rete senza alcun atto creativo in genere muove plastica nociva e cacca informativa: provvede al flusso e riflusso delle scorie azotate e degli idrocarburi presenti in Internet, incrementando l'inquinamento generale.
Qualcuno potrebbe obiettare: se un contenuto è buono e viene moltiplicato per cento dovrebbe a logica migliorare l'ecosistema marittimo, no?
No, a mio modesto avviso: come la moneta cattiva scaccia la buona, il contenuto Internet condiviso di plastica o di cacca tende a galleggiare meglio di quello buono che rimarrà nascosto sotto lo strato delle repliche moltiplicate per mille ad effetto di specchio contrapposto di locale di barberia". (Mi cito con le virgolette, così non mi accusano di plagio).
Perché questa sbrodolata?
Una delle informazioni di Internet di oggi che va per la maggiore è che una nota star del cinema americano (tra l'altro brava e carina) ha commercializzato un' essenza a 75 dollari aromatizzandola col profumo emanato dalle sue parti intime.
Sold out, un successone.
Ho il raffreddore, come ho detto, ma non so perché sento ugualmente un pessimo odore proveniente dal Web. Due giorni fa abbiamo rischiato la III Guerra Mondiale, do you remember?

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