“Arrivati il 14 di
novembre, dato ragguaglio, a voce e
di nuovo in iscritto,
al tribunale, ebbero da questo com-
missione di presentarsi
al governatore, e d'esporgli lo
stato delle cose.
V'andarono, e riportarono: aver lui di
tali nuove provato
molto dispiacere, mostratone un gran
sentimento; ma i
pensieri della guerra esser più pressan-
ti: sed belli graviores
esse curas. […]
Due o tre giorni dopo,
il 18 di novem-
bre, emanò il
governatore una grida, in cui ordinava
pubbliche feste, per la
nascita del principe Carlo, primo-
genito del re Filippo
IV, senza sospettare o senza curare
il pericolo d'un gran
concorso, in tali circostanze: tutto
come in tempi ordinari,
come se non gli fosse stato par-
lato di nulla”.
La
macchina burocratica si muove. Lentamente, ma si muove: relazione
orale, relazione scritta, timbro e controtimbro.
Poi,
dopo che i tecnici si sono decisi a scomodare i vertici, si va col
cappello in mano dal potere politico che, cosa non nuova, non capisce
una mazza.
Nella
logica del benaltrismo il Governatore sbotta: “Perdinci! C'è una
guerra in atto! Mi devo preoccupare di ben altro che di un'infezione
misteriosa” e, per sovrammercato, dopo aver messo sul piatto le
“curae belli”, organizza, visto che non ha tempo da
perdere in pinzillacchere, una bella festicciola per le nozze
dell'erede, mentre la peste, intanto, dilaga.
Così
come oggi, c'è qualcuno che, dopo le ordinanze che vietano o
sconsigliano assembramenti , facendo orecchie da mercante o da asino
, se si vuole, organizza una bella convention di Partito con 1400
invitati “senza sospettare” e qui c'è l'ignoranza “o
senza curare” e qui c'è la leggerezza “il pericolo d'un
gran concorso”.
Nessun commento:
Posta un commento