Uno dei motivi di fascinazione del
Sogno americano è il fatto che gli Stati Uniti si autorappresentavano come un Paese con le porte aperte: anche se partivi con le pezze al culo e con
la valigia di cartone, dopo aver passato le Forche Caudine di
Ellis Island, avresti avuto la possibilità (non sempre, sia chiaro)
di uscire dalla tua condizione di marginalità in una società
mobilissima.
Gli Stati Uniti da un bel po' hanno
fatto un'altra scelta, lenta e inesorabile, di chiudersi a riccio e, dopo l'attentato
delle Torri Gemelle, hanno convinto (o forse finanziato?) il Regno
Unito a fare altrettanto.
Perderanno, a mio modestissimo avviso, in prestigio (ed è un dato di fatto), riuscendo a raggranellare
forse qualche iniziale vantaggio economico e di sicurezza.
Non durerà a lungo, lo sanno anche
loro.
Le civiltà durature, la Storia e Caracalla
insegna, aggregano i popoli vinti , chiamiamoli alleati che è
meglio, e non li umiliano, promettendo diritti uguali per tutti, pur
con qualche percorso a ostacoli.
Ma, quando diventano irraggiungibili e
gli steccati sono insormontabili, sono destinati a collassare su se
stessi.
Il Regno Unito ha poco da festeggiare
e, se fossi nazionalista, mi indignerebbe a pelle la scelta di essere un
Paese gregario di un altro, per altro di un'ex colonia riottosa e con
una cultura nettamente inferiore rispetto al Paese di origine. Ciao ciao.
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