Seicento docenti universitari si
lamentano dell'italiano zoppicante di molti loro allievi.
In primo luogo, dopo aver doverosamente
segnalato il problema, li invito a fare il loro mestiere: non permettano
agli studenti analfabeti di prendersi il titolo di dottore.
Sappiamo tutti, però, che non lo
faranno, perché la logica aziendale che sta garrotando la scuola
primaria e secondaria da un trentennio vige anche nelle austere aule
universitarie: un'Università troppo selettiva porta pochi studenti e
avere pochi studenti significa ottenere pochi finanziamenti. Così si
adegueranno all'andazzo di tutti gli altri docenti “superi” e
“inferi” che siano: meglio dare la colpa ai docenti che li hanno
preceduti che criticare un sistema scolastico basato sulle regole
del mercato, che ha imposto alla scuola di "aziendalizzarsi", e del “familismo amorale”.
Attraverso li rami gerarchici che vanno
dal MIUR ai nuovi Dirigenti, da un bel po' i docenti, legati
all'albero maestro del “non cacciamoci nei guai!”, hanno sentito
recitare, attenuato dalla cera dello scetticismo depositata nelle
orecchie di ogni buon didatta, il seguente canto delle Sirene :
“Non date troppo fastidio alle
famiglie che vogliono una scuola “facile” ( o meglio: “difficile”
per gli altri, ma non per il loro pargolo); sapete come sono i
genitori dei vostri pulcinotti?
Se li boccerete, faranno ricorso al
TAR ! Ah, per pararsi dai colpi avversi, preparatevi a compilare
tonnellate di cartacce! Non importa che voi bocciate con cognizione di causa o meno. Non importa che siate colti e intelligenti o
ignoranti come capre e con un QI sotto la media : la burocrazia sia
il vostro scudo e la vostra difesa!
E, poi, figlioli, lo sanno persino i
sassi, bocciare costa! Oh, quanto costa!”
...e Itaca, la pensione, non si vede all'orizzonte! ;-)
arz62
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