domenica 10 febbraio 2013

La classe operaia va in TV ( muta ).






Gli operai sono seduti. Hanno le loro belle tute blu ( in realtà sono azzurre) e sono seduti vicino a tavole ben apparecchiate con la tovaglia, con la bottiglia di spumante o di vino e la bottiglia dell'acqua.
Un omino cerca di rompere il ghiaccio: racconta barzellette, fa appello all'anticomunismo viscerale, disegna il mondo come lo vede lui. 
Loro guardano e non fanno un cenno; quando la telecamera incrocia i loro sguardi, gli operai guardano da un'altra parte. D'altronde, fanno parte dello sfondo e lo sanno.
Le parate militari  a Berlino in prossimità della fine prevedevano uno sfondo scenografico fittizio di palazzi per coprire le rovine della città distrutta ovviamente inutilizzabili per le riprese cinematografiche di regime. Ecco l'omino come sfondo preferisce gli uomini.
E loro hanno come loro armi di boicottaggio lo sguardo e il silenzio, simili in tutto a quelle degli schiavi ai ceppi. 
Alla fine parte qualche applauso il cui senso è racchiuso nelle menti di chi ha partecipato all'assurdo evento.
 arz© 
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