lunedì 28 agosto 2017

Ho la coscienza pulita! Certo perché non la usi!

Non dico nulla di nuovo (leggere qui, per un parere più approfondito: Terminologia). 

Il prefetto di Roma per giustificare lo sgombero di Piazza indipendenza usa l'espressione “operazione di cleaning”. L'anglicismo serve a coprire l'idea che ci sia uno sporco da spazzare, magari con gli idranti,  senza collegare il fatto che lo “sporco” è costituito da persone e , nel caso specifico, da rifugiati. 
La nazificazione del linguaggio utilizza, in questo caso, un termine straniero per neutralizzare la spiacevolezza dell'atto.
Ho citato più di una volta Kemplerer che ha studiato il graduale stravolgimento della lingua tedesca che ha portato ad anestetizzare le coscienze perché non reagissero all'orrore. 
L'utilizzo dell'espressione “cleaning” servirà al prefetto per lavare la propria coscienza, quella sì sporca. Irrimediabilmente.

lunedì 21 agosto 2017

Handicap

A Carugate è successo quello che è successo. Leggete il post precedente. Non vorrei scrivere oltre perché odio l'aggressività , persino la mia e a fronte di certi episodi : so di non mantenere la giusta calma e la giusta misura... Utilizzo questa volta il disegno per esprimere la mia rabbia quando sbatto col muso sui "legni storti" che mai si raddrizzeranno né coll'educazione né con la repressione.


domenica 20 agosto 2017

Il prototipo dell'idiota contemporaneo.

 Da Repubblica di oggi.

Volete in un breve testo il concentrato della stupidità umana? Sono riuscito a trovarlo!

Cartello comparso in un parcheggio di Carugate, Milano:

"A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato. Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia".

Questo “cattivista”, orgoglioso della sua prodezza, ha inanellato in poche righe le caratteristiche dell’idiota moderno.
Vi invito a completare l’elenco…
1-      Mancanza di empatia. L’idiota non coglie la situazione di disagio degli altri: è il torturatore da piccino dei gatti che, diventato grande, si diverte a tormentare gli esseri umani.
2-      Individualismo. L’idiota è costantemente concentrato sul proprio ombelico. L’esperienza (difficile) altrui non esiste. Lui non la vive ergo non esiste.
3-      Analfabetismo. L’idiota non è in grado di scrivere un testo breve senza incorrere in qualche banale strafalcione.
4-      Infantilismo. Il portatore di handicap che ha chiamato i vigili pensava di avergli fatto un dispetto. Cicca! Cicca! Non mi hai fatto male ( lo pensavi, eh?) e sono contento che tu sia un handicappato!
5-      Il denaro è al di sopra di tutto. Io mi posso permettere di pagare 60 euro e tu, “povero handicappato”?
6-      Disprezzo delle regole. L’idiota pensa di poter contravvenire a qualsiasi regola di convivenza civile. Senza pagare dazio. Mai. Le regole valgono per gli altri, ma non si applicano nel suo caso specifico, ritenendosi un rappresentante del sale della Terra.

7-      Odiatore del “politically correct” perché utilizzare le parole acconce è cosa che vale per le femminucce. La doppia c di “handicappato” rafforza l’offesa. Usare l’espressione “diversamente abile” sarebbe stato poco virile.
8- L'anonimato e la vigliaccheria. L'idiota non firma perché sa di aver dato libero sfogo alla sua aggressività. Non si vergogna dell'aggressività (fa tanto macho), ma è consapevole per la sinapsi degli ultimi suoi due neuroni che non rendere anonimo il suo sfogo comporta qualche rischio. Conta ovviamente sull'approvazione di altri idioti: ha la percezione che siano numerosi e desiderosi di emulare le sue imprese per il vigore del suo "forte sentire", e non si sbaglia. 



Per non cadere in contraddizione sostituite il termine “idiota” che ho usato nel testo con l’espressione “diversamente intelligente”.
arz62





lunedì 14 agosto 2017

Il Presidente della Camera e l'odio sul Web.

So che le schermaglie dialettiche su Internet servono a poco, ma per chi ha cuore la democrazia ( ...e ha pochi anni per godersela) anche le piccole cose hanno un senso.
La presidente della Camera è un'autorità ed è una donna "potente": può muovere leve che noi non possiamo neanche immaginarci.
Sta di fatto che la comunicazione su Internet, è evidente, in questo specifico caso, è più forte di lei.
E io, quando la battaglia è impari, tifo per chi è più debole...

Eccovi il resoconto del mio impegno per un dialogo più democratico e corretto in Rete ( in parte si tratta di un soliloquio...è l'eta!).

Appare un articolo in cui si parla della Presidente della Camera che intende denunciare chi la minaccia di morte e la rende oggetto di offese sessiste. I commenti all'articolo sono sicuramente pià moderati del solito...

 L'effetto positivo della reazione della Boldrini alla campagna di odio nei suoi confronti si può vedere nelle risposte nei commenti di questo articolo. C'è chi dissente, c'è chi non approva l'operato della Boldrini, c'è chi manifesta antipatia a pelle. Perfetto! Questa è libertà di parola e di pensiero. Andatevi a leggere i commenti dell'altro ieri in altri post e vedrete parole di ben altro tenore dove il linguaggio sessista e la gara a chi la spara più grossa attingendo al linguaggio più becero e da osteria viola parecchi articoli di legge ( calunnia, vilipendio, apologia di reato etc...). La libertà di parola (così come per altre libertà) non è assoluta e abusarne presta il fianco ai veri interventi censori che noi tutti ( per età e per collocazione geopolitica) non abbiamo conosciuto. Per ora".

C'è un commento di una signora che è stato cancellato. Rispondo lo stesso:

" Scusate il commento al mio commento. Una signora che denominerò X ha commentato il mio intervento e lo ha poi cancellato. Ha scritto semplicemente che la "Boldrini l'ha sempre mandata a cagare". Non me ne voglia, ma le ho risposto lo stesso in questo modo. So che, posta così la questione, suona male, ma ci tenevo a rispondere alla signora perché penso che discutere anche con chi non la pensa come noi ( nei limiti della ragionevolezza...) faccia bene: 

"... X, come ho scritto, sei ( diamoci del tu) autorizzata a non approvare (da sempre) l'operato della Boldrini. Quello che mi preoccupa è il linguaggio. Il tuo è, scusa la semplificazione, sul versante del “pane al pane vino al vino”. Non mi piace, ma, in qualsiasi caso, non auguri alla Boldrini una morte prematura o una violenza carnale. Altri, invece, senza alcun filtro le augurano le cose peggiori e spesso l'hanno minacciata direttamente di morte. 
Certo, fa impressione, visitando alcuni profili di chi odia la Boldrini, vedere utilizzatori del WEB che sono affettuosi nei confronti dei loro cari, comunicano dolori profondi, mandano “pucciosissimi” messaggi ai loro cari e ai loro animali, e che, insomma, risultano essere persone normalissime, mandare messaggi di odio e di morte ; per di più, utilizzano un linguaggio degli affetti che mal si adegua ai loro interventi nei commenti su personaggi pubblici o su notizie provenienti da Internet. 
Non sto parlando, sia chiaro, come avrai capito, di chi programmaticamente manifesta odio e livore nei confronti dell'umanità o di parte di essa. Quelli, a mio avviso, sono già persi e non c'è nulla da fare...
Cara X, sono ( abbastanza ;-)) sicuro che incontrandoti per strada, nonostante sia certo che tu non condivida per nulla il mio modo di vedere ( puoi leggere quello che scrivo: il mio profilo è pubblico), non mi manderesti “a cagare”, eppure nel modo di porti su Facebook non ti fai alcun problema a rivolgerti in modo offensivo alla Presidente della Camera. Riguarda la tua pagina Facebook e rileggi quello che hai scritto serenamente di te e della tua vita. Perché solo il sentire nominare il nome della Boldrini fa scattare in te questo meccanismo?"


Tal Fabio C**** commenta il mio primo intervento:
"Tutte meritate"

Risposta: "Meritate le critiche o le minacce di morte?"

Per ora non ho avuto risposta....Traete voi le conclusioni.



In ritardo, ma mi ha dato retta.

Ovviamente la Presidente della Camera non ha letto nulla di quello che ho scritto un po' di tempo fa. Mi fa solo piacere che abbia imboccato la strada giusta.

Da "Graffi di gesso" del 27 novembre 2016:

Boldrini e il sessismo

Come sapete, Laura Boldrini non piace a molti. E' stata oggetto di critica per il suo impegno per i Rifugiati , non è un mostro di simpatia ( durante un suo intervento alla TV, tempo fa mi è sembrato che un collaboratore le avesse consigliato a bassa voce di sorridere...evidentemente non le viene naturale!) ed è un bersaglio esplicito del fascioleghismo nostrano (il cui punto più basso è stata la tristissima sceneggiata della bambola gonfiabile di Salvini).
Su Facebook la Presidente della camera dei Deputati è inondata da messaggi non solo sessisti, ma da insulti a ruota libera e da minacce esplicite.
Intendiamoci: la Boldrini può essere criticata da chiunque e a nessuno si può negare la possibilità di non condividere le sue posizioni politiche e/o istituzionali.
Qui, però, si parla d'altro. I Webeti scrivono con nome e cognome, si macchiano di una serie di reati non da poco ( calunnia, oltraggio , apologia di reato et similia) che non hanno nulla a che fare con la libertà di opinione ( credo che in cuor loro pensino che sia una libertà illimitata e “absoluta”).
Il responsabile morale di questa deriva , sia chiaro, è un europarlamentare ( gonfiandosi il petto e protendendo la mascella, credo persino che se ne vanti), ma la responsabilità penale è individuale.
Bene ha fatto la Boldrini a pubblicare un sunto delle offese al suo indirizzo e, se volete farvi un'idea della tipologia delle persone che si dedicano a questi esercizi di rutto libero, non avete che da recarvi nei loro profili Facebook.
Molti sono stati cancellati, altri sono ancora attivi, purgati dai post incriminati.
Male farebbe la Boldrini a non denunciarli e a non chiedere risarcimenti milionari.
Temo che non lo farà, pur godendo della condizione di privilegio di non doversi preoccupare più di tanto delle spese legali.
La via legale, quella che punisce i signoli abusi, è, a mio modesto avviso, l'unico modo corretto per far rispettare le regole di convivenza su Internet (anche se ho la sgradevolissima sensazione che prima o poi si sceglierà una via normativa che restringerà la libertà di espressione su Internet, così come sta avvenendo nelle grandi autocrazie mondiali,v. Putin e Erdogan su tutti).
Le leggi ci sono, basterebbe solo applicarle ( anche se non “sufficit”, viste le caratteristiche dell'Italiano medio; ci vorrebbe più scuola e più cultura, ma, in merito, abbiamo calato le braghe da un bel trentennio).
Insomma, tanto per metterla sul piano generale e magari buttarla in caciara in vista del Referendum: è inutile ritoccare Costituzioni e Leggi, quando quest'ultime non vengono applicate o per l'estensione del fenomeno o per le difficoltà di controllo.
Le riforme di legge o costituzionali che nascono dalla mancata applicazione di leggi e della Costituzione vigenti costituiranno solo il classico tappetino che tenta di nascondere pietosamente la polvere: quella di uno Stato deboluccio e del peggiore dei popolacci che purtroppo non riesce, anche a fronte di una legislazione punitiva , a modificare e a vergognarsi dei propri pessimi costumi ( cito solo Leopardi...non sparate sul pianista! Rileggetevi in calce gli stralci de “Il discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani”, e mi capirete meglio).
arz62


 Il vincolo e il freno delle leggi e della forza pubblica, che sembra ora essere l’unico che rimanga alla società, è cosa da gran tempo riconosciuta per insufficientissima a ritenere dal male e molto più a stimolare al bene. Tutti sanno con Orazio, che le leggi senza i costumi non bastano, e da altra parte che i costumi dipendono e sono determinati e fondati principalmente e garantiti dalle opinioni” […] “Primieramente dell’opinione pubblica gl’italiani in generale, e parlando massimamente a proporzione degli altri popoli, non ne fanno alcun conto. Corrono e si ripetono tutto giorno cento proverbi in Italia che affermano che non s’ha da por mente a quello che il mondo dice o dirà di te, che s’ha da procedere a modo suo non curandosi del giudizio degli altri, e cose tali”. […] “Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più cinico di tutti i popolacci. Quelli che credono superiore a tutte per cinismo la nazione francese, s’ingannano. Niuna vince né uguaglia in ciò l’italiana. Essa unisce la vivacità naturale (maggiore assai di quella de’ francesi) all’indifferenza acquisita verso ogni cosa e al poco riguardo verso gli altri cagionato dalla mancanza di società, che non li fa curar gran fatto della stima e de’ riguardi altrui ...”

mercoledì 9 agosto 2017

I ricchi e i poveri. Pooh!

Prima si legga qui:
Filippo Pizzolato

Poi si legga qui:
Vacchi

Se non sapete chi sia Vacchi, saltate a piè pari il mio commento.

Scusate la condivisione poco umoristica, ma la sinapsi mi è partita leggendo le disavventure di Vacchi.
Quando un popolo ammira e aspira ad essere come coloro che lo rendono povero economicamente e culturalmente, c'è ben poco da fare. Vacchi ovviamente è solo un simulacro cafonal (come lo sono Balottelli, Corona e simili) della ricchezza reale. Quest'ultima se la spassa e ride dei milioni di deficienti che vorrebbero entrare nel circolo del golf. Se sapessero di essere la favola dei loro sfruttatori, i poverini, consci di essere stati ingannati, oltrepassata la portineria di un luogo a loro precluso, potrebbero pensare a un utilizzo più creativo di ferri e legni. Passo e chiudo. 


domenica 6 agosto 2017

Cattivissimi noi.

Fa caldo e rischio di scrivere scempiaggini. Perdonatemi, dunque, se sto prendendo lucciole per lanterne. Come al solito, non entro nel merito: ONG sì e ONG no per la questione relativa all'immigrazione dalla Libia non è quel di cui sto discutendo.
Sapete che sono umorale, in particolare per quanto concerne l'uso manipolatorio della lingua. Ecco in questi giorni  mi è scattato un moto di rabbia quando ho letto che verrà introdotto il “reato umanitario”. Spero di avere capito male.
Perché associare un termine negativo con uno positivo? Amore retorico per l'ossimoro?
Perché giustapporre il termine “reato” che puzza di delinquenza e illegalità con un termine che fino a non tanto tempo fa aveva a che fare con la filantropia, al disinteressato amore per il prossimo?
Temo che l'onomaturgo (ignoto, ma non ingenuo) abbia coniato l'espressione per far sì che il termine positivo diventi negativo ( men per più men, più o men ;-)).
L'”umano” deve diventare qualcosa di alieno da noi (alla faccia di Terenzio).
Insomma la denominazione della nuova ipotesi di reato sembra essere il risultato della stessa pasta madre che ha dato origine al termine “buonista” ( termine che fa parte dell'armamentario linguistico del fascioleghismo nostrano).
Un po' di anni fa, ma era il Pleistocene, essere “buoni” era una virtù, mentre ora, come ben sapete, è un pessimo difetto; state certi che a fronte di qualsiasi azione caritatevole che voi facciate e che abbia l'obiettivo di aiutare qualcuno, si leverà immancabilmente, Pavlov insegna, la voce di qualcuno che vi darà del “buonista”.
Il cattivismo, come ben sapete, sta vincendo alla grande prima con le parole (si è, ad esempio, ormai di fatto sdoganata l’apologia di reato del “bruciamoli tutti” , basta leggere le bacheche di Facebook piene di incitamenti agli omicidi, alle stragi e ai genocidi);  sono sempre più numerosi i segnali che  il IV Reich si sta avvicinando in punta di piedi e sulla punta delle lingue...
arz62

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