sabato 5 dicembre 2015

Italia, coraggio!


So di essere un  rompiscatole, ma la morte della virgola mi crea un fastidio incredibile.
Il PD , per corroborare una linea politica che rischia di essere percepita solo come un'imposizione dall'alto, sta allestendo banchetti in tutta Italia , credo, al fine di magnificare e pubblicizzare l'azione politica finora svolta ( senza coinvolgere troppo la base) dal governo Renzi.
Lo slogan prescelto è "Italia coraggio!", senza virgola .
Credo che l'omissione della virgola sia un errore non volontario: il punto esclamativo alla fine mi sembra prova sufficiente per credere che l'Italia destata dal suo torpore sia un complemento vocativo bello e buono e che l'appellarsi al coraggio sia un invito agli italiani perché investano un po' nel proprio futuro in tempi cupi ( equivale al "Forza e Coraggio").
Be', ma la virgola non c'è. "Italia coraggio" ricorda vagamente la "Mamma coraggio", la mamma di Cesare Casella che chiese la liberazione del figlio sequestrato per ben due anni dalla 'ndrangheta, esponendosi in prima persona in una specie di Via Crucis nella Locride.
La domanda, come suol dirsi, sorge spontanea: da chi siamo stati fatti prigionieri? da quale forza oscura dobbiamo ribellarci affidandoci al nostro coraggio? ;-)
arz62

http://www.partitodemocratico.it/gCloud-dispatcher/28e43fe2-8523-4886-9efe-9ce9a3f097f3

domenica 29 novembre 2015

Cripto pensiero del fascio-leghismo- Terza puntata

Da un ventennio vince (stravince) il pensiero che chiunque, se è in grado di dimostrare sul campo il proprio valore, possa competere ad armi pari con chi ha il titolo di studio che certifica il raggiungimento delle conoscenze e abilità per intraprendere una professione.
C'è chi ( e senza frapporre tra idea e parola un mezzo sorriso) è convinto che un macellaio, esperto nella dissezione della carni animali, possa far lo stesso sulla pelle degli umani.
Sì, d'accordo, ho calcato la mano, ma il diritto di parola e di opinione, mal interpretato da molti, significa strologare, senza la minima conoscenza nel campo, dall'astrofisica alla chirurgia, dalla filologia romanza alla ingegneria civile.
Non calcoliamo, oltre agli spropositi in campo scientifico e tecnico, gli strafalcioni nell'italiano di base che un tempo avrebbero azzerato, con il silenzio imbarazzato di coloro che assistono a simili performance di chi sta proferendo la bestialità, ogni osservazione anche sensata.
Chi lavora in ambito scientifico, si sa, di dubbi ne ha molti e sarebbe anche disposto ad ascoltare qualche parere divergente, mentre chi non ne ha fracassa i cabbasisi all'umanità con la certezza di possedere il verbo ( spesso mal coniugato, però).
L'obiettivo è facile da comprendere: l'ignoranza, insita nel cripto-fascio-leghismo, pretende ( anzi: impone) un diritto di parola abusivo, confondendo, scientemente, il diritto di parola con quello di opinione.


domenica 8 novembre 2015

Succhiare la linfa della protesta, l'ultimo obiettivo del conservatorismo italiano.

So di essere ripetitivo (… e la vecchiaia porta alla ricorsività dei discorsi). Datemi del rincoglionito, non mi offendo, ma è ormai evidente, dopo la manifestazione di Bologna, che l'unico collante della Destra è ormai l'antistatalismo. Ciò spiega l'attrazione verso la Destra di tal fatta di alcune frange minoritarie anarchisteggianti ( nella versione meno solidaristica e più individualista) e , il fenomeno è un po' più inquietante, della Sinistra in libera uscita.
Quel che dovrebbe stupire di più, però, è la vocazione antistatalista di chi dallo Stato ha ricevuto e continua a ricevere, perlopiù in modo truffaldino, prebende sardanapaliche e che dallo Stato pretende, di volta in volta, aiuti, stipendi, posti di lavoro, finanziamenti etc...

Gli antistatalisti, in teoria, dovrebbero essere rivoluzionari, ma , in Italia, solo in Italia, stanno diventando sempre di più dipendenti dal nemico che desiderebbero, a parole, solo a parole, abbattere. Non ultimo risultato di questa operazione mistificatoria è succhiare la linfa della protesta ( che potrebbe essere potenzialmente piuttosto pericolosa se correttamente indirizzata), l'ultimo obiettivo dei conservatori di ogni sorta per mantenere lo status quo.
Temo che ci stiano riuscendo. Perfettamente.
arz62

lunedì 17 agosto 2015

Criptopensiero del fascio-leghismo- Seconda puntata

Non c'è bisogno di leggere tra le righe...Leggete nelle righe. Basterà.
arz

" Nei libri di scuola dell'epoca nazista, i bambini dovevano risolvere il problema seguente: sapendo che le cure per un ritardato mentale, la cui vita non ha valore, costano il prezzo di tre alloggi per tre coppie di bei giovani, quale decisione bisogna prendere?
I bambini indignati decidono di abbandonare il ritardato mentale, l'inutile, il cattivo che porta la disgrazia perché impedisce a tre coppie virtuose di conoscere la felicità: ciò che fu " un incitamento all'odio e allo sterminio è la traduzione di una promessa statale di felicità e di uguaglianza sociale".
E' quindi in nome dell'umanità che si sono potuti commettere tutti i crimini dell'umanità".

( Boris Cyrulnik, "La vita dopo Auschwitz" , Milano, Mondadori 2014, pp. 138-139)

Criptopensiero del fascioleghismo- Prima puntata



Roberto Maroni, rapido come l'avvoltoio che percepisce il puzzo di cadaverina a chilometri di distanza, appena venuto a conoscenza che gli autori del delitto di Brescia sono asiatici, si è precipitato a tweettare:
Presi i presunti assassini dei coniugi di Brescia. Sono due asiatici. A casa loro li avrebbero messi al muro”.
Perché mi colpisce una frase tutto sommato banale nella bocca di un Leghista? Mi colpisce perché è contraddittoria ( o almeno io la percepisco così) a partire dal fatto che se si definiscono "presunti" non dovrebbero per logica finire al muro.Ma c'è qualcosa che mi irrita di più.
Quel “a casa loro” non esprime forse un rimpianto? “Ah, peccato che non si possa fare lo stesso a casa nostra!”. 
Ma il gatto, così, si mangia la coda: perché importare un modello di giustizia “barbaro”, ma evidentemente ritenuto efficace per limitare simili reati? La nostra civiltà, nell'ottica leghista, non è superiore in tutto e per tutto al mondo dei barbari asiatici ? Perché ci si dovrebbe inchinare ad una pratica sbrigativa di un popolo incolto? Perché infine, se si applicasse tale legge, si dovrebbe parlare di "casa nostra" e di "casa loro", quando il sistema giuridico sarebbe uniforme e avrebbe vigore per tutti e in tutti i territori coinvolti?
Insomma, perché la Lega che è contro lo sgozzamento halal perché non fa parte del patrimonio culturale italiano, è favorevole alla pena di morte ( non esplicitamente, d'accordo, ma andatevi a leggere i commenti di qualche politico leghista e ne sentirete delle belle!) , la cui abolizione, guarda caso, è uno degli “acquis” per potersi considerare europei?

arz

domenica 9 agosto 2015

La battaglia informatica dell'Isis contro gli accademici della Crusca. Organizzazione della difesa da rivedere.

La notizia è questa: http://www.corriere.it/tecnologia/15_agosto_09/hacker-filo-isis-attaccano-sito-dell-accademia-crusca-a1dcf6dc-3e83-11e5-9ebf-dac2328c7227.shtml

L'ISIS colpisce il sito dell'Accademia della Crusca e pomposamente dichiara una guerra che è , a loro avviso, appena agli inizi. Non è un fatto da sottovalutare, tutt'altro, ma temo che senza organizzare il nostro esercito non  sia possibile affrontare il pericolo in modo onorevole.
Ai militari le armi pesanti, a chi lavora con le parole come il sottoscritto le armi leggere dell'intelligenza e, perché no?, dell'ironia.
La battaglia che parte degli italiani si accingono a combattere, a leggere con attenzione le risposte dei commentatori di questo fatto, però, mi sembra già persa. Leggete questi interventi:

( fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/hacker-dell-isis-oscurano-il-sito-dell-accademia-della-crusca_2127235-201502a.shtml)

I Romani , come tutti sanno, non riuscirono ad imporre la loro lingua in Grecia, poiché la superiorità culturale della Grecia si dimostrò vincente ed ebbe la meglio, direi a mani basse, sull'efficacia militare dell'esercito romano.
Fatte le debite proporzioni, come si può pensare di vincere l'ottusità del fondamentalismo islamico con le armi spuntatissime di una cultura traballante e incerta?
Insomma, perchè i cultori dell'“Italianità” (anche nella versione un po' trucida del nazionalismo vecchia maniera) non mostrano un po' più di passione nel coltivare l'orticello della lingua italiana?
Mi immagino gli studiosi dell'Accademia della Crusca dibattere animatamente se sia più pernicioso all'onore della nostra bella lingua l'attacco informatico dell'ISIS ( che mostra qualche inquinamento anglofilo, tra l'altro...ed è un segno evidente di debolezza, perdinci!) o la difesa sgrammaticata delle legioni di coloro che dichiarano di amare il bel paese là dove il “sì” suona, omettendone l'accento...

arz

venerdì 31 luglio 2015

Renzie, l'albatro azzoppato con commento.

RENZIE, L'ALBATRO AZZOPPATO

Sovente, per diletto, i marinai1 catturano dei Renzie, grandi
bischeri marini che seguono, indolenti2 compagni di viaggio, il
carrozzone politico scivolante sopra gli abissi amari3 della corrruzione.

Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro forzista4, goffi
e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi la grande ala verdiniana quasi fosse un remo5.

Come è intrigato e incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco
addietro così bello, com'è brutto e ridicolo! Qualcuno irrita il
suo becco con un voto contrario6, mentre il Renzie, zoppicando, mima
l'infermo7 che prima volava!

E il Renzie, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere della minoranza8, è veramente un principe decaduto delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non puo'senza la sua Ala9 di gigante avanzare di un passo.
arz

  1. Nella metafora l'Autore rappresentare l'opinione pubblica che esercita il suo diritto di critica.
  2. L'aggettivo mette in evidenza la perplessità del Poeta verso il Renzie che non si opporrebbe come dovrebbe al malcostume politico.
  3. L'aggettivo , inconsueto quando riferito agli abissi, attraverso la sinestesia esprime l'amarezza del popolo democratico per la timida opposizione alla corruzione dimostrata dal partito.
  4. L'Autore mette in evidenza la provenienza del Renzie, più vicina al mondo del Popolo della Libertà che al rosso sbiadito del PD.
  5. L'autore non allude al fratello di Romolo, ma al remo della barca del folle volo renziano. Tutti sanno che il fratello di Romolo si chiama Remolo.
  6. Si allude alla timida opposizione all'interno del PD.
  7. Si fa riferimento al “Bergolo Berlusconensis”, piccolo uccello ( absit iniuria verbis!) a cui il Renzie si ispira, modello inarrivabile, ma caduto in disgrazia temporaneamente.
  8. Il Renzie dimostra sprezzo per le minoranze quando può contare sull'appoggio dell'azzurro; ora , in difficoltà, si deve accontentare del remo verdiniano.
  9. Alleanza liberlpopolare per le autonomie.

Renzie, l'albatro azzoppato.

Facile parodia della lirica di C. Baudelaire.


Renzie

Sovente, per diletto, i marinai catturano dei Renzie, 
grandi bischeri marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il
carrozzone politico scivolante sopra gli abissi amari della corruzione.

Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro forzista, goffi
e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi la grande ala verdiniana quasi fosse un remo.

Come è intrigato e incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco
addietro così bello, com'è brutto e ridicolo! Qualcuno irrita il
suo becco con un voto contrario, mentre il Renzie, zoppicando, mima
l'infermo che prima volava!

E il Renzie, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere della minoranza democratica, è veramente un principe decaduto delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, 
non può senza la sua Ala di gigante avanzare di un passo.

arz

N.B. E' disponibile un commento del testo. Vedi il post: http://graffidigesso.blogspot.it/2015/07/renzie-lalbatro-azzoppato-con-commento.html

mercoledì 1 luglio 2015

Una faza una raza. L'esperimento sul corpo vivo della Grecia.



Se non vi accontentate di una vignettina e avete un po' di tempo, leggetevi questo articolo:
http://www.sinistrainrete.info/estero/4627-alberto-bagnai-cosa-sapete-della-grecia-fact-checking.html
Purtroppo, le polpette avvelenate dell'informazione compiacente hanno addormentato l'opinione pubblica. Non sento molte voci discordi nell'attribuire alla Grecia tutti i mali della crisi. 
Io credo che la Grecia sia un esperimento sociale in corpore vivo. 
Insomma, come è successo, non è poi accaduto tanto tempo fa, con l'avvento dei colonnelli in terra ellenica per vedere se potesse attecchire un modello dittatoriale alla sudamericana in Europa, tanto per fare un esempio... Forse il concetto di democrazia incomincia a dare un po' di fastidio, figuriamoci la democrazia vera e propria!.
arz

venerdì 26 giugno 2015

I Buoni sentimenti che ispirano la Buona scuola...impariamo da loro!

Rondolino, area PD, vuole menare ( o meglio far menare, altrimenti si sporcherebbe le mani) gli insegnanti perché bloccano il traffico, Salvini vuole dar due schiaffoni alle maestre che osino parlare di sesso alle bambine.
Che dire? Gli insegnanti sono proprio cocciuti e non capiscono che l'andazzo è questo. 
Gridi "ruspa", te la pigli con gli ultimi della terra e tutti ti vanno dietro, plaudenti, dici "manganelliamo i poverazzi a mille euro al mese e poco più" e il consenso sale...
Perché, zucconi, non prendete esempio da questa classe politica così lungimirante, cultrice della miglior democrazia e amante della pace e del bene comune?
Non vedete quanto fa figo, tra i ricchi ( o tra i frustrati di ogni risma), riversare bile all'indirizzo del proletariato straccione? Imparate da loro: ricambiate, ricambiate, ricambiate!
arz

Per le esternazioni di Matteo: http://www.huffingtonpost.it/2015/06/26/salvini-maestra-sesso_n_7669988.html

mercoledì 24 giugno 2015

Quando l'intelligente rischia di fare la figura dell'imbecille



La breve (...e poco colta) mia riflessione nasce dalla discussione sull'imbecillità in rete e da questo caustico post di Malvino:

Leggo e ovviamente parteggio per Malvino: Ceronetti è un grande intellettuale ( ...e non prendete alla lettera il giudizio apparentemente severo di Malvino), ma non sempre, anzi qualche volta rischia di far la figura dell'imbecille.

L'articolo di Ceronetti pubblicato su Repubblica ( lo trovate qui senza interpolazioni: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/06/21/samantha-lo-spazio-e-il-signor-freud50.html), spunto per la narrazione contenuta nel post, è un reale concentrato di pessima comunicazione.
Ceronetti è uno scrittore, d'accordo, e lo spazio suo naturale è quello della candida pagina di un libro qua è la fregiata dai geroglifici della sua fervida immaginazione. Essere incomprensibile ai più in un libro è lecito e il lettore di un libro “difficile” può legittimamente pensare di non avere gli strumenti culturali per comprendere i voli pindarici dello scrittore. Che farà? O, meschino, come il sottoscritto, abbandonerà il libro, afflitto dal doloroso senso di colpa di non essere abbastanza intelligente per capire quello che c'è scritto, o cercherà di capire, per lampi confusi, il percorso tortuoso della mente dell'autore. Nulla di male. Il tempo poi stabilirà se il pensiero dell'autore sia diamante inscalfibile o mina friabile e facilmente cancellabile sulle pagine della letteratura nazionale.
Uno scrittore, però, dovrebbe pur cedere a qualche compromesso, se decide di scrivere su un giornale!
Insomma, per farla breve: se Ceronetti avesse espresso il proprio pensiero al Circolo dei Nobili ( fuor di metafora: su una rivista di Letteratura, nelle aule di un'Universita et similia), sicuramente avrebbe meritato più di un applauso ( sia da parte di chi qualcosa è stato in grado di comprendere sia, per timidezza, da parte di chi non ha capito una cippa, ma si vergogna di ammetterlo), ma Ceronetti al bar (ossia sulle pagine di un giornale), commentando il viaggio tra le stelle della Cristoforetti, rischia di fare la figura di chi, innamorato delle proprie parole, segue un filo logico incomprensibile agli altri e, forse, a se stesso.
E il povero avventore, spettatore del profluvio di parole, non potrà che pensare che l'autore degli alati pensieri o sia un imbecille patentato, pur dotato di una supercazzola retorica di tutto rispetto, o, più pietosamente, uno stanco istrione ubriaco a cui offrire generosamente un altro calice perché Morfeo, prendendo il sopravvento , gli permetta un accesso più rapido ai sogni tanto invocati.

arz

lunedì 15 giugno 2015

Il Decalogo dell'imbecille in Rete.


Decalogo dell'imbecille in Rete
di Arz

1- L'imbecille non sa di essere un imbecille. Anche se discuterà con cento persone che gli danno dell'imbecille, egli avrà sempre la ferma convinzione che gli imbecilli siano gli altri.

2- L'imbecille ha granitiche certezze. La prima delle certezze inscalfibili dell'imbecille è quella di non essere un imbecille.

3-L'imbecille è particolarmente aggressivo. Il suo stile è assertivo e il discorso dell'imbecille rifugge l'argomentazione, anche se ha la parvenza di un discorso argomentato.
Messo in difficoltà, egli risponde alzando il tono della provocazione e accusando il suo interlocutore di essere un imbecille.

4- L'imbecille non ha mai torto, non conosce né il “forse”, né il modo condizionale; ha una certa predisposizione per l'imperativo alla fine di ogni discussione, invitando chi lo controbatte con le armi della razionalità a recarsi in un paese che non è segnato in nessuna cartina geografica ( "Vaffanculo”).

5- Raramente l'imbecille , come gli animali, perdente sul piano della discussione intellettuale e chiuso in un angolo, si fingerà morto, sparendo dalla discussione. Mai si darà alla fuga. La capacità di chiedere scusa per la violenza verbale riversata sui loro poveri interlocutori non rientra nelle caratteristiche di base del vero imbecille.

5- L'imbecille in Rete è più verboso dell'imbecille nella realtà quotidiana e, esercitando la sua imbecillità quasi quotidianamente attraverso la parola , farà sempre meno errori di grammatica e di ortografia tanto da non distinguersi, dal punto di vista formale, da una persona intelligente che scrive in Rete. La natura camaleontica dell'imbecille è nota e pericolosissima, perché qualche volta si rischia di confondere la persona intelligente con un imbecille e un imbecille con una persona intelligente.

6-L'imbecille rifugge la mitezza e la moderazione; ha una visione virile della discussione. La misura della sua virilità è data dal restar fermo sulle proprie posizioni, anche quando sono palesemente insostenibili, dal tono sempre sopra le righe e, per i meno astuti tra gli imbecilli, dalla volgarità del linguaggio.
Il “forte sentire”, accompagnato dal “forte urlare” ( che in Rete si rende con l'utilizzo delle maiuscole e con la proliferazione incontrollata dei punti di esclamazione), rafforza nell'imbecille l'idea che quello che sta dicendo è vero e sacrosanto.

7- L'imbecille non riconosce altra autorità che se stesso. L'idea che qualcun altro sia più competente di lui non lo sfiora.
L'etimologia della parola “imbecille” indica colui che è debole e avrebbe bisogno di un bastone.
Se l'imbecille utilizzasse il bastone dell'intelligenza potrebbe anche essere convincente.
Il bastone preferisce, però, darlo sulla testa dei suoi interlocutori, mentre dovrebbe utilizzarlo, come logica vorrebbe, nella migliore delle ipotesi, per sostenersi nel difficile cammino della vita intellettuale e , nella peggiore, per darselo in testa per punirsi per la propria pocaggine.

8- Discutere con un imbecille è inutile. Gli aforismi a riguardo si sprecano.

9- L'imbecille e lo stupido possono confondersi, ma secondo la definizione di C.M. Cipolla lo stupido reca, nel contempo, un danno a sé e agli altri. L'imbecille, a mio modestissimo avviso, è più simile al bandito. Egli crea sì un danno agli altri, ma riesce ad ottenere un vantaggio personale: quello di rafforzare l' idea di essere intelligente, insufflando linfa velenosa nella pianta sana del ragionamento altrui.
L'imbecille è un avvelenatore di pozzi ed è fiero di sé come le Arpie dopo aver insozzato con le loro feci le mense imbandite dove si serve il pan degli angeli .

10- L'autore del seguente decalogo è un imbecille, in primo luogo perché non sa di essere un imbecille come afferma la prima legge del decalogo, in secondo luogo perché ingenuamente pensa che un imbecille, leggendo il decalogo, riconosca se stesso.
In realtà, questi confermerà una sua certezza: gli imbecilli sono gli altri e riderà di loro, di gusto.
Va anche detto che, forse, anche alcune persone intelligenti rideranno, perché, consapevoli che lampi di imbecillità appaiono anche nel cielo sereno di chi usa correttamente la propria testa, rideranno un poco di se stesse.





Il decalogo può essere condiviso liberamente in Rete, “copincollando” il testo sopra riportato. Si chiede solo di citare lo pseudonimo dell'autore “Arz” ed eventualmente i siti di riferimento in cui quest'ultimo pubblica i suoi testi e le sue vignette:
http://graffidigesso.blogspot.it/


Il testo è originale, ma si ispira ad altri testi ( non siamo nani sulle spalle di giganti?) e, in particolare, ad un libro immarcescibile di cui si consiglia vivamente la lettura: “Allegro ma non troppo” di Cipolla C.M., in cui si può reperire il saggio semiserio: “Le leggi fondamentali della stupidità umana”. Il libro è edito da “Il Mulino”.
Chi ha scritto il “Decalogo dell'imbecille in Rete” è un autore satirico e un disegnatore.

Per ogni informazione potete rivolgervi a: arzaletti@tiscalinet.it

giovedì 21 maggio 2015

Io difendo la virgola. Punto! Basta inneggiare a favore dei giovani tossicomani!

La mia battaglia per una maggiore attenzione nei confronti della virgola segna un'altra sconfitta! ;-(
E, nel caso specifico, è una debacle anche nei confronti del punto e del punto esclamativo...

( L'immagine è stata trovata su Facebook)

mercoledì 20 maggio 2015

Gli idolatri delle parole e le parole ancipiti : pubblico vs privato, flessibile vs inflessibile ( sulla "Buona scuola")

Vignetta di Vauro

Purtroppo, siamo reduci da un trentennio di condizionamento di massa. Dalla caduta di un sistema (di cui, sia chiaro, nessuno ha la nostalgia) alternativo al capitalismo , al di là degli strombettatori della morte delle ideologie ( e della storia!), sappiamo che un'ideologia , una sola, quella neoliberista ha dominato il campo.
E il martellamento mediatico è stato così intenso che anche le parole che sono affascinanti animaletti metamorfici alla Pokemon hanno assunto una consistenza ossea dura da scalfire dai denti sempre più frolli di un'opinione pubblica sempre meno scaltra per mancanza di tempo, per mancanza di strumenti o . semplicemente, per mancanza di voglia.
Cercherò di essere meno fumoso: prendete gli aggettivi “privato” e “flessibile” senza riflettere troppo. Ecco che queste due parole nella vostra mente assumeranno una patinatura dorata. Prendete i loro contrari “pubblico” e “inflessibile” e come per miracolo, nel vostro cervello assumeranno una connotazione negativa.
Eppure le prime due sono parole che, in un determinato contesto, potrebbero avere un significato negativo ( un esempio  "interesse privato in pubblico ufficio" ;-)), mentre le seconde potrebbero avere un valore positivo.
Insomma, queste sono parole con due teste, sono ancipiti! Ma qualcuno ha provato , e c'è ruscito, a tagliarne una: idolatrando le prime e infangando le seconde.

Scusate il discorso che sembra non avere né capo né coda; leggetevi questo bel post di Leonardo 
http://leonardo.blogspot.it/2015/05/la-scuola-del-merito-e-dei-bonus-una.html
e frullate nella vostra scatola cranica “privato” e “pubblico” e “flessibile” e inflessibile”.
E forse mi capirete meglio.

arz  

venerdì 15 maggio 2015

Gli Anti-INVALSI










Attenti ai prof anti-Invalsi: 
negano il futuro ai loro allievi


Ogni mobilitazione ha il suo slogan. Quello di Boycott Invalsi è stato «Non siamo numeri e crocette». Cosa dice questo slogan? Che la scuola italiana è ormai – complessivamente – un caso perso. Dead Institution Walking.
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Riporto con un semplice "copia e incolla"  l'incipit di un intervento di un docente di un certo spessore su un quotidiano on line che si pronuncia contro il boicottaggio dei test INVALSI. 
Sono consapevole che, quando si scrive in Rete, si è un po' rilassati. Aggiungete il fatto che sapete quanto mi secchi sottolineare gli errori degli altri, quando io stesso ne commetto tanti, ma la rilassatezza, a volte, e da un pulpito più elevato del mio, inficia l'efficacia dell' argomentazione, e questo è imperdonabile. Correggo, ma con qualche titubanza : io non sono un docente di un certo spessore; anzi, penso di essere ormai un docente di una certa evanescenza ;-)

"Ogni mobilitazione ha il suo slogan quello di "Boycott Invalsi è stato:«Non siamo numeri e crocette». Che cosa dice questo slogan? Dice che la scuola italiana è, ormaicomplessivamenteun caso perso: "Dead Institution Walking".

Cari pro-INVALSI, vi consiglio  minor rilassatezza e più attenzione alla forma, altrimenti come farete a convincere i docenti dell'utilità di una ricognizione oggettiva ( e non approssimativa)  delle competenze degli studenti italiani?
arz

Lercio e Accademia della Crusca alleati per svecchiare la grammatica!

Non sembra un titolo di Lercio? ;-)

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Lercio-sfida-la-Crusca-accetta-in-arrivo-una-nuova-regola-grammaticale-c235ea1c-94d6-4a80-83ef-8d8b90d4219b.html


mercoledì 13 maggio 2015

La prova INVALSI è un termometro...evidentemente la scuola è molto malata!


Per la questione lascio la parola e una riflessione più approfondita a chi ne sa più di me:
http://gisrael.blogspot.it/2015/05/e-dalli-con-il-termometro.html


sabato 9 maggio 2015

Heil EXPO!

Come al solito, lo avevo previsto: se l'EXPO andrà male, sarà colpa di qualcun altro.
Premetto che l'EXPO è e rimane una buona idea, ma come tutte le buone idee può essere gestita bene o male.
Giustamente molti stanno investendo sull'EXPO e per ragioni comprensibili: indotto, turismo, immagine e via dicendo.
Sembra anche che, però, chi abbia qualche perplessità ( infiltrazioni mafiose, corruzioni, sponsorizzazioni sospette etc....) sia un nemico dell'Italia.
A parte il fatto che i NO EXPO agli occhi dei loro detrattori rappresentano lo 0,000001% della popolazione ( minoritari, facinorosi, nella migliore delle ipotesi, terroristi e black bloc, nella peggiore), non vedo poi il motivo di questa grande preoccupazione per chi ha organizzato l'evento.
Chi avrà piacere di vistare l'EXPO andrà a spatullarsi con i piatti etnici di tutto il mondo e chi non l'avrà starà a casuccia a masticare la cicca, no?
Che problema c'è?
No, mi spiace, ma il problema c'è.
In un bel libro sul saluto a braccio teso dei nazisti ( http://www.ibs.it/code/9788815124654/allert-tilman/heil-hitler-storia.html), si chiarisce perfettamente a che cosa servisse simile rituale . Chi vi si sottoponeva era di fede nazista ( o perlomeno si piegava a tale fede), chi si rifiutava era chiaramente un ribelle al potere costituito. Ecco, ora , forzando un po' l'analogia, grazie ai potenti mezzi mediatici di cui dispongono coloro che stanno promuovendo EXPO, ora diviene difficilissimo dire che questa manifestazione non incontra i nostri gusti ( o per motivi ideologici o semplicemente perché siamo disinteressati alla proposta).
O con noi o contro di noi, insomma.
Heil EXPO! ( Altrimenti sei un pirla sovversivo...)
Decidete ora "liberamente" se alzare il braccio o meno; chi vi sottopone a questa forca caudina è , a vostro avviso, in buona o in cattiva fede?

arz

Renzi e il voglio,quindi posso.





A proposito del linguaggio di Matteo Renzi, pochi hanno notato che uno dei suoi ultimi slogan il
“Vogliamo cambiare l'Italia.... e la cambieremo”, richiama all'orecchio il celebre discorso di Mussolini che ci ha portato alla guerra nel secondo conflitto mondiale: La parola d'ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'oceano Indiano: vincere. E vinceremo!"
Con questo non voglio accusare Renzi di nostalgie fasciste, ma sicuramente il suo ricorrere a livello subliminale agli stilemi del linguaggio mussoliniano (ovviamente più retorico e alato di quello del nostro leader odierno) segnala un “wishful thinking” destinato, come fu quello del Duce, a infrangersi con l'impatto della realtà.
Insomma, a maggior assertività non corrisponde sempre una maggiore lungimiranza nei confronti dei destini delle proprie azioni. Qualcuno, per cortesia, rammenti a Matteo il mantra di molte mamme di un tempo: l'erba voglio cresce solo nel giardino del re. 
O anche le nostre mamme gufavano? ;-)


arz

lunedì 4 maggio 2015

I Moderati...figuriamoci gli Estremisti!

http://blog.ilgiornale.it/caputo/2015/05/04/bastavano-venti-franchi-tiratori/

La Buona scuola ti apre la mente! Sull'uso dell'informazione in Italia.

Mi scuso per la crudezza del fotomontaggio, ma mi serve per spiegare qualcosa che non mi è facile descrivere per quanto mi sembra incredibile e abnorme.
L'antefatto: durante il comizio di Renzi al Festival dell'Unità di Bologna c'è uno scontro tra gruppi dei centri sociali , precari della scuola con la Polizia. I manifestanti non sono armati ( c'è solo una denuncia per una ragazza che ha usato una corda come una frusta; la potrete vedere in azione in un filmato).
Lo scontro è duro ed è evidente il tentativo di sfondare  il cordone della Polizia che interviene duramente. Si poteva evitare non si poteva evitare?, non so. Non c'ero e non posso giudicare. Sta di fatto che una ragazza viene ferita ( è quella della fotografia).
Nell'immediato del fattaccio qualche televisione trasmette l'immagine della ragazza. Non è bello vedere il viso di una ragazza insanguinato, ma sappiamo che la TV insegue certe immagini e Internet non è da meno. E sia chiaro, per evitare accuse inutili di essere partigiano, è meglio specificarlo, fa bene chi riporta le immagini dei Poliziotti feriti o vittime di vili assalti da parte dei black bloc.
Dovere dell'informazione è informare, no?
Sarà l'opinione pubblica a decidere chi stava dalla parte della ragione e chi dalla parte del torto.
Ecco: stamattina il mio barista di riferimento mi informa che Renzi è stato contestato a Bologna. Io avevo seguito distrattamente la notizia alla televisione e avevo intravisto l'immagine della ragazza.
Il mio barista di riferimento non ne sa nulla. Gli dico che una ragazza è rimasta ferita. Non gli risulta. Incomincio a dubitare anch'io che il fatto sia successo.
Oggi ho avuto modo di vedere molti telegiornali....quasi nessuno faceva menzione del ferimento della ragazza.Suvvia, se la televisione può mentire,  su Internet troverò lo stesso e facilmente l'immagine da qualche parte, no?
Be', sappiate che ho fatto una certa fatica per ritrovare il viso insanguinato che ho intravisto subliminalmente ieri.
Eppure dal punto di vista mediatico ( e scusate anche il mio cinismo) l'immagine era particolarmente suggestiva ! Trovo immagini degli scontri sul Messaggero e c'è una ragazza ferita. Il volto però , in modo piuttosto maldestro, viene pixellato. Sangue non se ne vede.
( http://foto.ilmessaggero.it/ITALIA/scontri_fuori_dall_39_ingresso_foto/0-96822.shtml?idArticolo=1332079).
Qualcuno mi dirà che è per rispetto della privacy...ma chi soccorre la ragazza non ha il volto oscurato. Tutto è avvenuto a Bologna....Vediamo "Il resto del Carlino"...Be', anche questo giornale on line  ha una galleria fotografica. Il viso della donna ferita non si vede.
Ba', quando parlo di tentativo di eliminare il pensiero della dissidenza, parlo di questo: far evaporare le notizie, inquadrare un dettaglio e non un altro, pixellare a piacere la cruda visione della realtà, a seconda della convenienza....nihil novi sub sole, d'accordo, ma che tristezza!
arz
P.S. Ho trovato alla fine la fotografia qui:  http://www.nextquotidiano.it/il-collettivo-hobo-e-le-cariche-della-polizia-alla-festa-dellunita-di-bologna/

sabato 2 maggio 2015

Expo o non Expò. Di qui o di là l'accento ci va?

Non sono un veggente, come sapete, ma, se seguo un percorso razionale, talvolta, non sempre, ci azzecco. L'Expo è stato inizialmente un cavallo di battaglia di molti partiti: Pd, Lega e pezzi di Forza Italia, in particolare il partito nel partito di CL, hanno investito molto sull'evento dell'anno.
L'Expo non è opera del Demonio, sia chiaro. Anzi, a mio avviso, l'idea non era niente male: il cibo è un tema importantissimo. Purtroppo, gli interessi intorno all'Expo non riguardano solo il cibo: le sponsorizzazioni, la “milenasitudine”per la scelta geografica, la speculazione edilizia, il prestigio potenziale dell'Expo per poter parlare di ripresa economica...
Vedete un po' voi quale dei temi che ho elencato interessasse di più alle fazioni politiche che ora si stanno spendendo per questo evento. Sta di fatto che tutti si sono dati da fare tantissimo e mai una grancassa mediatica di tal potenza sonora si è mossa per magnificare le sorti progressive di una manifestazione che non solo significava denaro, ma anche lavoro, prestigio e tutto ciò che di buono può portare un evento internazionale.
Sotto il tappeto qualcuno ci ha visto e ci vede la corruzione, la violenza delle multinazionali su un tema che è caro a tutti,  gli interessi della malavita et similia.
Questione di punti di vista, d'accordo.
C'è chi spinge ora ad una visione manichea: o sei con l'Expo o contro l'Expo.
Fino a due giorni di fa, nulla da dire, faceva parte della dialettica democratica.
Ora con i Black Bloc di mezzo le sfumature di grigio sono del tutto scomparse, Anche un filo di sospetto nei confronti dell'Expo diventa una lesa maestà e un favoreggiamento verso le idiote uscite di antagonisti che spesso agiscono a favore di chi vorrebbero combattere.


Se anche il mio barista di riferimento mi chiede che cosa penso dell'Expo, con l'occhio sospettoso di chi vuole scandagliare gli imi pensieri dell'avventore potenzialmente terrorista, vuol dire che siamo mesi male...Il sistema di informazione sta spingendo verso un radicalismo che mi puzza di volontà di repressione della dissidenza. O peggio: del pensiero della dissidenza. arz

venerdì 1 maggio 2015

Sulla Rappresentanza: Salvini, Fedez, J-Az e gli Anti-Expo.

Perché vincono ora i Salvini e un tempo i Berlusconi? 
Perché non solo hanno svuotato il linguaggio delle parole di tutti (v.http://graffidigesso.blogspot.it/2015/04/poesiola-anti-expo-i-ladri-di-parole.html ), ma anche e principalmente perché hanno colonizzato il linguaggio ( e il pensiero) dei loro oppositori.

In sintesi: Fedez si schiera con gli “Anti-Expo”, Salvini lo critica e J-Az difende Fedez dicendo: "Salvini, ti paghiamo stipendio, autista e tutto quello che entra nella tua bocca, abbiamo diritto di commentare".

Cercherò di essere breve. Salvini è un europarlamentare votato dagli Italiani.
Nel momento stesso della sua elezione SCADE il controllo dell'elettore. Il Parlamentare non è uno stipendiato: è un delegato a cui chi l'ha votato ha dato piena fiducia e da quel momento in poi può fare quello che vuole.Punto.

La ( nostra) Destra ( in compagnia , ahimè, anche dei grillini, il che non depone a loro favore...) ha sempre combattuto contro l'assenza del vincolo di mandato dei parlamentari (art.67 della Costituzione); l'idea che un eletto sia libero di fare quello che vuole le rode. 
E non per il motivo che vogliono propalare ai gonzi ossia perché così gli eletti non rispondono alla volontà del popolo, ma perché la libertà di scelta e di critica dei singoli alle destre nostrane, finte liberali, fa venire l'orticaria. Non è un vizio solo delle Destre: il Centralismo Democratico dei partiti comunisti funziona allo stesso modo.
J-Az non se la dovrebbe prendere con Salvini, che esercita il suo mandato, ma con gli elettori dello stesso che lo hanno delegato a rappresentarli e chiamarli con il nome che ( per ora, prima di eliminare il “coccola”) si meritano: coccolanazisti ;-)



giovedì 30 aprile 2015

Poesiola anti Expo: I LADRI DI PAROLE

I ladri di parole

L'Innominabile
rubò la prima parola:
“Italia”.
E la svuotò.
“Forza!”
urlò nelle Piazze,
ma il fragile guscio
spezzò.
Cercò.
un po' maldestro,
di rubare altre parole:
“Amore”
e poi il bulimico ladro
con vigore gridò :
“Popolo”,
“Libertà”!
Lor signori, la verità?
Men popolo
e men libertà,
perché il ladro di parole
questo solo sa fare:
svuotare.
Le parole di senso
per renderle larve,
di passione gli umani
per renderli schiavi
a caterve.
Fedeli più incerti
ora gridano
“Job” ed “Expo”.
Perché camuffar le parole
di cibo e lavoro?
Succhiare la lingua
dei padri
è lo scopo dei ladri...
e son furbi
i vampiri,
miei cari!

arz 2015



mercoledì 29 aprile 2015

In spasmodica attesa delle novità della Buona Scuola...


Democrazia e governabilità. La prima è meglio non darla via...

Utilizzando come modello una celeberrima frase di Benjamin Franklin (“ Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”), in merito alla forzatura operata da Renzi , mi sento di dire, guidato dalle ime corde della mia indignazione ( di cui, of course, non frega niente a nessuno): “Chi è pronto a dar via la democrazia per comprarsi briciole di temporanea governabilità, non merita né la democrazia né la governabilità”. 
E oggi, più che mai, mi sento facile profeta di sventura. arz

sabato 11 aprile 2015

Far le vittime e essere vittime.

"Il Giornale", more solito, finge di non conoscere la differenza tra essere vittime e far le vittime.
Se volete un esempio di sgrammaticatura delle parole e dei gesti, eccovene uno.

  arz



venerdì 10 aprile 2015

Sui fatti di Milano: l'invisibile manina che rende intelligenti persino gli sciocchi omicidi.

E' noto che il pensiero magico non ha mai abbandonato l'uomo, nonostante l'Illuminismo e la lotta contro ogni genere di superstizione. Però, è ben strano che il pensiero magico influenzi taluni che mai si sognerebbero di definirsi superstiziosi e gonzi a tal punto da cadere vittime di qualsivoglia suggestione.
Partiamo dai fatti, in breve, per dimostrare il mio assunto: un imprenditore uccide in modo barbaro un socio, un avvocato e un giudice all'interno del Tribunale di Milano. Sia stato preso da follia o da un lucido piano per vendicarsi dalle accuse di bancarotta fraudolenta poco importa. Un omicida. Punto e basta e c'è poco da discutere.
Chi mai si sentirebbe di difendere l'autore di una strage?
Non è ancora successo, ma , come ben sa chi ogni tanto legge le mie righe alla buona, ho doti di preveggenza ( razionale, ahimè, e non magica) : date tempo di far raffreddare i cadaveri delle povere vittime di questo fattaccio e vedrete che cominceranno ad apparire sui mass media i seguenti discorsi:

1- L'omicida è a sua volta una vittima ( della crisi, del mondo politico, della congiuntura astrale di Giove e Saturno, vedete voi)
2-La disperazione tutto giustifica: anche il ricorso all'omicidio.
3- Lo Stato è il nemico degli imprenditori che sono “costretti” a fare quello che fanno.
Le vittime sono dei complici dello Stato malvagio e, tutto sommato, se la sono meritata ( in particolare, il giudice).

Come sarà possibile arrivare a questa distorsione della realtà?
Semplice: chi ragiona in questi termini è vittima del pensiero magico.
Sappiamo che in realtà le ideologie ( che non sono affatto delle schifezze in sé e per sé) non sono morte come molti dicono : ne sopravvive solo una, senza alcuna contrapposizione, condita da una fideista adesione a un concetto preso pari pari dal mondo della magia.
Adam Smith ( chiaramente nella versione stravolta di tutti i fanatici) aleggia su di noi: la mano invisibile regolatrice del mercato ravana nel pentolone, la considerazione che seguendo il proprio egoismo si può fare il bene pubblico costituisce il condimento principale, mettiamoci un po' di sana predestinazione calvinista, code di rospo e ali di pipistrello, mischiamo il tutto e la pozione magica è pronta.
Eccovi in sunto il ragionamento (se tale si può definire): il suddetto omicida è un imprenditore, giusto? Chi è imprenditore è un predestinato da Dio, un eletto: non può essere considerato un poveraccio, giammai!, che sa fare male il proprio mestiere. Di imprenditori incapaci l'ideologia dominante non prevede l'esistenza. Se un imprenditore fallisce e si ficca nei guai, è colpa di qualche forza a lui ostile. In genere, è lo Stato, nemico giurato di ogni “intrapresa” ( ….e, accidenti. se avessero realmente letto Adam Smith, non direbbero simili baggianate!) e ogni rappresentante dello Stato a partire dai Tribunali è il giunto cardanico di questo meccanismo infernale.
Voilà: l'omicida è una vittima e le vittime sono colpevoli.
Eccovi la rana trasformata in Principe e i principi del pensiero razionale trasformati in merda... ;-) arz


Aggiornamento ore 12.55 10/4/2015:
Ecco:
http://www.fanpage.it/claudio-giardiello-vittima-dello-stato-su-facebook-pagine-per-il-killer-di-milano/











martedì 7 aprile 2015

Razzi, Santanchè e la nuova Idiocrazia

Nel volgere di pochi giorni abbiamo assistito all'esternazione via Twitter di Razzi che scrive “Buona Pascuetta” e al post della Santanchè , sempre via Twitter, che confonde un “Airbus” con un autobus, commentando il recente e tragico disastro aereo.
C'è qualcosa che non va e non è il T9.
Non sono certo io a scoprirlo ( un blogger di cui ora non ricordo il nome, e me ne scuso, ha parlato del fenomeno recentemente) .
Un tempo, neanche troppo lontano, dopo uno svarione di questo genere, ci si sarebbe nascosti alla Charlie Brown con il sacchetto di carta in testa per la vergogna.
Invece no: state pure sicuri che tra un po' gli errori si ripeteranno.
Il motivo è semplice: perché gli errori pagano in termini di visibilità in Rete.
E qui è d'obbligo citare un film, non un capolavoro, anzi tendenzialmente appartenente al genere trash: “Idiocracy”. In una distopia, che si sta, ahinoi, avverando, un povero soldato, il protagonista del film, ibernato e decongelato intorno al 2500, di media intelligenza e di media cultura, al cospetto di un'umanità degenerata, apparirà un genio (scoprirà che per irrigare i campi che stanno disseccandosi ci vuole l'acqua e non il Gatorade!) .
Ma non sta qui il punto: il linguaggio dell'umanità degenerata sarà a sua volta degenerato e il modo di esprimersi del nostro soldatino, non particolarmente forbito, ma sufficientemente corretto, inizialmente lo metterà in seria difficoltà: mentre il linguaggio sgrammaticato e tendente al turpiloquio sarà politicamente corretto, le parole formalmente corrette del soldatino risulteranno alle loro orecchie quelle di un “frocetto” ( il termine romanesco non è stato utilizzato a caso nel doppiaggio del film). Insomma, tornando a bomba, da quando la visibilità, anche quella dei quindici minuti warholiani, è diventata il nuovo totem dell'umanità, ogni giorno il politico di turno deve trovare una nuova boutade, un'uscita dirompente tale da incrinare lo strato di ghiaccio della normalità.
E se il reale non aiuta, o si deforma quest'ultimo per renderlo appetibile, montando polemiche sterili su fatti già cotti e stracotti, o si deforma il linguaggio che lo descrive per creare un minimo interesse da parte del pubblico pagante ( che un tempo, ve lo ricordate?, era chiamato pomposamente “opinione pubblica”).
Dunque, l'errore ortografico e l'idiozia quotidiana pagano e anch'io, commentando le volontarie idiozie di questi tomi, ahimè, partecipo allo stesso Circo Magnum. arz

Aggiornamento: Questa mattina ho scritto di getto. Ho corretto qualche errore e miracolosamente, vista la mia memoria, ho recuperato l'intervento del blogger che ha ispirato il mio post: http://leonardo.blogspot.it/2015/03/bisogna-essere-idioti-sullinternet.html.
A Leonardo quel che è di Leonardo ;-)
Leggete il suo articolo perché analizza non solo il cattivo gusto linguistico, ma anche quello grafico che imperversa in Rete. Buona lettura!

sabato 4 aprile 2015

Franceschini, la Camera degli Sposi e i flash.


No. Non è un'irritazione per qualche uso distorto della Lingua.
Oltre la lingua, si sa, possono essere sgrammaticati i gesti e i comportamenti.
Non la faccio lunga: Franceschini (giustamente) presenzia alla riapertura della Camera degli Sposi a Mantova.
E' un momento importante a tre anni dal terremoto che ha provocato gravi danni alla struttura. Ecco! Entra Franceschini nella sala. Una frotta di fotografi tempesta di flash il Ministro. Che c'è di male?
Lo sanno ormai anche i sassi che i flash fanno male agli affreschi e nella Camera degli Sposi, tra l'altro, si entra a gruppi ristretti perché agli affreschi fa molto male anche l'umidità.
Se lo avesse fatto un turista qualsiasi, chi di dovere lo avrebbe avvicinato e gli avrebbe borbottato con tono di rimprovero: "Non si fanno fotografie con i flash!" ... ma, in questo caso, c'era un Ministro e nessuno è intervenuto.
Il tutto è molto italiano, molto sgrammaticato e anche, a mio avviso, un po' triste.
arz

Per vedere il filmato:
http://gazzettadimantova.gelocal.it/tempo-libero/2015/04/02/news/mantova-con-la-camera-degli-sposi-il-gioiello-del-mantegna-restituito-alla-citta-1.11164673

sabato 28 marzo 2015

Lombardia, l'ombelico del mondo produttivo...

Speravo vivamente che fosse uno scherzo.
Questo è  ( dovrebbe essere?) il logo scelto dall'assessorato Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia:
Non mi piace parlare male degli altri, ma il concentrato di cattivo gusto e di imperizia tecnica è notevole. E' un lavoretto di mezzoretta da parte di un giovane di una scuola professionale. 
Lo slogan può solo essere partorito da qualche invasato leghista, ispirato da qualche reminiscenza futurista o da qualche malriposta nostalgia per l'analisi grammaticale.
Mi piacerebbe sapere quanto sia costato al contribuente. 
Chi avesse ancora qualche speranza di vedere il turboleghismo creare qualcosa di veramente moderno guardi l'esito di questo lavoro e tragga le dovute conclusioni. 
Lo so che è istigazione al suicidio, ma... 
arz

Aggiornamento: Non è il logo ufficiale ( meno male). L'ipotesi è che sia materiale rivolto alle scuole primarie. Anche i bambini dovrebbero essere educati al bello, però! ;-)

Aggiornamento: http://www.bergamonews.it/politica/toscani-contro-il-logo-di-sorte-deprimente-mostra-il-livello-dei-politici-202771




giovedì 26 marzo 2015

Una storia padana

Incominciamo dalla fine. Un ex parà, disoccupato, confessa di aver sparato all'indirizzo di alcune roulotte in un paese della bergamasca. Non un solo colpo. Diciamo un po' di colpi. Nelle roulotte c'erano donne e bambini. Uno dei colpi colpisce un Rom che muore, mentre stava dormendo.
Il movente dell'azione è ancora oscuro: vendetta, odio razziale, screzi con le famiglie del campo nomadi. Non si sa. Quello che si sa che l'uomo ( reo confesso) ha un porto d'armi regolare. 
Dopo l'omicidio qualcuno va a rovistare nella vita dell'uomo. Non ci vuole molto: vanno sulla sua pagina di Facebook.
E si posso leggere cose che potresti leggere su qualsiasi sito di un qualsiasi leghista: gli zingari sono merde, il Kebab è una roba da “uncioni” ( traduzione: sporcaccioni), il mondo islamico favorisce la pedofilia et similia.
Non riporto i post più deliranti ( leggeteli di persona : https://www.facebook.com/costelli.roberto), ne riporto uno sui cacciatori, potenziali amici di un uomo che ha il culto delle armi, che mi sembra più significativo della deriva a cui sta arrivando l'esercizio della libertà di opinione:
Eccoli qua"gli altri simpaticoni! beng beng, uno sport che ci" unisce, questo era una frase che ho visto su" una rivista di armi! alla faccia dello sport e ( amore per i quattro zampe ) ste" cani li tengono in gabbia 365 giorni all" anno! ee storie di merda del tipo collari elettrici o na slegnata se" il cane non risponde come una macchina telecomandata! eee cacciatori siete voi che meritate un cal 12 nei coglioni!!!”



Ecco quest'uomo, di notte, ha preso una pistola e ha sparato ad altri uomini. 
Tutto è regolare: il porto d'armi è stato autorizzato dallo Stato italiano. 
                                                                                                                                                         arz

sabato 7 marzo 2015

Non tutti i Mali...

La prossima volta forse non sbaglieranno...
Perché nelle scuole la Geografia è stata così mortificata? Dovete sapere che in molte scuole medie l'orario di insegnamento della disciplina è stato dimezzato...
C'è sempre la possibilità che dei Malesi della Malesia fossero sfortunatamente in un ristorante del Mali...ma temo che così sembrerebbe una poesia di Toti Scialoja.
Provvedo subito a segnalarlo a "Pazzo per Repubblica".
arz


martedì 3 marzo 2015

Che noie... e che fastidio!



Accidentaccio! In tempi non sospetti ( 2011/2012), avevo incominciato a scrivere alcuni post sulle mie noie quotidiane, sugli imprevisti dell'esistenza, sulle sgrammaticature dei comportamenti.
Ho scritto pochi di pezzi sul mio blog, non sufficienti in qualsiasi caso per imbastire un libro.

Introduzione
http://graffidigesso.blogspot.com/2011/11/introduzione.html
Noie
http://graffidigesso.blogspot.com/2012/10/noie-lacoonte-tra-i-capelli.html
http://graffidigesso.blogspot.com/2012/03/il-tappo-della-bottiglietta.html
http://graffidigesso.blogspot.com/2011/11/le-stringhe.html
http://graffidigesso.blogspot.com/2011/11/graffi-di-gesso-la-pellicina.html
http://graffidigesso.blogspot.com/2011/11/graffi-di-gesso-il-coperchio-dello.html
http://graffidigesso.blogspot.com/2011/11/graffi-di-gesso-il-calzino-spaiato.html
http://graffidigesso.blogspot.com/2011/11/graffi-di-gesso-la-lettiera-della-gatta.html
Ora, con il debito ritardo dei tonti, scopro che Feltrinelli ha pubblicato un libro che ha un'ispirazione assai simile al mio progetto di lavoro.
Come ho già detto in altre occasioni, non credo che ci sia stato plagio: chi lavora nel campo della satira e dell'umorismo, spesso è partecipe di un comune sentire che può portare a risultati molto simili.
Auguro di cuore, dunque, buona fortuna al libro di Federica Bernardo “Momenti di insopprimibile fastidio” e agli altri autori che hanno partecipato alla realizzazione dell'ebook “Che fastidio” promosso dal blog della Feltrinelli sull'onda del successo del libro di Federica Bernardo.
Io , ovviamente, vivendo nascosto, non ne sapevo niente fino ad oggi...

Ah, dimenticavo: che fastidio non aver pensato io prima alla pubblicazione di un ebook! ;-) arz

sabato 7 febbraio 2015

Sull'assoluzione di Calderoli. Il privilegio di fare e dire tutto quello che si vuole.


Quelli sempre pronti a tappare la bocca agli altri perché sono diversi (meridionali, albanesi, cinesi, rom etc...), augurando loro le cose peggiori ( dall'olocausto, all'espulsione in Madagascar, all'affogamento nel mare nostrum et similia ) ora si faranno paladini della libertà di parola, pretendendo di dire ciò che non si deve dire.
Insomma. eccovi la vera casta:coloro che amano l'esercizio dell'arbitrio, invece di quello della libertà. arz

martedì 3 febbraio 2015

A proposito di "Spero, promitto e iuro" ;-)


La libertà di essere cafoni. Il titolo di "Libero" di oggi.


Chiedo venia in anticipo. Forse sono vecchio e ormai i neuroni vanno a spasso e sento cigolii che forse sono frutto di un malfunzionamento delle mie orecchie. Qualcuno mi dia una mano, dunque. Ditemi che mi sbaglio! Leggo il titolo di oggi di Libero. “Mattarella, giura che tagli le spese”. 
Se non sbaglio, quel "giura" è un bell'imperativo. Siccome sono della generazione dello “spero, promitto e iuro” che vogliono l'infinito futuro ( in Latino, d'accordo), mi sarei aspettato, seppur col tono dell'invocazione imperativa, un “Mattarella, giura che taglierai le spese”. Visto che il soggetto della principale è uguale a quello della subordinata, ma è una questione puramente di orecchio personale, ancora meglio l'implicita: “Mattarella, giura di tagliare le spese”. Invece no, il titolista nella subordinata mi mette un bel presente indicativo seconda persona singolare. Perché mi urta? In primis, il vocativo senza alcun titolo onorifico. Insomma, si sta parlando al Presidente della Repubblica. D'accordo, il titolo di un articolo non si presta alle lungaggini, ma c'è un limite a tutto. 
Poi c'è quel imperativo che mal si addice a chi  vorrebbe rivolgersi ad un'autorità. E, per di più, con un tu poco rispettoso. Infine, c'è l'indicativo colloquiale, ciliegina sulla torta.
Non c'è niente da fare, se c'è un titolo cafone, questo ne è un buon esempio: equivale , ahimè, al cafonissimo: "Ehi, capo! Portami una birretta!"
Senza il necessario "per piacere", "per cortesia", ovviamente...
arz

sabato 31 gennaio 2015

Libertà e desiderio di essere liberi. Sull'elezione del Presidente della Repubblica.

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Ecco come sporcare in modo indelebile una scelta che avrebbe dovuto essere SEGRETA. Chi ci rappresenta si fa beffe delle regole basilari della democrazia. Avrebbero potuto esprimere il loro parere da uomini liberi e non l'hanno fatto:  hanno scelto di operare da servi del loro partito, rinunciando alla libertà concessa ai rappresentanti del popolo
...E l'Italicum ancora non c'è... arz

domenica 18 gennaio 2015

Sui marò e sulle cooperanti. Perché abbiamo bisogno di eroi e...



Ho scaricato la battuta da Internet. E' manichea, sia chiaro, ma si tratta di satira. E, come abbiamo imparato in questi giorni, alla satira si deve concedere molto.
La battuta funzionerebbe lo stesso se fosse riformulata in modo meno radicale: “ Strano paese l'Italia. Se vai ingenuamente all'estero per motivi umanitari e ti rapiscono, sei una merda, se sei un soldato in missione e ammazzi involontariamente dei pescatori, sei un eroe”.
In questi giorni abbiamo assistito all'attacco violento nei confronti delle due ragazze rapite in Siria e liberate (forse, ma molto probabilmente) con un riscatto. Non entro nel merito. 
Constato solo che la violenza delle parole nei loro confronti è sicuramente sproporzionata al loro ruolo (e ,nel caso specifico, alla loro età). Lo stesso è avvenuto e avviene nei confronti dei marò. 
Se si partisse con la semplice considerazione che si tratta di persone che si sono cacciate nei guai, la questione sarebbe più semplice. E forse scatterebbe un minimo di solidarietà.
Invece no: l'Italia è veramente uno strano paese, proprio perché ha bisogno di eroi e di merde:

gli eroi per proiettare su figure simboliche la nostra pochezza e le merde per distanziarcene un poco. Sventurato il popolo che ha bisogno di eroi...e di merde. 
                                                                                                                                                arz

mercoledì 7 gennaio 2015

Far morire per delle idee. La strage di Parigi.

La strage di Parigi mi ha lasciato quasi senza parole. Non riesco a capacitarmi che il "nemico", per qualcuno, siano alcuni tranquilli signori attempati o di mezza età con il gusto della satira e dell'ironia. Satira e ironia spesso irritante e spiacevole, sia chiaro, che giocano, con un piacere molto infantile, con molti tabù ancestrali: religione, sesso e morte.
Ma la pasta della satira è proprio quella, aggiungendo alla farina il sale e il pepe dell'irriverenza verso ogni potere costituito.
Colpire con un blitz militare questi antieroi ante litteram, armati di lapis e gomma, e ucciderli in maniera così barbara mi sembra un eccesso incomprensibile dettato da un'umanità senza sorriso, accecata o dall'ideologia o da un'errata visione del sentimento religioso.

E' cosa antica che gli uomini preferiscano il culto per le armi automatiche a quello per le sottili e spuntate armi della pacifica presa in giro, ma è ben triste vedere che le une si indirizzano verso le altre con una sproporzione di forza e di violenza che non può che essere chiamata con un solo nome: vigliaccheria.
arz

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