giovedì 26 marzo 2015

Una storia padana

Incominciamo dalla fine. Un ex parà, disoccupato, confessa di aver sparato all'indirizzo di alcune roulotte in un paese della bergamasca. Non un solo colpo. Diciamo un po' di colpi. Nelle roulotte c'erano donne e bambini. Uno dei colpi colpisce un Rom che muore, mentre stava dormendo.
Il movente dell'azione è ancora oscuro: vendetta, odio razziale, screzi con le famiglie del campo nomadi. Non si sa. Quello che si sa che l'uomo ( reo confesso) ha un porto d'armi regolare. 
Dopo l'omicidio qualcuno va a rovistare nella vita dell'uomo. Non ci vuole molto: vanno sulla sua pagina di Facebook.
E si posso leggere cose che potresti leggere su qualsiasi sito di un qualsiasi leghista: gli zingari sono merde, il Kebab è una roba da “uncioni” ( traduzione: sporcaccioni), il mondo islamico favorisce la pedofilia et similia.
Non riporto i post più deliranti ( leggeteli di persona : https://www.facebook.com/costelli.roberto), ne riporto uno sui cacciatori, potenziali amici di un uomo che ha il culto delle armi, che mi sembra più significativo della deriva a cui sta arrivando l'esercizio della libertà di opinione:
Eccoli qua"gli altri simpaticoni! beng beng, uno sport che ci" unisce, questo era una frase che ho visto su" una rivista di armi! alla faccia dello sport e ( amore per i quattro zampe ) ste" cani li tengono in gabbia 365 giorni all" anno! ee storie di merda del tipo collari elettrici o na slegnata se" il cane non risponde come una macchina telecomandata! eee cacciatori siete voi che meritate un cal 12 nei coglioni!!!”



Ecco quest'uomo, di notte, ha preso una pistola e ha sparato ad altri uomini. 
Tutto è regolare: il porto d'armi è stato autorizzato dallo Stato italiano. 
                                                                                                                                                         arz

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