domenica 10 giugno 2012

Monti, i poteri forti e il contesto vago.


Persino Monti si lamenta di aver perso l'appoggio dei “poteri forti”. Le virgolette sono d'obbligo e lo stesso Presidente del Consiglio li virgoletta virtualmente, facendo anticipare l'espressione, ormai fossilizzata, da un “cosiddetti”. Riporto le parole del premier ( fidandomi della fonte):

«Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso in questi ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori ci attribuivano, spesso colpevolizzandoci, dei cosiddetti poteri forti perché non incontriamo i favori di un grande quotidiano, considerato rappresentante e voce di tali poteri, e in Confindustria».

Confindustria è indicata a chiare lettere, mentre il nome del “Grande quotidiano” è solo evocato, pur essendo chiaro che l'implicito è sufficientemente esplicito (... insomma, per gli ottusi o gli ingenui, parla del “Corriere della Sera”).
Il “quotidiano di gran formato” ( per chi ama la crittografia mnemonica “il pane”;-)) è il vero portatore di un potere occulto, vago e pericoloso.
E' inutile notare che l'omissione del nome del giornale e l'indicazione del vago “potere” di intervenire nella politica italiana ricorda , senza troppi sforzi interpretativi e senza eccessive cognizioni in ambito storico,  il potere “demoplutogiudaico” di mascelluta memoria.
Sia chiaro: non accuso Monti né di antisemitismo, né di criptofascismo.
 No, accuso Monti di utilizzare un riferimento vago tipico dei linguaggi dei poteri autoritari e autocratici, sempre alla ricerca di “nemici esterni” pur di compattare la propria identità e specificità nell'azione politica o di chi, pur con tutte le migliori intenzioni, vuol occultare le proprie origini , non potendo mai essere considerato un potere che viene dal basso.
E onestà vuole che l'ex rettore della Bocconi non nasconda la sua investitura, poiché nessuno, neppure il sottoscritto ( che, come tutti sanno vale come il due di coppe), gliene ha mai fatto una colpa.
E' solo la “trufferia di parole” che irrita e “de hoc satis”.
arz©

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domenica 3 giugno 2012

Maroni , l'anomalia e il narcisismo della Lega



Nel tentativo di ricompattare un partito allo sbando, Maroni non trova di meglio che rispolverare le teorie complottiste : i soliti “poteri forti”, come occulti tarli, tentano di eliminare l'”anomalia” Lega.
Non sto qui a discutere la questione politica.
E' la parola “anomalia” che mi irrita (... e chi segue il mio blog sa che sono ipersensibile).
Un tempo, diciamo, a spanne, prima del '68, dire di essere “anomalo” non costituiva un motivo di vanto. Tutt'altro. Il distinguersi dalla leggi scritte o non scritte che presiedevano ai difficili ingranaggi sociali di allora comportava una severa condanna pubblica.
Sappiamo che gli anni Sessanta e Sessanta hanno fatto strage del principio di autorità delle Grandi Istituzioni ( Scuola, Esercito, Chiesa, Stato) ed è noto che la stagione delle grandi libertà individuali e dei diritti ( rispetto al proprio corpo, al proprio modo di vedere la famiglia e di relazionarsi con l'altro sesso e con il sesso in generale etc...) ha comportato un giudizio meno severo dei cosiddetti comportamenti “anomali”.
Nell'uso di “anomalia” ( dal gr. “a”, alfa privativo e “nomos”, legge) di Maroni, però, che notoriamente del '68 condanna la stagione delle Libertà e dei Diritti (il bambino) , tranne il suo spirito individualista e , nel contempo, anarcoide (l'acqua sporca) che tanto bene si adatta al suo movimento e ad altri che stanno spuntando come funghi, traspare il vecchio giochetto della Lega: dopo aver governato per un bel po' , essersi beatamente accoccolata sugli scranni del Parlamento, votato le peggio leggi ed appoggiato un alleato improbabile al punto di cadere nel ridicolo ( la votazione su “Rudy nipote di Mubarak” rimarrà alla Storia come un episodio che ha segnato il livello più basso di umiliazione di un'istituzione fondamentale come il Parlamento), si scopre improvvisamente “anomala” rispetto al sistema dei partiti, forchettoni e corrotti come tutti i partiti ( con un'unica eccezione, of course).
La piroetta logica o è”corta” o è troppo “lunga”: la Lega rischia insomma di picchiare o il culo o la testa. L'anomalia della Lega non ha nulla di anomalo: è il solito stile narcisista del bambino che , dopo essersi impiastricciato ben bene le dita di marmellata, non può che negare di fronte all'evidenza o accusare qualcun altro delle proprie colpe ( poteri forti, magistratura, Stato centralista et similia).
Narciso, al quale non conviene affrontare la realtà, pena la sua scomparsa e il dissolvimento delle sue certezze granitiche, è, però, destinato lo stesso a morire, annegato nel trobido stagno della sua stessa immagine riflessa.
                                                                                                                                                 arz©
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sabato 2 giugno 2012

"C'ho i superportieri!" Buffon e i tempi dell'ego smisurato.


Ha incominciato Bossi: i soldi del partito , se voglio, li posso buttare dalla finestra.
Ora ci si mette Buffon:” Con i miei soldi posso comprare orologi, terreni, oppure darli a un amico. Ci faccio ciò che voglio anche se sembra che in Italia non sia così”.
Qualcuno informi il portiere che , in qualsiasi parte del mondo, il denaro può essere speso, ma non come si vuole.
Se pago un killer per uccidere qualche nemico personale, se utilizzo il denaro per soddisfare un'insana passioncella per le minorenni, se scommetto su una gara di cui ho la possibilità di truccare il risultato, compio un illecito. Punto e basta. Sia che lo faccia a Singapore sia che lo faccia a Canicattini Bagni.
Buffon non è un consapevole protagonista, ma l'ingenuo erede del ventennio che ha avuto, è ormai il momento di dirlo papale papale, un solo nemico: la legge (civile, penale e etica); in più ora ha aggiunto di suo la spocchia dell'arricchito, infastidito dai lacci e lacciuoli che gli impediscono, poverello, di manifestare la sua prorompente personalità.
In questa occasione, duole dirlo, il grande portiere, anche se innocente sul piano penale fino a prova contraria, si è espresso da piccolo uomo.
                                                                                                                                     arz©
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