venerdì 3 aprile 2020

Lupi con gli agnelli e agnelli con i lupi. Sull'aggressività del giornalismo.


Pensierino della sera.
Come ogni sera, seguo (a dir la verità non molto attentamente, perché preferisco non essere travolto dall'informazione minuto per minuto) la conferenza stampa dove il mite Borrelli risponde con pazienza olimpica alle domande dei giornalisti.
Lo avrete notato: pur con la varietà di accenti, i prodi cavalieri dell'informazione hanno un tono a metà tra l'adirato e il sospettoso.
Poiché a certe domande non c'è certezza, Borrelli rimanda agli esperti le risposte più tecniche oppure, semplicemente, dice: non ci sono dati.
E con calma Zen sorride senza mandare a quel paese i maleducatissimi interlocutori.
Questa stampa con la bavetta alla bocca è la stessa che si è sorbita senza colpo ferire le idiozie di un Capitano freezerato, evitando (Per paura? Per convenienza?), di entrare in conflitto con chi gestiva allora il potere con minchiate sesquipedali (e che ora balla la samba della scontentezza promettendo milioni di miliardi a chicchessia ovviamente sempre coi soldi degli altri).
Insomma, certi giornalisti (e son molti) sono agnelli con i lupi e lupi con gli agnelli, agnelli che ora si fanno un mazzo tanto per tirarci fuori dalla cacca.
Domani, quando leggerete i titoli dei soliti giornalacci, pensate alle mie parole.
Notte.

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