giovedì 16 aprile 2020

L'impunità di gregge. Facci! Facci pure!


Intendiamoci: chiudere in casa un'intera popolazione non è cosa semplice. Se in parte l'operazione è riuscita, diciamocela tutta, non è stato il semplice frutto della ragionevolezza di un Popolo e della preveggenza di un Governo illuminato, ma l'imperio della strizza sui nostri sfinteri.
Le immagini dei ricoverati in Terapia Intensiva attaccati al respiratore e la ventilata riffa tra coloro che avrebbero potuto accedere alle cure e gli esclusi per età o per intasamento degli Ospedali hanno fatto sì che anche i più riottosi se ne siano stati per un po' a casuccia.
Ovviamente , anche se l'emergenza c'è ancora, dopo un po', si sono levate le parole di protesta.
I giornalacci dell'Immarcescibile parlano di “sequestro”, di “Stato di Polizia” (proprio loro! Gli ammiratori dei “pieni poteri” di Capitan Findus e di Orban!) o, in termini meno drammatici, di una limitazione della libertà che sta mettendo nei guai economici un fottìo di gente.
Ed è inutile negarlo: è vero.
Ma su uno dei piatti della bilancia, giratela come volete, c'è la pellaccia.
E se doveste scegliere tra l'ossigeno e il pane (senza salame) , anche in condizione di estrema inedia e cacchessia, non ho dubbi che scegliereste l'ossigeno.
Orbene, ordunque: che un Facci faccia il solito fighetto e proclami coram populo che lui “evade” in montagna e infrange la legge in nome della Libertà ci può anche stare. Basta che ci sia un solo Facci e non importa che si comporti così per il Pensiero Liberale o per quello Anarchico o, come succede in Italia, per l'onfaloscopia religiosa dettata dall'individualismo amorale.
Se, però, una ventina di milioni di Italiani ragionassero come il Facci, le nostre montagne non sarebbero solo invivibili, ma il Coronavirus stapperebbe lo champagne.
Il fatto è che il Facci è un giornalista pur senza attico a New York e strepiterebbe come un'oca ingozzata per il patè se fosse sanzionato: parlerebbe di Ingiustizia o di Giustizia ad orologeria e ad personam. Perché non se la prendono con altri? Lui sa benissimo che il suo vicino se n'è andato a fare jogging con la moglie o che esce dieci volte al giorno per “pisciare il cane” con la stranguria! 
Perché le Forze dell'Ordine non rincorrono con i droni 'sti impuniti?
Perché se la pigliano con un eroico martire della Libertà che agisce nel sacro nome del farsi i cazzi suoi, eh?
Insomma, non la tiro lunga: come ogni italiano che si rispetti, le regole per il Facci valgono per gli altri. Per lui no.
E se tutti la pensassero come il Facci e ne seguissero l'esempio, tra l'altro, il Facci sarebbe tra l'altro il primo a lamentarsi.
Avete presente Don Abbondio, quando, dopo la conversione dell'Innominato, si va a rifugiare nel suo castello? Vi ricordate quanto è indispettito di non essere il solo ad avere avuto quell'idea?
Ecco il siparietto con Agnese:

In molti? in molti?” replicava don Abbondio: “povera donna! Non
sapete che ogni lanzichenecco ne mangia cento di costoro? E poi, se volessero
far delle pazzie, sarebbe un bel gusto, eh? di trovarsi in una battaglia. Oh
povero me! Era meno male andar su per i monti. Che abbian tutti a voler
cacciarsi in un luogo!... Seccatori!” borbottava poi, a voce più bassa: “tutti
qui: e via, e via, e via; l’uno dietro l’altro, come pecore senza ragione.”

La stoccata di Agnese è magistrale:

A questo modo,” disse Agnese, “anche loro potrebbero dir lo stesso di
noi.”
Ben sappiamo che il Facci, come ogni Don Abbondio che si rispetti, ha l'empatia bassa.
Mettersi nei panni degli altri? Non sia mai!

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