domenica 23 settembre 2012

Polverini di caffè....(poesiola parafrasi assai prosastica)



Originale

Belli 
“Er caffettiere filosofo”

L'ommini de sto monno sò ll'istesso
Che vvaghi de caffè nner mascinino:
C'uno prima, uno doppo, e un antro appresso,
Tutti cuanti però vvanno a un distino.

Spesso muteno sito, e ccaccia spesso
Er vago grosso er vago piccinino,
E ss'incarzeno, tutti in zu l'ingresso
Der ferro che li sfraggne in porverino.

E ll'ommini accusì vviveno ar monno
Misticati pe mmano de la sorte
Che sse li ggira tutti in tonno in tonno;

E mmovennose oggnuno, o ppiano, o fforte,
Senza capillo mai caleno a ffonno
Pe ccascà nne la gola de la morte.

O.G.M.
Attualizzazione prosastica, antipatica, sgradevole e metricamente sgangherata

Arz
 "La caffettiera cafona"

Chi si dà alla politica si comporta allo stesso modo
dei chicchi di caffè quando finiscono all'interno di un macinino:
siano essi bianchi, rossi,
ma in particolare quando sono neri,
che è il color lor connaturato,
pur professandosi puri e mondi
da ogni colpa tipica dei politicanti,
proprio tutti,
nessuno escluso,
uno dietro l'altro,
ne seguono il destino.

Sia che se la sfanghino alla periferia del potere,
sia che assumano ruoli di responsabilità,
i chicchi potenti e grossi spingono quelli piccolini
perché una forma deviata di solidarietà
sconfina in quello che si chiama banalmente nepotismo,
travestito dall'altisonante nome di “cameratismo”;
ciò non permette agli eletti,
finalmente chiamati al potere,
dopo lungo ostracismo,
di sfuggire all'inevitabile “do ut des” del valore di scambio:
tutti si trasformano in piccole Polverini,
schiacciate dal ferro tagliente
della convenienza,
dell'opportunismo.

E coloro che vivono di politica naufragano dolcemente in questo mondo,
chi travestito da maiale, chi da ancella ,
chi da centurione,
chi semplicemente da coglione,
tutti mischiati gli uni con gli altri, schiacciati da un destino inesorabile e odioso,
che li confonde e ubriaca
con il suo moto vorticoso.

C'è chi ruba poco e chi ruba molto, d'accordo,
ma senza rendersene conto, scivolando verso il fondo,
incontrano le lame delle vendette incrociate,
dell'ipocrisia
e par di sentire lo stridor di denti
nello scoprirsi improvvisamente inconsistenti;
ne fanno polvere mortifera
per tutti noi,
fessi e fetenti.
In loro, temo,
prevalgono
ancora
gli effetti affatto
eccitanti.

arz©
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