lunedì 26 settembre 2022

Lo "spin doctor" in saldo dà consigli a Richetto, nel giorno del dolore.

Caro Richetto,

sono uno “spin doctor in saldo”. Ho dato recentemente consigli a Capitan Findus e alla Ducia (il primo non mi ha calcolato e mal gliene incolse, la seconda un po’ mi ha dato retta, anche se la scena dei meloni mostrati a bilanciere in primo piano davanti alle tette e l’ammicco con tanto di strizzatina d’occhio hanno rischiato di compromettere tutto).

Il mio Pay Pal , nonostante le mie dritte, è, però, ancora a secco.

O sono taccagni forte o forse hanno problemi di finanziamento, mah!

Pertanto, mi rivolgo a te, in questo triste lunedì postelettorale per darti il mio umile consiglio.

Già, ti avviso, hai incominciato male: dici di non volerti ripresentare alla presidenza (benissimo), ma addossi la colpa del disastro a Conte.

Non funziona.

Certo non ci si mette a frignare come il bambino con le mani nella marmellata, ma virilmene si ammettono gli errori: aver allattato a lungo le due serpi in seno al partito e il non aver previsto un’alleanza con il M5s per le elezioni sono state due evidenti belinate.

Se ci tenessi ancora ad apparire ancora degno di fiducia, dovresti, insomma, assumerti le tue responsabilità. Anzi calcare la mano. Sai benissimo che il fallimento del PD parte da quando il tuo partito ha incominciato a parlare come la destra e sai di chi parlo.

Orbene, ordunque. Dimettiti, ma fa’ sì che un personaggio nuovo, possibilmente donna (che ne so la Elly Schlein) prenda le redini del partito.

Ritorna di tanto in tanto a Parigi per smaltire l’ubriacatura liberista che ha dominato l’ex Partito Comunista, ma sta’  fermo al tuo posto di consigliere.

L’unico errore che NON devi fare è dare una mano al nuovo governo Meloni.

Imponi dei diktat interni: dove c’è un Meloniano non ci deve essere un Piddino. Non si dialoga con loro! Manco si prende un caffè ! Innanzi tutto, non devi fornire al governo il tuo aiuto, fornendo loro i tecnici che sappiano come funziona uno Stato.

Non li vedi che, appena vinte le lezioni, incominciano già a chiedere aiuto? 

Lo sanno anche loro di essere degli sprovveduti e che per pilotare un aereo non basta aver giocato con qualche simulatore sul PC di casa! Sono 70 anni che non vedono l’ora di volare, ma, diciamocelo, non hanno studiato tanto.

I bottoni nella stanza dei bottoni sono tantissimi e bisogna premerli in un certo ordine, eh!, sennò l'aeroplano si schianta da qualche parte!

Ecco, siccome tra i tuoi c’è il fior fiore di professoroni (quelli che i destrorsi odiano, quando sono all’opposizione) che potrebbero addestrare i testacchioni, muoviti perché non accettino le offerte di collaborazione (che saranno generose: non son mica soldi loro!).

Lo so, cominceranno con il solito piagnisteo: “Non siete patrioti, non volete bene all’Italia” and so on.

Ripeti il mantra: “Ora avete il potere: governate! Ora avete il potere: governate!” 

Ovvio che vogliano coinvolgervi nelle scelte impopolari, ma lo faranno solo per rinfacciarvelo il giorno dopo.

Insomma, Richetto, invita i professoroni a Capalbio, invia prodotti tipici a casa loro, insomma, tienili buoni. Non illuderti: qualche tecnico ce l’hanno anche loro, ma per far funzionare la macchina dello Stato ci vuole una squadra e non bastano solo due o tre esperti.

Non vado oltre finché non vedo la pilla. 

Ti lascio il link per finanziarmi: https://paypal.me/arz62.

Costo poco! Sono in saldo!

                                                                  Ciao, Richetto, non deludermi!

                                                                     Arz, lo spin doctor in saldo

 


lunedì 12 settembre 2022

Adinolfi, il divorzio e la logica aristotelica.

 So di essere didascalico e le mie osservazioni sono rivolte solo per chi ha meno di 11 anni.

Chi già ha capito il giochino passi oltre.

Orbene, ordunque: il mondo sui Social non funziona come nel resto del Mondo.

Mettiamo un personaggio come Adinolfi. Esalta la famiglia tradizionale. È contro il divorzio.

Purtroppo, per sua sfortuna, è divorziato e la sua famiglia non è per nulla tradizionale (si è sposato a Las Vegas come nei B-Movie americani).

Nel mondo reale la sua condizione consiglierebbe di starsene zitto, altrimenti partirebbero le pernacchie. 

No. 

Nel mondo dei Social vige solo una regola: la visibilità.

Non conta il buon gusto, la logica aristotelica o semplicemente la vergogna.

Con la sua sparata contro il divorzio, Adinolfi si è guadagnato uno spazio mediatico e lo spazio è offerto non solo da chi lo approva, ma, in modo particolare, anche da chi lo attacca: Noi.

Di esempi ce ne sono molti: Sgarbi, Briatore e Santanchè, la trimurtacci loro di questo giochino sporco.

Anch’io, scrivendo queste poche righe contribuirò, ma solo per fini sociologici 😉, al loro successo.

Non li filassimo, sarebbero scoregge nello spazio, l’unica espressione bossiana che salverei dalle altre bolle emesse negli ultimi anni dal fondatore della Lega.

Blop! Prop! Puzz!

Vignette in vendita: Il leopardato è sempre di moda. Poi prevale il nero.

 Poiché non mi calcola nessuno e poiché si avvicina l'inverno, per evitare di bruciare il parquet per riscaldarmi, lascio qui i miei abbozzi (non li rifinisco perché tanto nessuno me li pubblica!)  perché qualche disegnatore di chiara fama ne approfitti e mi dia il 10% dei suoi emolumenti per il copy.

Visti i tempi, credo che l'opportunità di fare un po' di satira diventerà più difficile. 

Su, son prezzi modici, Siori e Siore! ;-)



sabato 10 settembre 2022

Meloni vs Peppa Pig, uno scontro impari.

 

Cari venti lettori dei miei post (sì, non siete di più, sappiatelo!), so che qualcuno di voi incomincia a sospettare che io ce l’abbia con Giorgetta.

Sì, è vero, ce l’ho con lei per non aver reciso il cordone ombelicale con il fascismo (ci aveva provato Fini, ma è diventato bolo e poi deiezione del Caimano, vi ricordate?), ma c’è un motivo più semplice della mia attuale acrimonia: Giorgia è zuccona.

Io ho profuso numerosi e preziosi consigli a lei come li ho profusi a Capitan Findus.

Vista la situazione economica che mi vedrà bruciare il mio parquet per riscaldare la casa, mi sono offerto come “spin doctor”, in saldo, ovviamente.

Non chiedo tanto: solo un contributo di pochi euro (l’indirizzo è sempre questo:  https://paypal.me/arz62).

Niente.

Neanche un euro. 

Giuro. 

Da una decina di anni qual Cassandra inascoltata non vengo né preso in considerazione né pagato.

Nonostante la congiuntura sfavorevole, ho ultimamente consigliato a Giorgia un profilo basso e di lasciare fare alla Sinistra che è maestra nel distruggere le proprie scarse possibilità di vincere le elezioni.

E che mi combina mai Giorgia? Se la piglia con Peppa Pig!

Va be’, riprovo con Capitan Findus: vuole recuperare qualche voto fagocitato da Giorgetta e in particolare dal M5S?

Si smarchi dalla posizione della Ducia sul “reddito di cittadinanza”: perderà l’appoggio formale di Confindustria e dell'elettorato berlusconiano (ma dopo le elezioni si potrà sempre invocare le cause di forza maggiore per eliminarlo), ma, aprendo la porta a una speranza, ovviamente escludendo ogni poverazzo pur italiano, ma di origini dubbie, si recupererà qualche punto percentuale.

Ricordo al Capitano dove depositare l’obolo per il mio consiglio ( https://paypal.me/arz62).

Attendo fiducioso.

Spero che qualcosa dei 49 milioni di euro sia rimasto in cassa.

E, Giorgia, non prendertela con Peppa! 

Ti farà a pezzi lei! 

Baciale la coscia come fa il tuo degno compagno! 

Dammi retta e lascia l'obolo (ti ricordi dove? Non vorrei essere insistente! https://paypal.me/arz62)!

giovedì 8 settembre 2022

"Rodo, ma non rido": post severamente sconsigliato a chi non si occupa di Satira disegnata e scritta.

 


Probabilmente, tra un secolo circa, e mi si scusi l’accostamento blasfemotto, ci sarà un novello Dionigi il Piccolo, e non per le dimensioni dell’intelletto, che individuerà nella storia della Satira una frattura, un a.FB. e un d.FB.

“FB”, naturalmente, sta per “Facebook”.

Nel periodo dopo Facebook, chi si occupa di Satira scomparirà.

O meglio: si occulterà. Vivrà, come Epicuro insegna, nascosto.

Premessa maior: Facebook ha fatto sì che chiunque, dotato di media intelligenza, possa ardire ad avvicinarsi alla Satira. Non so se sia un male assoluto, ma non ho dubbio che qualche danno lo stia facendo.

Per la Satira disegnata l’agonia sarà più lenta (lo vedremo dopo), ma per la Satira scritta sarà probabilmente la fine. 

Già da ora, in verità, si percepiscono i segnali di sgretolamento.

Quando tutti hanno diritto a satireggiare, qualsiasi avvenimento sarà oggetto di Satira. 

Anzi vi sarà una compulsione al contenuto satirico dei neofiti, compulsione che coinvolge attualmente naturaliter anche molti autori satirici.

Come sapete, ad esempio, la Regina Elisabetta ora sta male e già fioccano interventi salaci sulla sua dipartita.

A parte il buon gusto (ma, vivaddio, anche la Satira vera non ha il buon gusto per statuto!), l’aspetto nuovo e decisivo è quello quantitativo: su migliaia di interventi penosi e tristissimi, state sicuri che qualcuno riuscirà a scrivere due righe fulminanti (un altro aspetto che individuerà il novello Dionigi il Corto, ops il Piccolo: la necessità della brevità dell’intervento).

 E chi si occupa di Satira (scritta) dirà: accidenti, perché non ci ho pensato io per primo?

Certo, il Satirico Maior è in grado di gestire nel tempo due paginate di buona satira senza fare un errore di ortografia, ma un comandamento di Facebook (e ancor più di Twitter) impone la concisione, l’uso parsimonioso della lingua: si lavora di stoccata e, dopo l’affondo, si ride soddisfatti, quando il sangue zampilla. 

Peccato che gli autori di questi virtuosismi non reggano la durata. 

Insomma, ne azzeccano una e ne sbagliano cento. Nel periodo dei duelli, al secondo assalto, sarebbero cibo per vermi.

Il Satirico Maior, comunque, non è un ingenuo, perché sa che le regole di ingaggio "facebucchiano" sono queste: brevità, ferocia, ghigno beffardo e fuga.

 Venti righe non le legge e regge più nessuno: seguendo le regole dei redattori del Reader’s Digest anni Cinquanta/Sessanta, una lettura non deve eccedere il tempo di una seduta nel proprio gabinetto (regola rispettata anche dai giornali online che indicano il tempo di lettura dell’articolo).

La Satira disegnata, come ho scritto, morirà più lentamente. 

Non tutti sanno tenere la matita in mano e nessuno può negare il valore attrattivo dell’immagine in un contenuto satirico. Certo, i disegnatori di fine Ottocento e di primi del Novecento venivano dalla scuole d’Arte, mentre oggi, come sappiamo, e io ne faccio parte, i disegnatori satirici sono perlopiù autodidatti e la qualità del disegno spesso è accettabile, ma non eccelsa. 

Ovviamente, la tecnica non è tutto, anche se chi disegna, se è onesto, rode forte nel vedere il collega più perito e attento ai particolari e tecnicamente attrezzato  risolvere senza evidente fatica alcuni problemi nella resa di una vignetta.

Ma l’Intelligenza Artificiale, come i ben informati sanno, risolverà, a breve, anche questo problema.

Concludo, perché ormai, anche se pazienti, avete finito la carta igienica: molti disegnatori satirici non faranno vignette su Elisabetta, anche se sono repubblicani, atei o cattolici nel midollo, per sottrarsi all’obbligo compulsivo del “coccodrillo”: non se la sentiranno e sarà il segnale del loro ritiro nel guscio.

Molti altri lo faranno e non sono da condannare. 

Fintanto che l’entusiasmo c’è, bisogna sfruttarlo. 

Ma il d.FB incombe. 

Cupo e mortifero.

Io ve lo avevo detto, eh!

 

N.B. Dopo la rubrica “Pissi pissi bao bao”, introduco un'altra parentesi di riflessione  con la rubrica “Rodo, ma non rido” riservata agli autori satirici. 

Siamo, sì e no, duecento in Italia e molti, com’è giusto, non mi leggono perché hanno ben altro da fare. Bene benissimo: siamo sotto ai 25 lettori di manzoniana memoria. 

Chi mi conosce sa il motivo della mia bislacca soddisfazione.

 

Translate