Ricordo la trafila che, in base alle
evidenze storiche, porta al genocidio.
Non dico che si debba ripetere, ma è
bene che tutti sappiano che la via che conduce alla barbarie è
abbastanza larga.
Il primo passo è DENIGRARE una
minoranza e preparare il terreno per il resto attraverso stereotipie
e generalizzazioni.
Si prosegue col non concedere PARI
OPPORTUNITÀ al gruppo colpito, in nome della sicurezza e
dell'ordine.
Poi si pensa a qualche forma di
APARTHEID per passare a qualche forma di DEPORTAZIONE.
La conclusione del percorso prevede lo
STERMINIO e il GENOCIDIO.
Impedire l'apertura ad una certa ora di
negozi solo su considerazioni di carattere etnico è un'evidente
mancanza di pari opportunità. Il carattere pretestuoso della
chiusura forzata è evidente in questo breve articolo del 1935. Eh,
ci saranno pure dei nazisti a Berlino! ;-)
Si avanzano motivazioni di ordine
pubblico, ma il vero timore, ed è chiaro, è la concorrenza
economica.
Un altro modo per discriminare è
rendere impossibile la vita ad un gruppo etnico: un esempio lampante
è la richiesta di certificazione di beni posseduti nei paesi di
origine che è alla base dell'esclusione dei bambini extracomunitari
nelle mense di Lodi dalle tariffe agevolate.
Sempre che sia possibile ottenerla, il
costo per poter raggiungere l'obiettivo per qualcuno ( e non per altri), ossia un pezzo di carta, è sicuramente superiore allo
sconto per poter usufruire a prezzo convenzionato alla mensa scolastica.
Scusate il paragone irrispettoso
(ovviamente umoristico, anche se si tratta di cose serie), ma è per
chiarire le idee: richieste come quelle di cui sopra equivalgono a
chiedere improvvisamente, in un giorno a caso, magari di venerdì,
come prerequisito per poter entrare il giorno successivo in aula agli
insegnanti stagionati come me di certificare le vaccinazioni fatte
non con un fogliettino di autocertificazione, ma con un documento
ufficiale delle Mutue del tempo che furono.
Se riuscissi a sapere dell'esistenza
del cartellino verde, se riuscissi ipoteticamente attraverso qualche
barbatrucco a convincere, più
probabilmente non a parole, ma in solido, qualche impiegato a sfidare strati di
polvere da film horror di qualche archivio, maledirei in cuor mio l'ottusità di tale richiesta, giusta in termini di principio (un insegnante untorello? Giammai!), irragionevole nei fatti.
So probabilmente anche quale
sarebbe la mia reazione se qualcuno della Segreteria, vedendo nei
miei occhi la remota possibilità di raggiungere l'obiettivo, avesse
il coraggio di chiosare con il sorrisino tra le labbra: “Professore, il documento lo vogliamo qui
per domani, mi raccomando! Sennò, nisba: lei sarà espulso dalle
Scuole del Regno!”
Probabilmente, partirei, come mi vien
facile, sì dalla denigrazione, dilettandomi a parlare del
mononeurone della burocrazia italiana, ma passerei direttamente al tentativo di sterminio ipso facto del personale della Segreteria, saltando a pié
pari i passaggi intermedi!
Con le miei mani, ovviamente, ché
aborro le armi!;-)
arz62
arz62
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