Per anni berlusconiani, leghisti e
pentastellati se la sono presa con i professori, professoroni,
professorini, insomma quelli che, sulla pedana della cattedra, li
guardavano dall'alto verso il basso.
E, nell'era berluscoleghista, fioccavano tagli all'Istruzione. Non tagli: sfregi.
E tutti a magnificare il
valore del fare sullo studiare. Che cosa vale un titolo di studio
quando tu sei bravo a fare qualcosa? Non c'è bisogno dei libri e
della carta. La pratica val più della grammatica.
La cultura non dà pane, nevvero?
E giù picconate (da destra e da manca
sia chiaro) all'Università di massa, guerra aperta agli studenti lavoratori con
tasse universitarie che schizzavano verso l'alto, mortificando chi
magari qualche desiderio di elevazione sociale legittimamente l'aveva
coltivato.
Dall'Europa s'udì il grido d'allarme: “Avete
pochi laureati! Attenti!” e, siccome a non dar retta all'Europa fa
fico, ecco l'ideona di rendere il percorso universitario un percorso
ad ostacoli: numero chiuso, in primis (ma ci sarebbere molto da
discutere sulla riforma di Berlinguer, che nel tentativo di attirare
i pesci, li ha fatti agonizzare nelle reti).
Perché la logica del numero chiuso non
è quella che ci hanno sempre raccontato (e che è stata smentita dai
fatti): non c'erano troppi medici.
La logica, l'unica logica bipartisan, è
stata quella del taglio alla spesa (ovviamente solo all'Istruzione;
in altri settori i soldi sempre a disposizione, v. aerei militari,
condoni, prebende, soldi a pioggia ai singoli e alle banche et
similia): tagliamo il numero dei docenti , aumentiamo a dismisura il numero dei
precari a vita dell'Università (con retribuzioni vergognose e
umilianti) per sopperire alla mancanza di docenti di ruolo (costano e
poi hanno la puzza sotto il naso).
Per evitare che si facessero le lezioni
nei cinema, nei teatri e negli stadi, dato il numero esiguo dei docenti e numero consistente di studenti, giocoforza bisognava introdurre
un correttivo.
Et voilà: ecco il numero chiuso.
Non solo in ingresso che sa di
selezione naturale delle tartarughe appena uscite dall'uovo alla ricerca del mare, ma anche
in uscita, con ingressi alle Specialità stretti come la porta del
Paradiso.
E ora, improvvisamente, illuminati
sulla strada di Damasco, l'ideona di coloro che hanno sempre detto il
contrario: togliamo il numero chiuso nelle facoltà scientifiche* e la selezione la farà
l'Università con gli esami. Che, detta così e da loro, refrattari
da sempre agli studi universitari, ricorda tanto l'“Uccideteli
tutti! Dio riconoscerà i suoi!” del legato pontificio davanti alle
mura di Béziers...
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