sabato 20 ottobre 2018

Gli insegnanti? Meglio pazzi che sani di mente...


"Un insegnante di scuola pubblica primaria o secondaria inferiore guadagnerà sempre un po’ meno di un coetaneo che lavora nel settore privato, o meglio, avrà sempre la sensazione di guadagnare poco, rispetto alla fatica che accumula e all’importanza di quello che fa (credere che quel che fa è importante gli è del resto necessario, sennò non sopravviverebbe). A chi davvero nella vita preme il successo, non verrà mai in mente di fare l’insegnante. Non possiamo offrire a tutti uno stipendio da favola: qualche istituto di élite lo può fare, ma noi non educhiamo le élite, non siamo il ristorante stellato. Siamo la mensa. Forse possiamo offrirti altre cose: più benessere, la stima di chi vive nel tuo quartiere, persino qualche soldo in più che probabilmente ti meriti. Ma non puoi aspettarti di guadagnare come in uno studio privato. Se scegli di lavorare per la scuola pubblica, è perché ci credi, perché hai deciso che quello è il tuo campo di battaglia, perché è qualcosa che ti realizza o per lo meno non ti fa sentire inutile. E poi certo, è un lavoro che ti lascia a disposizione qualche mezza giornata in più (molte meno di quanto creda la gente, ma è meglio non dirlo troppo in giro, se vogliamo che resti un mestiere appetibile).
Insomma l’identikit dell’insegnante di sesso maschile – meglio scriverlo di nascosto, in fondo al pezzo – è quello di un romantico cavaliere di ventura. La buona notizia è che ce ne sono ancora di uomini così: bisogna solo perfezionare il reclutamento. È gente un po’ matta, senz’altro, ma se gli dai la battaglia giusta possono funzionare. Non puoi comprarli con due spicci in più (anche se non guastano). Devi far loro balenare l’idea che ci sia una crociata da vincere, un drago da sconfiggere, anche solo qualche mulino a vento da rimettere al suo posto. E devi controllare che si vestano in modo decente: altrimenti i genitori continueranno a scambiarli per i bidelli".

L'articolo parla della penuria di maschi nella scuola. Chiariamo: io vivo benissimo la condizione di maschietto in mezzo alle femminucce, ma francamente odio gli ambienti solo maschili o solo femminili.
La parte più difficile da digerire è quella tra parentesi: stiamo facendo di tutto per convincere i docenti che quello che stanno facendo NON è importante. Sopravviveranno a lungo, maschi e femmine?
Ah, la società, che sembra aver completamente disinvestito nell'istruzione, dovrebbe chiedere ai docenti di essere un po' pazzi?
Paranoici e allucinati, direi, novelli Don Chisciotte, ubriacati dalle troppe letture, con la lancia in resta per una battaglia che non esiste ;-)

P.S. Venenum in cauda: la notazione sui bidelli finale non mi è piaciuta per niente. Non è offensiva nei confronti dei docenti, ma nei confronti dei bidelli.




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