So di darmi la zappa sui piedi, perché
rischio di prestare il fianco a chi ce l'ha con gli stranieri a
prescindere.
Sto facendo una comodissima battaglia (inutile e per pochi intimi) contro l'estensione del diritto di avere un'arma, ma sapete come sono
gli intellettuali radical chic?
Fumano comodamente il loro sigaro Avana
sul divano, sorseggiando un vino d'annata, e straparlano sul loro yacht.
Lasciatemi straparlare.
(Chi mi conosce sa che, in realtà, mi
posso permettere solo Tavernello e un divano sfondato dell'IKEA, E non mi lamento, eh! ;-))
L'assassino in questione non aveva
nessuna autorizzazione dallo Stato e deteneva quindi un'arma
illegalmente.
Non c'entrerebbe quindi con
l'improvviso amore per la legittima difesa a mano armata del nostro
attuale governo.
Peccato che un intervento legislativo
già in vigore da questa estate permetta a chi ha un porto d'armi di
detenerne in numero più consistente a casetta. Comprese le armi
automatiche.
Ecco: se io fossi stato prima
dell'intervento legislativo un malintenzionato desideroso di avere
un'arma per i miei turpi motivi, avrei dovuto disarmare una guardia
giurata o introdurmi nottetempo nella casa di un Poliziotto o un
Carabiniere.
Insomma, qualche rischio lo avrei
corso, no?
Orbene, ordunque.
Quando il cheto pensionato terrorizzato
dalle rapine si riempirà la casa d'armi, secondo voi, i veri
malintenzionati di qualsiasi nazionalità dove andranno a recuperare
gli strumenti per ammazzare il loro prossimo?
Dal Poliziotto o
dall'anzianuccio delle villette?
Pin pin salamìn (o cavalin o pirulìn), pan mol pan fresch... (è una conta orobica).
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