martedì 7 aprile 2015

Razzi, Santanchè e la nuova Idiocrazia

Nel volgere di pochi giorni abbiamo assistito all'esternazione via Twitter di Razzi che scrive “Buona Pascuetta” e al post della Santanchè , sempre via Twitter, che confonde un “Airbus” con un autobus, commentando il recente e tragico disastro aereo.
C'è qualcosa che non va e non è il T9.
Non sono certo io a scoprirlo ( un blogger di cui ora non ricordo il nome, e me ne scuso, ha parlato del fenomeno recentemente) .
Un tempo, neanche troppo lontano, dopo uno svarione di questo genere, ci si sarebbe nascosti alla Charlie Brown con il sacchetto di carta in testa per la vergogna.
Invece no: state pure sicuri che tra un po' gli errori si ripeteranno.
Il motivo è semplice: perché gli errori pagano in termini di visibilità in Rete.
E qui è d'obbligo citare un film, non un capolavoro, anzi tendenzialmente appartenente al genere trash: “Idiocracy”. In una distopia, che si sta, ahinoi, avverando, un povero soldato, il protagonista del film, ibernato e decongelato intorno al 2500, di media intelligenza e di media cultura, al cospetto di un'umanità degenerata, apparirà un genio (scoprirà che per irrigare i campi che stanno disseccandosi ci vuole l'acqua e non il Gatorade!) .
Ma non sta qui il punto: il linguaggio dell'umanità degenerata sarà a sua volta degenerato e il modo di esprimersi del nostro soldatino, non particolarmente forbito, ma sufficientemente corretto, inizialmente lo metterà in seria difficoltà: mentre il linguaggio sgrammaticato e tendente al turpiloquio sarà politicamente corretto, le parole formalmente corrette del soldatino risulteranno alle loro orecchie quelle di un “frocetto” ( il termine romanesco non è stato utilizzato a caso nel doppiaggio del film). Insomma, tornando a bomba, da quando la visibilità, anche quella dei quindici minuti warholiani, è diventata il nuovo totem dell'umanità, ogni giorno il politico di turno deve trovare una nuova boutade, un'uscita dirompente tale da incrinare lo strato di ghiaccio della normalità.
E se il reale non aiuta, o si deforma quest'ultimo per renderlo appetibile, montando polemiche sterili su fatti già cotti e stracotti, o si deforma il linguaggio che lo descrive per creare un minimo interesse da parte del pubblico pagante ( che un tempo, ve lo ricordate?, era chiamato pomposamente “opinione pubblica”).
Dunque, l'errore ortografico e l'idiozia quotidiana pagano e anch'io, commentando le volontarie idiozie di questi tomi, ahimè, partecipo allo stesso Circo Magnum. arz

Aggiornamento: Questa mattina ho scritto di getto. Ho corretto qualche errore e miracolosamente, vista la mia memoria, ho recuperato l'intervento del blogger che ha ispirato il mio post: http://leonardo.blogspot.it/2015/03/bisogna-essere-idioti-sullinternet.html.
A Leonardo quel che è di Leonardo ;-)
Leggete il suo articolo perché analizza non solo il cattivo gusto linguistico, ma anche quello grafico che imperversa in Rete. Buona lettura!

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