L'ISIS colpisce il sito dell'Accademia della Crusca e pomposamente dichiara una guerra che è , a loro avviso, appena agli inizi. Non è un fatto da sottovalutare, tutt'altro, ma temo che senza organizzare il nostro esercito non sia possibile affrontare il pericolo in modo onorevole.
Ai militari le armi pesanti, a chi lavora con le parole come il sottoscritto le armi leggere dell'intelligenza e, perché no?, dell'ironia.
La battaglia che parte degli italiani si accingono a combattere, a leggere con attenzione
le risposte dei commentatori di questo fatto, però, mi sembra già persa. Leggete questi interventi:
( fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/hacker-dell-isis-oscurano-il-sito-dell-accademia-della-crusca_2127235-201502a.shtml)
I Romani , come tutti sanno, non
riuscirono ad imporre la loro lingua in Grecia, poiché la superiorità
culturale della Grecia si dimostrò vincente ed ebbe la meglio, direi
a mani basse, sull'efficacia militare dell'esercito romano.
Fatte le debite proporzioni, come si
può pensare di vincere l'ottusità del fondamentalismo islamico con
le armi spuntatissime di una cultura traballante e incerta?
Insomma, perchè i cultori
dell'“Italianità” (anche nella versione un po' trucida del
nazionalismo vecchia maniera) non mostrano un po' più di passione nel
coltivare l'orticello della lingua italiana?
Mi immagino gli studiosi dell'Accademia
della Crusca dibattere animatamente se sia più pernicioso all'onore della nostra bella lingua l'attacco
informatico dell'ISIS ( che mostra qualche inquinamento anglofilo, tra l'altro...ed è un segno evidente di debolezza, perdinci!) o la difesa sgrammaticata delle legioni di
coloro che dichiarano di amare il bel paese là dove il “sì”
suona, omettendone l'accento...
arz
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