sabato 2 maggio 2015

Expo o non Expò. Di qui o di là l'accento ci va?

Non sono un veggente, come sapete, ma, se seguo un percorso razionale, talvolta, non sempre, ci azzecco. L'Expo è stato inizialmente un cavallo di battaglia di molti partiti: Pd, Lega e pezzi di Forza Italia, in particolare il partito nel partito di CL, hanno investito molto sull'evento dell'anno.
L'Expo non è opera del Demonio, sia chiaro. Anzi, a mio avviso, l'idea non era niente male: il cibo è un tema importantissimo. Purtroppo, gli interessi intorno all'Expo non riguardano solo il cibo: le sponsorizzazioni, la “milenasitudine”per la scelta geografica, la speculazione edilizia, il prestigio potenziale dell'Expo per poter parlare di ripresa economica...
Vedete un po' voi quale dei temi che ho elencato interessasse di più alle fazioni politiche che ora si stanno spendendo per questo evento. Sta di fatto che tutti si sono dati da fare tantissimo e mai una grancassa mediatica di tal potenza sonora si è mossa per magnificare le sorti progressive di una manifestazione che non solo significava denaro, ma anche lavoro, prestigio e tutto ciò che di buono può portare un evento internazionale.
Sotto il tappeto qualcuno ci ha visto e ci vede la corruzione, la violenza delle multinazionali su un tema che è caro a tutti,  gli interessi della malavita et similia.
Questione di punti di vista, d'accordo.
C'è chi spinge ora ad una visione manichea: o sei con l'Expo o contro l'Expo.
Fino a due giorni di fa, nulla da dire, faceva parte della dialettica democratica.
Ora con i Black Bloc di mezzo le sfumature di grigio sono del tutto scomparse, Anche un filo di sospetto nei confronti dell'Expo diventa una lesa maestà e un favoreggiamento verso le idiote uscite di antagonisti che spesso agiscono a favore di chi vorrebbero combattere.


Se anche il mio barista di riferimento mi chiede che cosa penso dell'Expo, con l'occhio sospettoso di chi vuole scandagliare gli imi pensieri dell'avventore potenzialmente terrorista, vuol dire che siamo mesi male...Il sistema di informazione sta spingendo verso un radicalismo che mi puzza di volontà di repressione della dissidenza. O peggio: del pensiero della dissidenza. arz

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