mercoledì 26 febbraio 2020

Il Bel Paese ai tempi del Coronavirus attraverso l'occhio di Don Lisander. (Terza puntata)


Arrivati il 14 di novembre, dato ragguaglio, a voce e
di nuovo in iscritto, al tribunale, ebbero da questo com-
missione di presentarsi al governatore, e d'esporgli lo
stato delle cose. V'andarono, e riportarono: aver lui di
tali nuove provato molto dispiacere, mostratone un gran
sentimento; ma i pensieri della guerra esser più pressan-
ti: sed belli graviores esse curas. […]

Due o tre giorni dopo, il 18 di novem-
bre, emanò il governatore una grida, in cui ordinava
pubbliche feste, per la nascita del principe Carlo, primo-
genito del re Filippo IV, senza sospettare o senza curare
il pericolo d'un gran concorso, in tali circostanze: tutto
come in tempi ordinari, come se non gli fosse stato par-
lato di nulla”.

La macchina burocratica si muove. Lentamente, ma si muove: relazione orale, relazione scritta, timbro e controtimbro.
Poi, dopo che i tecnici si sono decisi a scomodare i vertici, si va col cappello in mano dal potere politico che, cosa non nuova, non capisce una mazza.
Nella logica del benaltrismo il Governatore sbotta: “Perdinci! C'è una guerra in atto! Mi devo preoccupare di ben altro che di un'infezione misteriosa” e, per sovrammercato, dopo aver messo sul piatto le “curae belli”, organizza, visto che non ha tempo da perdere in pinzillacchere, una bella festicciola per le nozze dell'erede, mentre la peste, intanto, dilaga.
Così come oggi, c'è qualcuno che, dopo le ordinanze che vietano o sconsigliano assembramenti , facendo orecchie da mercante o da asino , se si vuole, organizza una bella convention di Partito con 1400 invitati “senza sospettare” e qui c'è l'ignoranza “o senza curare” e qui c'è la leggerezza “il pericolo d'un gran concorso”.

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