domenica 2 febbraio 2020

Il conto della Serva dice che l'UK non ci guadagnerà molto dalla Brexit.


Uno dei motivi di fascinazione del Sogno americano è il fatto che gli Stati Uniti si autorappresentavano come un Paese con le porte aperte: anche se partivi con le pezze al culo e con la valigia di cartone, dopo aver passato le Forche Caudine di Ellis Island, avresti avuto la possibilità (non sempre, sia chiaro) di uscire dalla tua condizione di marginalità in una società mobilissima.
Gli Stati Uniti da un bel po' hanno fatto un'altra scelta, lenta e inesorabile, di chiudersi a riccio e, dopo l'attentato delle Torri Gemelle, hanno convinto (o forse finanziato?) il Regno Unito a fare altrettanto.
Perderanno, a mio modestissimo avviso, in prestigio (ed è un dato di fatto), riuscendo a raggranellare forse qualche iniziale vantaggio economico e di sicurezza.
Non durerà a lungo, lo sanno anche loro.
Le civiltà durature, la Storia e Caracalla insegna, aggregano i popoli vinti , chiamiamoli alleati che è meglio, e non li umiliano, promettendo diritti uguali per tutti, pur con qualche percorso a ostacoli.
Ma, quando diventano irraggiungibili e gli steccati sono insormontabili, sono destinati a collassare su se stessi.
Il Regno Unito ha poco da festeggiare e, se fossi nazionalista, mi indignerebbe a pelle la scelta di essere un Paese gregario di un altro, per altro di un'ex colonia riottosa e con una cultura nettamente inferiore rispetto al Paese di origine. Ciao ciao.

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