Ho passato le mie vacanze in incognito. Poiché, per varie evenienze, non ho potuto organizzare un viaggio solo con mia moglie come sono solito fare, ho dovuto aggregarmi, ed è già successo, ad un gruppo in un viaggio organizzato. Per tutto il viaggio (piacevolissimo) ho evitato di dire quale fosse il mio lavoro.
Quando me lo hanno chiesto, ho glissato e sono ricorso all’umorismo,
rischiando di essere accusato di millantato credito: in genere, o ventilo l’ipotesi
di essere un agente segreto dei servizi segreti (non badate alla ripetizione: è,
in qualsiasi caso, poco credibile ammettere di esserlo coram populo, ma la
doppia “segretezza” aggiunge un’aura di doppiogiochismo che giova) o più
frequentemente, col sorriso sulla bocca, dico di essere un killer.
Sorrido, eh! …insomma, faccio capire che non è vero, ma ho notato che i miei interlocutori, chissa perché, interrompono il discorso.
Io, sornione,
aggiungo sottovoce che è un ottimo mestiere: si viaggia molto, si guadagna
assai e si lavora poco.
Chi mi ascolta pensa, a ragione, di avere a che fare con un
coglione, d’accordo, ma io raggiungo il mio obiettivo: ciangotterò solo con mia
moglie, senza essere costretto a parlare di questioni amene con altri: per
quale squadra tifi, che cosa ne pensi della Meloni, di Salvini, di Letta e di Berlusconi e, innanzi tutto, quali
soddisfazioni io tragga dalla mia attività lavorativa.
Neanche sotto tortura avrei rivelato ai miei compagni di
viaggio il mio vero lavoro.
L’unica concessione l’ho offerta a chi come me, Epicuro docet,
vive nascosto: basta un cenno di intesa tra Carbonari.
Non so che cosa sia mai successo in questo trentennio in
Italia, quale tabe abbia colpito la società per aver così in odio una
professione così amata in altre lande. (In realtà, lo so, ma mantengo il
riserbo).
Quando ho cominciato a lavorare, non pensavo certo a una
carriera luminosa, a successi da applausi.
Mi sarei accontentato di apparire, camaleonte tra i
camaleonti, invisibile, compiendo il mio dovere.
Non è stato possibile.
Basta che oggi tu proferisca per sbaglio la parola “insegnante” e
ti troverai sommerso dalla merda.
Collega, ricordati: d’estate tu sei un killer. Vedrai che nessuno
calcolerà le tue ferie e sindacherà sul tuo operato. Anzi, il tuo fascino,
anche nel dubbio che tu sia un cretino, colpirà l’immaginario di chi dubita, ma, in qualche recesso del cervello, penserà: "Non si sa mai…"
Ah, nel marsupio fingi di portare qualcosa di pesante: una
bottiglietta d’acqua basterà.
E, mi raccomando, silenzio! Il nemico ti ascolta e userà le tue parole contro di te! ;-)