Io, francamente, fino a pochi giorni fa
non sapevo chi fosse Tavecchio; non mi interesso di calcio da un bel
po' e , sinceramente, mi interessa assai poco pure la questione
relativa ai candidati alla presidenza della FIGC.
Pare che il suddetto abbia anche
qualche lieve trascorso con la giustizia, ma non è qui il punto (
non abbiamo qualcuno che sta or ora modificando la Costituzione ed è
un pregiudicato?).
Perché me ne occupo, allora? Per pure
questioni linguistiche, ovviamente!
Tavecchio sembra ( e le mie fonti sono
le mie come le vostre) che abbia detto:
"L'Inghilterra
individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per
farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba
è
venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella
Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo
curriculum e il suo pedigree" .
Il fatto che
utilizzi “Opti Poba” invece di “Bingo Bongo” potrebbe persino
deporre a suo favore per la fantasia dimostrata.
Ovviamente
Tavecchio viene inchiodato alle sue responsabilità per la frase successiva che non lascia
alcun dubbio sull'atteggiamento del candidato presidente: parlare di
banane lo mette in linea con la più becera espressione del leghismo
nostrano che , pur se sdoganato in parlamento e, ahimè, in Europa,
rimane intimamente razzista ( ovviamente Salvini lo nega ogni piè
sospinto, ma si sa che non è fine parlare male degli argomenti
sgradevoli che alimentano e alimenteranno, però, la sopravvivenza del suo partito).
Il tutto rimanda
inequivocabilmente al peggior razzismo coloniale, che prevede una
civiltà eletta contrapposta alla schiera dei selvaggi che dovrebbero perlomeno, nel nome del progresso, cambiare la loro dieta troppo ricca
di potassio.
Pochi ,
pochissimi, si sono accorti di ciò che Tavecchio ha detto dopo e
che lo colloca tra i razzisti biologici della peggior specie (
...anche se tendo a credere che più che un ragionamento dietro alle
sue parole ci sia una contaminazione irrazionale dovuta all'eccessiva
esposizione ai discorsi da bar e al linguaggio da “Quarto impero”
dominante in questi anni).
E' vero che le
banane sono , come dire?, più pittoresche ed evocative di altro, ma
pensare di richiedere il “pedigree” a un giocatore è ancor peggio: equivale a
classificare un giocatore di calcio extracomunitario alla stessa stregua di
un cane o di un cavallo di razza...
Mica ha pensato
all'albero genealogico Tavecchio! Giammai!
Per i giocatori (
che sono il corrispettivo dei cani e dei cavalli per la nobiltà di
un tempo dedita alla caccia: animali utili e “nobili”, ma pur
sempre animali) ci vuole il “pedigree”.
Perché di
animali bastardi ( e, sia chiaro che sto seguendo il perverso percorso "logico" del signore...) il calcio italiano non ha bisogno...
Vedete poi voi ,
solo basandosi sulle sue parole, se l'affidare o meno il carrozzone
miliardario del calcio italiano a personaggi di tale caratura sia opportuno o
meno.
arz ©
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