lunedì 28 luglio 2014

Entro anch'io...no, tu no!

ingressi_separati_ricchi_poveri_new_york



Riprendo a scrivere qualcosa, dopo una pausa di relax (durante la quale ho approfittato per una sommaria revisione di alcuni miei parametri corporei che tendevano, more solito, ad una certa anarchia; sulle questioni di salute, pur se rivoluzionari nello spirito, diventiamo tutti abbastanza conservatori, chi più chi meno ;-)).
L'argomento è futile rispetto ad altre tragedie di ben altro spessore, ma devo ammettere che l'avverarsi di alcune previsioni funeste che pochi anni fa sarebbero state considerate pura fantascienza mi ha costretto a scrivere qualche notazioncella.
Ammetto che l'oggetto della mia irritazione questa volta non ha a che fare con questioni linguistiche.
Ma veniamo ai fatti : a New York in uno stesso grattacielo dovranno convivere persone con reddito diverso ( per approfondire la questione leggete qui: http://blog.casa.it/2014/07/22/york-condominio-lusso-crea-ingressi-separati-ricchi-poveri/ ) per cui si è deciso di provvedere a due ingressi separati, l'uno per i “poveri” e l'altro per i “ricchi”.
Ovviamente, molti troveranno la questione del tutto pacifica : il “non amo la miscela tra l'alta e bassa gente” valeva per l'oste di Cesarea nella poesia gozzaniana e vale ancora.
Esistono circoli esclusivi (e non da oggi) anche in molte città italiane che prevedono di fatto una divisione tra chi si può permettere l'ingresso e chi no, e prevalentemente per semplici questioni di censo.
Fa un po' specie che, però, in questa occasione, pochi abbiano ricordato esplicitamente le pratiche di segregazione razziale che dividevano i neri dai bianchi, quelle che impedivano ai neri di andare nelle scuole, sui bus e nei bagni dei bianchi e che, insomma, stabilire due entrate distinte significa far rientrare dalla finestra un "modus operandi" che gli statunitensi dovrebbero aver gettato dalla porta non solo per via legislativa, ma per un effettivo cambiamento di mentalità rispetto ad un errore storico e umano.
E invece no.
E' un dato assodato che la povertà sia ormai un elemento insostenibile allo sguardo delle classi privilegiate (vedi le iniziative per liberare nei nostri centri cittadini dai barboni e dai mendicanti) e che più la crisi morde, più vi è la tendenza ad allontanare chi ne è vittima dagli occhi e dal cuore, se ne ha uno,  di chi ne è scampato, talvolta, alla grande ( perché spesso ha speculato sulle disgrazie altrui per arricchirsi ancora di più).
Be', osservare che ciò accade in un paese dove il cristianesimo è dominante fa una certa impressione ( ... e sto parlando degli Stati Uniti ;-))

Qualcuno ha osservato maliziosamente che vi è un motivo per cui la scritta “In God we trust” campeggia sulle banconote americane: chi non le maneggia non può confidare in nulla e, come si sul dire, può attaccarsi al tram, coloro che ne possiedono in abbondanza possono confidare, in proporzione al numero di bigliettoni posseduti, nella benevolenza di un Dio che non a caso, nella loro ottica, li ha resi così belli, ricchi, bianchi e, soprattutto, cristianissimi.
arz ©

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