lunedì 24 febbraio 2014

Nomina sunt consequentia ignorantiae.

Non vorrei essere frainteso. Nei confronti della signora che è morta ho una sincera compassione. 
Già è difficile vivere, se , per sovrammercato, però, ci troviamo un nome che ci segnerà per tutta la vita e che ci sottoporrà ai lazzi dei compagni di classe, agli ammiccamenti dei vicini di casa, alle risatine degli idioti di ogni risma, il peso dell'esistenza potrebbe essere insostenibile. E il condizionale, in questo caso, è un dolce eufemismo.
Mi auguro che la signora in questione ( che cito solo per evitare altri disastri di tale entità) sia riuscita a metabolizzare la disgrazia di avere un nome e un cognome così terribilmente accostati, che sia riuscita a vivere una vita per quanto possibile “normale”; non posso pensare che i suoi due genitori, nell'attimo fatale dell'attribuzione di un nome alla figlia, però, si siano macchiati di un delitto difficilmente perdonabile , anche se qualcuno troverà le attenuanti nell'ignoranza e nell'inconsapevolezza del disastro onomastico compiuto.
Che la terra sia lieve alla signora, ma che un macigno schiacci quei genitori che per ignoranza, per spirito goliardico, per malinteso senso dell'umorismo attribuiscono alla loro prole un nome che sarà una macina appesa al collo per tutta un'esistenza.

arz

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