Il ministro più attivo del governo
Monti sembra essere una professoressa, la professoressa Fornero. Non
ho alcun dubbio che sia una docente preparata . Ecco ora la
professoressa utilizzare un linguaggio corrivo. Sappiamo che anche le
signore e le professoresse talvolta usano qualche espressione
forte, qualche parolaccia qua e là: serve per rafforzare
l'”indignatio”, ma poi , in genere, da brave signore e docenti,
rientarano nei ranghi, utilizzando un linguaggio più posato e
rassicurante. Qualche volta si scusano: ragazzi, sapete, quando ci
vuole, ci vuole ( o frasi consimili).
La docente ha usato disinvoltamente la
parola “paccata”. Non è una parolaccia, ma fa parte di un
linguaggio che rimanda ad altri mondi e ad altre relazioni.
Far dei sindacati degli estorsori
che pretendono una “paccata” di miliardi per oliare le ruote trasforma le relazioni
tra Governo e Sindacati in un mercimonio , in un “do ut
des”eticamente poco trasparente e dove è evidente in
filigrana una trattativa che rimanda più alle relazioni tra prostituta e
cliente ( “Me la dai?” “Non me la dai?” “Metti una paccata
di soldi e il no diventa sì”, semplifico per dare un'idea...) che al confronto di idee e posizioni.
La professoressa è riuscita con una
semplice espressione dal sen fuggita ad infangare se stessa e il
proprio interlocutore.
Purtroppo, ahinoi, le tossine del
“criptoleghismo” linguistico stanno ancora agendo e pervadono
ancora il linguaggio di una politica che dovrebbe imparare a
comportarsi in modo più pacato e a essere meno incline ad una
deriva espressiva ( ...ma i freni inibitori sono evidentemente saltati
da tempo!), dove ognuno parla come gli pare, anche se riveste un
ruolo istituzionale e di garanzia.
Cazzo! ( per segnalar la mia personalissima ”indignatio”!)
Perché mai non tengono la bocca chiusa?
arz©
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