Il piacere della metafora ha sempre
affascinato tutti: poeti, scrittori e artisti. Non è patrimonio solo
della cultura alta: la metafora domina anche il linguaggio comune e
gli dà sale.
Purtroppo, la metafora sfugge di mano
facilmente. In molti modi. O è interpretata alla lettera dal nostro
interlocutore, lasciandolo con il mascellone lasso e la lingua penzolante o non è una metafora vera e propria, pur avendone le
sembianze, e lascia interdetto chi ascolta. Oppure è una metafora
DOC, ma “impazzita”: se esplicitata o trasformata in
similitudine, versione domata della scalpitante metafora, rischia di
essere imbarazzante.
E' il caso dell'ultima uscita della
Fornero: "Con un reddito garantito, gli italiani si siederebbero e mangerebbero pastasciutta". Metafora esplicitata e volgarizzata: “Gli Italiani, non
appena hanno il culo al caldo, mica hanno voglia di lavorare :
cazzeggiano”.
Ditemi se non suona come una delle
tante sparate leghiste. L'unica raffinatezza è la sostituzione di terroni con italiani, ma al Nord, datemi retta, quando “Italiano”
si usa genericamente e con qualche sfumatura negativa, significa
“Terrone”.
Anche perché, nello specifico, si
evoca la pastasciutta, non la polenta o il baccalà. Et voilà: la
professoressa Fornero bosseggia, calderoneggia, maroneggia .
Ricordiamoci, inoltre, che , sempre
che la frase riportata sia fedele all'originale, tale sciocchezza le
è uscita davanti a delle precarie, il cui reddito, se c'è, non è
gentile comparare a quello della docente di prestigio.
Insomma, la docente è docente,
d'accordo, ma in questa occasione non è stata per niente signora...
arz©
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