Molti lo hanno notato e qualcuno,
scambiandolo per un numero da avanspettacolo, ha riso, ma pochi, nei
commenti del poi, si sono soffermati sul significato simbolico ( neppure tanto sottile) della
pulizia della sedia da parte di S..
Prima di accomodarsi sul sedile su cui
si era seduto il giornalista suo acerrimo oppositore, S. ha
rispolverato il vecchio fazzoletto da naso ( ormai si usano i
Kleenex) che lo fa tanto uomo degli anni Cinquanta e ha incominciato
con movimenti concentrici a renderlo utilizzabile; tale gesto si fa
abitualmente quando il sedile è sporco per preservare il fondo dei
pantaloni da eventuali sozzure.
Ecco: a me, ma sono patologicamente
irritabile, ha ricordato tanto la disinfestazione dei vagoni del
treno utilizzato da alcune donne nigeriane tentata da un neonazista
vestito di verde non tanto tempo fa.
Come al solito siamo troppo buoni ( come dice di essere S.): noi
non lo faremmo.
Ma se, affossato l'abituale politically
correct che ci viene continuamente rinfacciato come una tabe,
utilizzassimo lo stesso trattamento con i fan dell'appestatore della
nostra democrazia ( uno che ha giurato sulla Costituzione e poi
continuamente ci sputa sopra) ?
Perché , quando incontriamo questi
amanti delle gag di questo gran campione dell'umorismo, stringere
loro ancora la mano?
Se proprio fossimo costretti, potremmo
calzare velocemente un bel guanto di lattice o, per rendere più
efficace il concetto, quei bei sacchettini neri che servono per
contenere le cacche dei nostri cani...
Sai che risate si farebbero! Che
spiritosoni diventeremmo ai loro occhi, quando avremo dimenticato che
anche il peggiore degli uomini rimane sotto sotto ancora un uomo (e
non una deiezione)!
arz©
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