giovedì 1 marzo 2012

"Pecorella" e la violenza.

immagine tratta da: http://misesti.blogspot.com/2010/02/pecora-e-lupo.html



Non sarò l'unico ( ultimamente mi riscopro sempre meno originale...) e il riferimento verrà spontaneo
(direi persino banale) a molti, ma il "pecorella" rivolto al poliziotto ha fatto automaticamente riemergere nei miei scarsissimi ricordi  la poesia di Pasolini dedicata alla "Battaglia di Villa Giulia".

"Pecorella" è un vezzeggiativo: non si direbbe appartenere al linguaggio della violenza. Eppure lo è: ed è feroce perché rivolto a chi per professione un po' al culto della forza ci crede.

Insomma, per usare un linguaggio di altre epoche, il giovane barbuto si è comportato come quello che un tempo si sarebbe detto un "provocatore fascista".
Non ha ascoltato ( e probabilmente non ha avuto l'opportunità di leggerlo) il mite consiglio di Pasolini ; inoltre, temo che , pur professandosi di sinistra e/o anarchico, oggi come allora gli darebbe pure del finocchio, uno senza palle.
Mi duole rammentare, inoltre, che la frase "Meglio un giorno da leone che cento da pecora" è un proverbio di cui si impossessò il Mascellone d'orbace vestito.

©arz 

"A Valle Giulia, ieri
 si è così avuto un frammento
di lotta di classe: e voi amici
(benché dalla parte della ragione)
eravate i ricchi. Mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra!
In questi casi ai poliziotti
si danno i fiori, amici".
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