Il sito “Graffi di gesso” è nato
dall'intolleranza, non quella grave (... anzi, gravissima) nei confronti
degli altri, ma dall'intolleranza nei confronti dell'uso scorretto
della lingua.
Non fraintendete: non mi irrita
l'errore in sé e per sé , ma solo se dietro l'errore si nasconde qualcos'altro di più subdolo e antipatico, un modo di essere o di
pensare che segnala un decadimento delle buone regole della
comunicazione. Allora incomincio a tossicchiare.
Poiché non sono un membro dell'
“Accademia della Crusca” (...e non ne avrei il titolo), la mia
intolleranza, dunque, direi, è più un'allergia; quando sento qualcosa che
non mi convince, mi irrito facilmente.
Be', ultimamente, mi irrita la morte
del vocativo... dal semplice “Ciao Carlo!” ( senza virgola) al
“Suarez porca troia Chiellini è crudo cazzo” ( scusate i
francesismi e le interiezioni).
Un tempo il vocativo per essere
segnalato in modo più chiaro abbisognava dell'aulico “o”.
Oggi, però, se il vostro compagno di
mensa vi si rivolgesse con un : “O Carlo, mi passi il sale?”,
presumibilmente lo prendereste per i fondelli per un lustro.
Vedo che colti e semicolti, però,
tendono a trascurare la virgola.
Siccome sono una testa bacata, vedo
nella morte delle virgola non solo la morte del vocativo, ma di
qualcos'altro.
Il vocativo richiama qualcuno
all'attenzione, a stabilire una comunicazione, a mantenerla in vita.
Sì, insomma, serve per far sì che la
comunicazione sia attiva, si richiama l'interlocutore all'attenzione ( la funzione fàtica, per chi si occupa di queste cose).
Semplificando, il vocativo ha questo valore: “Ehi, testa di rapa,
sto parlando a te: cerca di essere attento, perché altrimenti parlo
ai muri!”
La virgola dimenticata, a mio modesto
avviso, segnala la caduta di interesse verso la risposta
dell'interlocutore, come se la comunicazione avesse vita propria
senza la presenza di un destinatario: una deriva solipsistica e
narcisistica di una lingua che si disinteressa di chi ascolta e
forse, tirate le somme, di quel che si intende esprimere...
arz ©
Nessun commento:
Posta un commento