Perdonatemi questa piccola e
oziosissima riflessione linguistica (per quel che vale, visto che
parlo da un pulpito ipogeo).
Ricorre frequentemente nei siti e nei
discorsi complottisti, in quelli apertamente razzisti, nelle varie controstorie
(di destra, di sinistra e di centro, non importa), l'invocazione a
svegliarsi.
Come uno squillo di tromba lo
“Sveglia!” dei desti risuona per richiamare i dormienti ad una consapevolezza, fino al momento dell'urlo obnubilata dalla propaganda di stato, dai
poteri forti, dai grandi e dai piccoli fratelli che si occupano di
nascondere quello che con un minimo di impegno e di intelligenza è
evidente e lapalissiano all'orbe terracqueo.
Un po' di buona volontà, suvvia,
“svegliatevi!”, armatevi e partite per raggiungere le/ la verità
che è/ sono lì a portata di mano: basta leggere qualche libro e
consultare qualche sito, che cosa vi costa?
Quando sento qualcuno proferire
l'odioso imperativo che ormai assumein molti sempre di più la forma di un
tic linguistico, ammetto di essere dominato da un istinto pavloviano:
mi rendo immediatamente conto, anche se la consapevolezza, se così
si può chiamare, è raggiunta più per via inconscia che razionale,
di avere a che fare con un ingenuo ... e tendo ad
assopirmi.
Non giova in me la spontanea associazione con la nota rivista dei Testimoni di Geova “Svegliatevi!” (e mi
scuso anticipatamente con loro per averli presi ad esempio; agli
amanti di fantascienza ricorderà un libro di Philip
Dick...)
Trovo (abbastanza) comprensibile l'atteggiamento del fedele
che almeno si ispira ai libri sacri (l'evangelizzazione è un suo
dovere istituzionale), molto meno quello del laico che non ne
dovrebbe avere o , meglio, ne dovrebbe avere almeno un migliaio , ma mai
uno o poco più.
Ecco , invece, uomini di poche letture
(o, più spesso, di letture molto eterogenee), parlare con il sacro
fuoco della verità davanti ai loro occhi che, da quel che mi sembra,
li acceca e li rende meno credibili di quanto pensino di essere. La
foga che in genere li agita non giova poi alla persuasione del prossimo.
Vorrebbero illuminare il mondo, ma
abbacinati dall'aver raggiunto quello che è negato ai più rischiano
di diventare, nel migliore dei casi, Cassandre destinate ad essere
inascoltate e vilipese o, nel peggiore, ciechi invasati che tentano
di guidare monocoli riottosi. Noi.
arz ©