In Lombardia oggi si sono aperte le prenotazioni per il vaccino per gli ultraottantenni.
Le vie erano tre: o in farmacia o dal proprio medico curante o attraverso una piattaforma apposita. Molti medici, fino a ieri, si sono dati alla macchia, dicendo che non potevano far nulla fino all'ora X, in farmacia il sistema si è bloccato dopo pochi minuti e il sito per la prenotazione si è trasformato in una riffa stile bonus per la mobilità.
Non che molti non siano riusciti a prenotare e non va sottovalutato il fatto che operazioni di questo genere sono di per sé complesse.
Sta di fatto che così, però, si scatena il panico e, se non è panico, è stress per l'anziano o per chi se ne occupa.
In particolare, trovo riprovevole che la piattaforma diventi una sorta di imbuto, dove quelli che passano, inneggiano alla Buona Sorte e quelli che non entrano si sentono esclusi e, direi, schiacciati dalla Mala Sorte, cinica e bara.
C'è qualcosa di profondamente sbagliato in questo uso della tecnologia, tanto più quando si affida la sorte di persone fragili ad un clik e non alla voce rassicurante di un medico.
E poi alimentare le ansie, che son già diffuse per il clima creatosi con la pandemia, attraverso un uso ansiogeno della tecnologia non mi sembra proprio una bella idea: veloce, talvolta efficiente, ma spesso disumana.
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