sabato 1 maggio 2021

Il neocafonismo dei nemici del "politically correct".

 I nemici del "politically correct" (ossia quelli che definirei i neo-cafoni, per non cadere nell'ideologico; e non si offendano, eh!, perché andrebbero contro i loro principi) dicono che le parole non contano e conta solo la cattiveria.

Peccato che, quando li si apostrofa come meritano (non per il colore della loro pelle, ma per la cupezza delle loro idee), si offendano a morte.
Ovviamente quando dicono ne*ro, fro*io, ze*ca, loro, che abitualmente non conoscono nessuna forma di aggressività. sono sempre animati dalle buone intenzioni. E guai a dubitarne!
Un exemplum del meccanismo mentale che presiede il pensiero dei suddetti e che ho espresso, come mio solito, in modo un po' contorto, si trova qui sotto.
Ribadisco un concetto che ripeto da anni: le parole pesano, sono sassi. Mentre sul pensiero non si può intervenire, sulla parola sì. E non è censura: si tratta di quella che qualcuno un po' retrò definirebbe buona creanza o, semplicemente, educazione, rispetto dell'altro e della sua sensibilità.


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