domenica 8 maggio 2022

Armiamoci e partite!

 Olindo Guerrini

Agli Eroissimi

«Ah, siete voi? Salute o ben pensanti,
In cui l’onor s’imbotta e si travasa;
Ma dite un po’, perché gridate "avanti!"
E poi restate a casa?

Perché, lungi dai colpi e dai conflitti,
Comodamente d’ingrassar soffrite,
Baritonando ai poveri coscritti
"Armiamoci e partite?"

Partite voi, se generoso il core
Sotto al pingue torace il ciel vi diede.
O Baiardi, è laggiù dove si muore
Che il coraggio si vede,

Non qui, tra le balorde zitellone,
Madri spartane di robuste prose,
Che chieggon morti per compor corone
D'alloro, ahi, non di rose!»

Visto che qualcuno ciurla un po’ nel manico, vi dico io come si fa a distinguere facilmente un uomo di governo che vuole la guerra da quello che non la vuole: basta osservare come, un po’ prima che i carri armati oltrepassino i confini, ha speso i soldi pubblici.

Se li ha spesi per gli armamenti, statene certi, vuole la guerra.

In pace, si sa, con i soldini risparmiati per le armi, un uomo politico può raccogliere un sacco di consenso, distribuendoli qua e là.

Se li spende in armamenti, preferisce acquisire consenso in altro modo: se c’è la guerra, chi gli si opporrà rientra automaticamente nel novero dei “traditori” ed è noto che non c’è miglior collante per il consenso, in re adversa, che gonfiare il Petto, gridare al vento: “Patria! Patria!” e mandare la ciccia giovane e coi boccoli a sfracellarsi nel tritacarne dei combattimenti, mentre le avide volpi argentate si sfregheranno le manine.

Ci sarà denaro facile non solo per le imprese funebri, ma, in particolare, per industriali, affaristi e pescecani.

Per questi ultimi ovviamente la festa non ci sarà solo durante la guerra, ma anche dopo.

Ah, in Italia, per chi si fosse perso la notizia, si è già staccato un assegno di 13 miliardi di euro per la guerra prossima e ventura. 

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