Molti conoscono il principio della rana bollita di Chomsky: la rana non
si accorge di essere bollita e non reagisce, poiché il cuoco si è premurato di
alimentare la fiamma del fornello in modo graduale.
C’è stata e c’è un’inflazione che ha eroso in questi anni e
erode ancor oggi il potere di acquisto dei salariati: l’aumento di gas e luce è
sotto gli occhi di tutti, ma basta andare al supermercato per capire che i
prezzi sono aumentati e non di poco.
Allo stesso tempo, gli stipendi sono rimasti tali e quali.
Ogni tanto il Governo, con il trombetto di Rai, di Mediaset
e dei giornali d’area, se ne esce con i comunicati trionfali (“La disoccupazione
è in calo! Ci saranno nuovi bonus! Ci saranno aumenti per tutti!”).
La triste realtà è che gli stipendi lentamente si stanno
erodendo, si incomincia a pensare di far cassa sulle pensioni, mentre le partite
IVA e gli evasori totali e parziali si sentono in una botte di ferro: riduzione
delle aliquote e controlli al lumicino.
Il divario tra classi abbienti e ceto medio impoverito si
sta allargando e vi è un aumento graduale di chi vive sotto la soglia di
povertà, compresi la categoria dei “working poor” ossia di quei lavoratori che
per bassi stipendi o per precarietà devono rinunciare al pranzo o alla cena.
A questo vorrei aggiungere l’osservazione che lemme lemme il
concetto di “guerra” è stato sdoganato, l’industria degli armamenti , anche
italiana, sta facendo profitti incredibili fino a pochi anni fa e che l’elettorato
bollito e non solo in Italia vota personaggi come Javier Milei in Argentina che sembrano usciti da
un fumetto della Marvel o dal film “Idiocracy”.
Siamo, e mi duole dirlo, in un’economia che è già di guerra,
prima che questa scoppi.
E le rane, noi, credono, mentre i fuochi di guerra esplodono qua e là, di essere in una vasca Jacuzzi,
mentre il cuoco, col forchettone già pronto, si accinge ad alzare la fiammella sotto la pentola.
Ah, Buone Feste!