Vedo troppa esultanza per l’insperata vittoria nelle Regionali in Sardegna.
Già c’è chi preannuncia lo spiedo per Salvini e la caduta
verticale della Ducia.
Non è così.
La pancia del Paese è sempre la stessa.
Se la Sinistra vorrà avere la meglio, dovrà percorrere la
strada della difesa dei più fragili: quelli che già vedono in bolletta gli
effetti del mercato libero nel settore dell’energia e che vivono sulla propria
pelle il lavoro precario o, peggio, il lavoro a tempo pieno sottopagato che non
permette loro, però, una vita dignitosa.
Per far questo, dovrà espellere come tossine i fanatici del neoliberalismo
e i teorici della flessibilità del lavoro come panacea di ogni problema
economico di uno Stato.
Fuori dai denti: Renzi e Calenda possono trovare benissimo
il loro approdo nell’odierna Destra che nella politica del “Lasseiz-faire”
crede assai, se non quando deve difendere qualche potere corporativo (taxisti,
balneari, solo per fare un esempio).
In secondo luogo, dovrà disinnescare il percorso europeo che
sembra portarci verso una guerra. L’escalation delle spese militari non è una
buona idea, se non per gli azionisti di maggioranza delle industrie delle patriottiche
armi italiche.
La Destra batterà, come al solito, sui propri tasti:
sicurezza, ricerca del nemico di turno (immigrato, comunista o anarchico) e
pugno duro con chi non le piace; carezzine per gli amichetti.
Ci sa fare, eh, ma sembra, come ogni pugile “groggy”, che
stia perdendo le misure (si veda lo scontro con Mattarella sui fatti di Pisa e
l’uscita mediaticamente devastante di quel Leghista che ha messo in
contrapposizione la Polizia, che ha sempre ragione, e docenti e genitori, che
hanno sempre torto).
La loro nave non sta, comunque, affondando: beccheggia, ma
ha una direzione. La Sinistra, come è spesso successo da un ventennio in qua,
non perda la propria.
Lo spin doctor in saldo.
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