Va forte tra i Grillini la teoria del
grande complotto, concretizzato dal potentissimo gruppo Bilderberg da
cui partono le trame del nuovo ordine mondiale.
Temo, per qualche competenza acquisita
nell'ambito storico e socio-linguistico, che il meccanismo del
complotto del Bilerberg sia molto simile, nei suoi meccanismi
reconditi, a quello del complotto demo-pluto-giudaico-massonico di
mussoliniana memoria.
Il complotto semplifica molto e aiuta i
semplici a leggere la realtà ( anche il sottoscritto ha spesso
un'ingenua fiducia di chi mette in piedi un bel “racconto” nel
caos delle informazioni), ma le teorie del complotto , pur
confondendo spesso il nesso temporale con quello causale, hanno una
funzione sociologica di un certo effetto e già sperimentata nel
periodo delle grandi dittature: cementa il gruppo attraverso il
rafforzamento del sistema identitario.
L'esercizio del dubbio è sicuramente (
diciamo, giocando con le parole, senza dubbio) un meccanismo che
caratterizza le persone intelligenti e , dunque, sospettare delle
informazioni è un esercizio utile e necessario; ma quando il
sospetto diventa teoria e si cristallizza in tre o quattro idee base
utili solo a diventare manifesti semplificatori della confusione del
reale, bisogna un po' preoccuparsi .
La controprova?
Provate a insinuare il dubbio a chi
sostiene i grandi complotti: stigmatizzerà nell'ordine la vostra
ignoranza, poi la vostra stupidità, in subordine la cecità e,
esaurite le argomentazioni ad personam, in ultimo, vi accuserà,
apertis verbis, di far parte del grande complotto.
Per approfondimenti: guardate qui.
Interessantissimo.
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